Sequestro Soffiantini, Broccoli non uccise il poliziotto

Tra i rapitori che fecero irruzione nella villa dell'imprenditore di Manerbio in provincia di Brescia il 17 giugno del 1997 c'era anche un cesenate. Si tratta di Osvaldo Broccoli di 53 anni; fu una delle persone che chiuse Soffiantini nel baule dell'auto.

Broccoli lo sequestrò, ma non c'entra con la morte dell'agente di polizia che tentò di liberarlo. Questa la tesi dei giudici della corte d'Assise d'Appello di Perugia sostenuta nei giorni scorsi. Soffiantini fu in mano agli aguzzini per 237 giorni; fu nascosto in diversi covi tra la Calvana (appennini toscani) e le campagne senesi. Gli furono amputati i lobi delle orecchie e fu liberato dopo il pagamento di un riscatto di cinquemiliardi di lire poi in parte recuperati.

Broccoli fu catturato insieme ad altri tre in un galleria nei pressi di Pietrasecca (Aq) il 20 ottobre del 1997 in un blitz della Polizia. Sta scontando 22 anni di pena per sequestro nel carcere di Bologna e recentemente è stato assolto dall'ipotesi di omicidio. Infatti appena tre giorni prima dell'arresto Samuele Donatoni, un agente dei Nocs è rimasto vittima di un conflitto a fuoco. Ad ucciderlo sarebbe stato il «fuoco amico» durante un'operazione per liberare l'ostaggio a Riofreddo in provincia di Roma.

Lo ha sancito, seppur indirettamente, una recente sentenza dei giudici della Corte d'Assise d'appello di Perugia che hanno confermato la condanna per il sequestro, ma lo hanno assolto dall'accusa di omicidio dell'agente. Per la difesa si è appoggiato all'avvocato Giuseppe Luigi Cucca del Foro di Nuoro per far valere le proprie ragioni.

Come riportato da la Nuova Sardegna, anche sull’entità della pena per il rapimento, l’avvocato ha annunciato la possibilità di ricorso in Cassazione. Una decisione che sarà presa solo dopo aver letto le motivazioni della sentenza.