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Cronaca Mercato Saraceno

Sede distaccata di Agraria a Mercato Saraceno, parla la preside: "Il personale è favorevole, si può realizzare un sogno"

"La proposta del Garibaldi Da Vinci - spiega Cino - è stata costruita nel tempo, studiata ed approfondita nell’arco di due anni attraverso un lavoro condiviso"

Dopo l'intervento della FLC CGIL sulla proposta di attivazione di un indirizzo Professionale Gestione delle acque a Mercato Saraceno presentata dall’Istituto Garibaldi Da Vinci, a prendere la parola è proprio la dirigente scolastica dell'istituto tecnico agrario, Luciana Cino, che replica alle osservazioni fatte dal sindacato.

"La proposta del Garibaldi Da Vinci - spiega Cino - è stata costruita nel tempo, studiata ed approfondita nell’arco di due anni attraverso un lavoro condiviso. L’iter ha coinvolto il Collegio dei docenti e il Consiglio di Istituto che si sono espressi favorevolmente rispetto alla proposta e l’hanno ampiamente sostenuta. Lo dimostrano le delibere del Collegio docenti (solo 8 contrari su 135 docenti) e del Consiglio di Istituto (unanimità). In più c’è un buon numero di docenti ed ATA che vivono nella vallata del Savio ed hanno espresso il desiderio, se la richiesta fosse accolta, di poter lavorare più vicini a casa propria".

Poi la preside mette in chiaro: "Non c’è alcuna opposizione del personale, perché avrebbe potuto emergere in molte circostanze e non è accaduto. Qualcuno come è fisiologico ha espresso delle perplessità, non legate alla sede ma al timore di abbassare la qualità dell’offerta formativa. Pensiero lecito, ma che io non condivido assolutamente. Non c’è di certo una graduatoria di qualità tra le scuole, dai licei a scendere fino ai professionali. La serietà della scuola dipende da chi ci lavora, dalla sua preparazione e disponibilità a mettersi in gioco osservando chi si ha di fronte. Infine quando sono andata a vedere quella che sarebbe la sede della futura scuola, ho iniziato a coltivare un sogno: una scuola che fosse un centro civico in grado di promuovere la permanenza sul territorio delle famiglie e contrastare l’isolamento. Credo che lo sgretolamento del tessuto sociale e civile della montagna non possa essere recuperato se non con il mantenimento dei presidi scolastici, realtà educative diffuse che costituiscano comunità di memoria e siano custodi del patrimonio di storia, arte, tradizioni e culture del luogo. È fondamentale valorizzare e far crescere, con uno sforzo condiviso di enti pubblici e aziende private, le realtà periferiche. Senza le scuole questi territori, che non vanno intesi come marginali, ma di importanza strategica, sono destinati all’abbandono e alla marginalità, ad una lenta compromissione delle loro capacità di sviluppo". 

"Sono un’idealista - conclude la dirigente scolastica - e penso che nelle realtà più piccole le scuole riescano con maggiore semplicità ad attivare nella pratica quotidiana processi di continuità verticale e orizzontale, a lavorare in vista dell’unitarietà del sapere e della trasversalità, a promuovere la serena convivenza democratica, ad educare alla cittadinanza attiva, consapevole e responsabile. La scuola di Mercato Saraceno può diventare questo: un progetto didattico avanzato che sia di esempio ad altre scuole". 

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