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Cronaca

Senza green pass vietato danzare. Le scuole di ballo si ribellano: "Il governo ponga fine allo scempio"

Venti scuole di danza delle province di Forlì-Cesena e Rimini si mobilitano: "Non si può negare ai nostri ragazzi il benessere fisico e psicologico"

Dalla Libertas Danza Forlì alla Scuola di Balletto di Rimini. Passando per Officine delle Arti Cesenatico Rimini, Ateneo Danza Forlì e Cesena. E ancora tra le altre: Tilt Rimini, Aga Riccione e Centro Studi Danza Gambettola. Un gruppo di venti scuole di danza delle province di Forlì-Cesena e Rimini si sono riunite per confrontarsi sulle difficoltà, che stanno vivendo da mesi, legate al tema della necessità di presentazione di Green Pass (da gennaio Super Green Pass) da parte dei giovani utenti, a partire dai 12 anni in su.

Al cuore delle associazioni sportive ci sono insegnanti, formatori, educatori, combattuti tra la necessità di dimostrare il “rispetto delle regole”, valore sportivo ed educativo indiscutibile di per sé, e il disagio dovuto alla consapevolezza di mettere in atto una discriminazione lesiva all’interno del gruppo dei loro giovani allievi, che oggi diventa addirittura esclusione senza alternative. Molti tra questi insegnanti testimoniano un vero e proprio conflitto di coscienza, un disagio che non può più essere contenuto: per questo motivo vogliono far sentire la propria voce e fare un appello pubblico alla riflessione su questo tema.

Non si può negare ai nostri ragazzi il benessere fisico e psicologico, il quale si promuove anche e in gran parte attraverso la pratica sportiva e l’educazione alle arti, che sono beni essenziali, così come lo è il gioco. Noi siamo i loro insegnanti, educatori, siamo un esempio per la loro formazione, anche sociale, e ci viene richiesto di escludere dalle nostre lezioni minori anche giovanissimi, perché non in possesso di un documento che in ogni caso non garantisce la protezione sanitaria promessa. Separazione ed esclusione sono atti diseducativi e pericolosi nella crescita di tutti noi, e i ragazzi vanno tutelati”.

Le associazioni sportive sono sempre state luoghi di aggregazione, socializzazione, promozione di salute fisica e benessere psicologico, dove bambini e ragazzi possono trascorrere le ore del tempo libero in modo costruttivo, sia che si tratti di attività amatoriali, sia che essi abbiano i più ambiziosi obiettivi legati all’agonismo o al professionismo.

“Siamo tutti consapevoli che il periodo della pandemia ha creato una ferita psicologica in ogni persona, ancor più lo si può affermare per i bambini e gli adolescenti, che sono stati privati ripetutamente di tante esperienze vitali per loro: tanti di essi mostrano chiaramente disagio, demotivazione e in numero sempre maggiore devono essere seguiti da professionisti della salute mentale, tanta è la sofferenza di cui si stanno facendo carico.
Noi adulti dobbiamo prenderci cura delle nuove generazioni, proteggendo il loro diritto a far parte del gruppo prescelto di coetanei e di avere una formazione completa, non solo a scuola ma anche nel tempo libero e quindi nella pratica sportiva”.

"Viene auspicato pertanto che il Governo possa fare un passo indietro su tutta la normativa del Green Pass in ambito sportivo, rivolgendo l’appello in persona al presidente Draghi, al ministro della Salute Speranza, delle Politiche giovanili Dadone, delle Pari opportunita' e famiglia Bonetti, al sottosegretario allo Sport Vezzali, al Presidente del Coni Malagò, al Presidente della Fids Lunetta, affinché mettano fine a questa diseguaglianza educativa e sociale nei confronti di bambini e ragazzi di cui non vorremmo far parte", conclude la lettera.

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