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Cronaca Bagno di Romagna

“Senti-Ieri” tra gusto, storia e natura: i percorsi del museo diffuso dell’abbandono nella Romagna Appenninica

"Un gioco di parole che ha al suo interno valori profondi, memorie e storie di uomini e habitat perché si possono visitare i luoghi abbandonati nel periodo postbellico"

"Senti-Ieri" questo il nome dato per un cammino tra gusto, storia e natura che si aggiunge ai luoghi simbolo del Museo Diffuso dell'Abbandono in loco dell’associazione Spazi Indecisi. "Un gioco di parole che ha al suo interno valori profondi, memorie e storie di uomini e habitat perché si possono visitare i luoghi abbandonati nel periodo postbellico e con l’app ascoltare le testimonianze di chi li ha abitati. Lungo questo viaggio immerso nella natura i visitatori per la prima volta vecchi edifici in pietra della Romagna appenninica, testimonianza di mestieri e vite che, dal dopoguerra in avanti, iniziarono a trasformarsi in modo profondo. Luoghi, questi, dove l’abbandono da parte dell’uomo è stata una necessità presa per sopravvivere e avere nuove opportunità di vita".

"Il risultato di questo lascito lo si può trovare nelle innumerevoli case sparse, oggi per lo più ridotte in ruderi e in qualche sasso conseguenza dell’esodo iniziato negli anni subito dopo la seconda guerra mondiale. Questi elementi storici si fondono in un territorio dove la natura ha ripreso il suo spazio rinaturalizzato e selvaggio con la comparsa di specie un tempo assenti quali lupi, cervi, daini, aquile, castori. Nel viaggio è possibile pernottare e gustare proposte culinarie raccolte dagli amici e amiche di Senti-Ieri.  Grazie a questi racconti riscopriamo le comunità che vivevano quei luoghi, i loro valori, i saperi e le loro conoscenze immaginando il territorio come poteva essere e come sia ancora caro ai loro occhi e non solo. Passato, presente e futuro, tutto questo si può incontrare all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi sorprendendosi della natura e della biodiversità che pian piano a ripreso il suo splendore e il suo ruolo da protagonista. Qui, più che in altri contesti, è necessario fermarsi a riflettere su quale sia l’effetto delle azioni prodotte dall’uomo sul paesaggio che nel giro di 50 anni ha subito una netta trasformazione. Pur guardando con un senso di nostalgia e malinconia tempi perduti, importante è ricordarsi che l’abbandono, come in questo caso, può non essere un effetto negativo se si pensa a quanto la natura è riuscita a creare".

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