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Cronaca

Servizi sociali, sempre più famiglie si trasferiscono a Cesena da altre città italiane

Si tratta di famiglie con uno o più figli con disabilità che decidono di spostarsi dal Comune di appartenenza ritenendo il territorio cesenate particolarmente appetibile rispetto alle loro necessità familiari.

Trasferirsi per assicurare ai propri figli una migliore qualità della vita futura. Negli ultimi due anni sono 16 i nuclei familiari arrivati a Cesena da fuori territorio per essere presi in carico dal Servizio alla Persona con Disabilità del Comune. Si tratta di famiglie con uno o più figli con disabilità che decidono di spostarsi dal Comune di appartenenza ritenendo il territorio cesenate particolarmente appetibile rispetto alle loro necessità familiari.

Tale appetibilità è certamente ascrivibile alla rete dei Servizi Sociali del Comune di Cesena e dell’Unione dei Comuni Valle del Savio, storicamente rispondente alle esigenze delle famiglie in difficoltà, ma soprattutto all’elevata offerta privata di servizi qualificati per persone con disabilità e alla vocazione tradizionalmente e diffusamente solidaristica di questo territorio rispetto ad altre aree del Paese. Milano, Roma, Civitella, Verona, Foggia, Ravenna, Rimini, sono solo alcune delle città da cui sono arrivati i nuovi utenti. Senza limitarsi agli ultimi due anni ma dando una occhiata complessiva alle persone con disabilità ospitate nelle strutture specializzate del cesenate, si tratta di 91 persone seguite dai Servizi sociali dell’Unione dei Comuni Valle del Savio e dunque residenti sul nostro territorio, e 43 residenti in altri Comuni che però hanno deciso di stabilizzarsi a Cesena per un’offerta adeguata alle loro necessità di vita.

Nell’arco di dieci anni gli utenti sono aumentati a vista d’occhio: se infatti nel 2008 erano 360 le persone con disabilità in carico ai Servizi Sociali del Comune, oggi sono 567 di cui 323 uomini e 244 donne (di questi 122 sono minori e 20 coppie di fratelli disabili). Inoltre, di questi 51 non hanno cittadinanza italiana (8,99%) e 47 sono nate all’estero (delle quali 17 hanno poi ottenuto la cittadinanza). La maggior parte degli utenti richiede servizi residenziali, con una retta di compartecipazione alla spesa che integra la spesa sostenuta dai servizi pubblici di 18,50 euro al giorno, attività socio-occupazionali o progetti domiciliari.

Si precisa infatti che 37 persone presentano gravissima disabilità. Dal 2016 ad oggi l’Unione dei Comuni Valle del Savio destina annualmente maggiori risorse all’area Disabilità: da 1.840.987 euro si è passati infatti a 2.308.353 euro che vanno a sommarsi alla già citata quota di compartecipazione degli utenti e ai fondi messi a disposizione dai Comuni mediante la fiscalità Locale, dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Ausl.

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