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Cronaca

"Era troppo magra, la setta macrobiotica le vietò di andare al funerale del fratello"

Spuntano altre testimonianze di vittime che hanno denunciato la così detta setta macrobiotica al centro di un’indagine della Distrettuale Antimafia della Procura di Ancona

Emergono nuovi particolari dalle storie delle vittime della cosiddetta "setta macrobiotica". Uno degli episodi, sempre riferiti al Cesenate, risale al 2001 quando morì il fratello dell'adepta del Cesenate. Affetto da Aids, in ospedalel'uomo (pure lui frequentante il gruppo macrobiotico) non ci voleva andare perché i medici gli avrebbero fatto mangiare piatti della dieta mediterranea regolarmente conditi, considerati deleteri per il “popolo macrobiotico”. Ma stava troppo male e fu ricoverato. “Quella fu l’ultima volta che vidi mio fratello perché l’associazione Un Punto Macrobiotico non mi permise di andarlo a trovare in ospedale, mi dissero che gli operatori sanitari, nel vedermi in quelle condizioni (pesavo poco più di 35 chili) avrebbero potuto decidere per un ricovero forzato, quindi mi dicevano che ero in pericolo a mostrarmi così. Per lo stesso motivo, riguardo a parenti e ad amici, non potei andare neppure al suo funerale”. C’é anche questo nel racconto della donna che per prima, nel 2013, denunciò quanto subito, denuncia che ha portato ad indagare Mario Pianesi, il guru del macrobiotico indagato insieme ad altre 3 persone con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata ad un serie di reati, attraverso i quali si alimentava quella che la DDA della Procura di Ancona considera una vera setta. Un gruppo in cui, stando al racconto delle vittime, gli adepti perdevano la loro autodeterminazione, seguendo ciecamente gli insegnamenti del guru Pianesi, per una vita fatta di dieta ferrea e prescrizioni comportamentali da accettare come dogmi, unica strada percorribile per arrivare “alla salute, la felicità personale e la libertà non solo individuale ma dell’umanità intera”.

E se qualcuno non guariva, pur seguendo ciecamente anche la regola di masticare 200 volte ogni boccone o di alzarsi sempre dal letto ponendo a terra prima il piede destro, era da ricondurre all’incapacità mentale di scegliere di migliorare. “Smisi di frequentare gli amici, fui convinta a lasciare il fidanzato di allora, mentre le mie condizioni peggioravano velocemente, la forte anemia rendeva difficile ogni mio singolo gesto - racconta la donna  - Ma per Pianesi era tutto riconducibile ad un problema mentale che mi faceva rimanere legata alla malattia che fondamentalmente io non volevo lasciare andare”. “Se non guarisci è colpa tua” le dicevano. Eppure lei era dal 1997 che faceva tutto ciò che le era stato indicato senza mai trasgredire. Si era trasferita in un’altra regione per sfuggire agli influssi negativi di chi non condivideva o addirittura osteggiava la vita Pianesiana. Aveva accettato di essere “curata” dai capicentro locali in un appartamento messo a disposizione dell’associazione dal quale non sarebbe uscita per mesi. Era arrivata al regime alimentare più estremo senza mai ribellarsi. Era arrivata a livelli di malnutrizione tali da richiedere prima il Pronto Soccorso e poi, dopo una diagnosi di sepsi, il ricovero al Reparto di Rianimazione dell’ospedale dove, per sua fortuna, è uscita viva. Ma per la setta a salvarla non erano certo stati i medici. Già, perché se qualcosa andava per il verso giusto, quella sì, era la prova dell’influsso positivo del maestro Pianesi, chiamato anche dottore per via di quella laurea ad honorem conseguita in Mongolia. “Mi dissero che era venuto Mario Pianesi a portarmi la sua energia, che mi fece un massaggio senza proferire parola. Quelli di UPM dicono che è grazie e loro e all’energia di Mario Pianesi che mi sono salvata. Continuai a frequentarli, ma non mi era permesso di partecipare alle iniziative, ufficialmente perché le cattive energie colpiscono sempre i più deboli come i malati, solo dopo anni mi sono resa conto che dovevo essere tenuta nascosta dagli altri perché ero la prova che la dieta Pianesiana non aveva funzionato”. 

Pianesi, il creatore di coppie

Di setta si parla anche in riferimento ad episodi che hanno visto protagonista un’altra vittima, un uomo che racconta come tra il 1997 e il 1998, dietro pressioni psicologiche, fu indotto a lasciare l’allora fidanzata con sui stava da un anno e mezzo perché lei non voleva integrarsi col gruppo. “Questa è un’altra dinamica di Upm secondo cui è ragionevole avere rapporti di coppia solo con chi sta dentro il movimento e anche questo previa richiesta a Pianesi, il quale ha spesso giocato il ruolo di creatore di coppie indicando all’uno e all’altro con chi era più propizio che si accoppiassero a seconda delle proprie caratteristiche, fisiche, mentali e attitudinali” racconta agli inquirenti questo altro denunciante che, per anni, avrebbe lavorato in nero in vari centri macrobiotici previa dei così detti “fogli di volontariato” cioè dei piccoli ciclostili prestampati della segreteria che tutti, dai capicentro ai collaboratori, dovevano compilare e sottoscrivere per giustificare la loro presenza lavorativa nei centri in qualità esclusiva di volontari. 

L'invito a farsi fare le carte e a bruciare i libri

Tra le indicazioni del guru ai suoi adepti c’era anche quella di farsi leggere le carte. Lo racconta un terzo denunciante che si era avvicinato all’organizzazione in un periodo della vita in cui aveva appena perso il padre e gli era anche stato diagnosticato un male da operare. Dopo un primo intervento si fece visitare dallo stesso Pianesi che, sempre secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile di Ancona, gli disse che poteva evitare il secondo intervento cambiando semplicemente tipo di alimentazione. “Iniziò a parlare in modo paranoico delle energie negative e invitava le persone a farsi fare le carte da una signora che dava l’impressione di conoscere tante cose personali di ciascuno di noi , in quel momento eravamo tutti affascinati ma adesso penso che probabilmente le informazioni le venivano suggerite dallo stesso Pianesi che, faceva anche produrre medaglie e ciondoli in funzione difensiva e obbligava i capicentro, i capizona e gli associati ad acquistarli”. Insomma anche questa persona alla fine si rese conto di essere in una setta dove l’unico argomento non tabù era la macrobiotica tanto che venivano bandite anche le letture così dette “negative”. Leggere solo le pubblicazioni di Pianesi e “se uno ha problemi deve bruciare i libri fonte del male”.  

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