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Cronaca

Tumore al seno, -25% di rischio morte con la diagnosi precoce

E’ la diagnosi precoce l’arma più potente contro il tumore alla mammella, la neoplasia più frequente nelle donne di ogni età (29% dei casi di tumori)

E’ la diagnosi precoce l’arma più potente contro il tumore alla mammella, la neoplasia più frequente nelle donne di ogni età (29% dei casi di tumori) e al contempo la più pericolosa (17% dei decessi). Lo conferma lo studio nazionale Impatto, nato dalla collaborazione tra programmi di screening e Registri Tumori, al quale ha preso parte anche l’Azienda Usl di Cesena. L’attivazione dello screening mammografico ha determinato una diminuzione del rischio di decesso del 25%.

Se si considera l’impatto sull’intera popolazione, e del 45% tra le donne sottoposte a screening rispetto alle non aderenti. “L’introduzione dello screening mammografico, attivo nel territorio cesenate dal 1997 – spiega il dottor Mauro Palazzi, responsabile del Centro Screening Oncologici dell’Azienda Usl di Cesena – ha portato a una diagnosi più tempestiva di tumori piccoli e meno aggressivi. La diagnosi precoce, associata ai progressi delle terapie, ha migliorato significativamente la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, che attualmente è arrivata all’87% dei casi, rispetto alla media nazionale che è dell’85%, come evidenzia il rapporto “I tumori in Italia” del 2010”.

L’invito allo screening per le donne cesenati - Fino al 2009 lo screening ha coinvolto le donne con età compresa tra i 50 e 69 anni, invitate a eseguire gratuitamente una mammografia bilaterale ogni due anni (test di 1° livello). Dal 2010 la Regione Emilia Romagna ha esteso il programma di screening anche alle donne con età compresa tra i 45 e i 49 anni (mammografia annuale) e tra i 70 e i 74 anni (mammografia biennale). Con l’estensione delle classi d’età, le donne invitate annualmente dal Centro Screening dell’Ausl di Cesena sono passate da 12.000 a circa 24.000.

Nel 2010 l’adesione all’invito complessiva è stata del 69%, in linea con la media regionale, che è più alta di quella nazionale, pari al 56%. L’adesione all’invito è stata diversa a seconda delle fasce di età: pari al 74% nella fascia 50-69 anni, al 62% in quella di 45-49 anni e al 66% in quella di 70-74 anni. Mentre guardando al triennio 2007-09 l’indagine Passi, l’87% delle donne tra i 50 e i 69 anni ha riferito di aver eseguito una mammografia nei tempi raccomandati, un dato che tiene conto anche delle donne che eseguono la mammografia al di fuori dello screening organizzato.

“Come ogni tecnica diagnostica, – sottolinea la dottoressa Antonella Bagni, Responsabile del modulo di senologia – pur essendo la mammografia la tecnica elettiva per lo studio della mammella, presenta alcuni limiti, legati ad esempio alla tipologia della ghiandola mammaria (mammelle dense) o alle minime dimensioni delle lesioni. Nonostante ciò il 75-80% dei tumori presenti, anche se molto piccoli, sono riconosciuti grazie al costante monitoraggio della qualità tecnica e della lettura delle immagini mammografiche. Nel triennio 2008-2010 tra le donne che hanno aderito al programma di screening dell’Ausl di Cesena sono state individuate e prese in carico dall’equipe multiprofessionale del percorso senologico, 195 pazienti con tumori maligni. In particolare, nel 2010 sul totale di 86 neoplasie trattate, 10 erano carcinomi in situ e 75 di tipo invasivo, trattate prevalentemente con un intervento chirurgico conservativo (80% dei casi); solo una lesione è risultata non operabile”.

Le novità del 2011 per la diagnosi e la riabilitazione - Nel 2011 la qualità degli strumenti a disposizione del programma di screening all’ospedale Bufalini di Cesena è migliorata, tra l’altro, grazie all’attivazione di un nuovo mammografo digitale di ultima generazione, donato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena. Il nuovo strumento, ben tollerato dalle donne per la possibilità di utilizzare la compressione dosata, è in grado di archiviare su computer le immagini diagnostiche, consente una minore esposizione alle radiazioni durante la mammografia ed offre una migliore qualità dell’immagine radiologica con la possibilità di effettuare valutazioni sempre più precise.

Ma un’importante novità è arrivata anche sul fronte del percorso riabilitativo che devono intraprendere le donne dopo un intervento chirurgico al seno con svuotamento del cavo ascellare. Per loro l'Unità Operativa di Medicina Riabilitativa dell’Azienda, nell’ottica di garantire un percorso omogeneo e una continuità della presa in carico anche dopo la dimissione dall’ospedale, ha realizzato un dvd con proposte di esercizi per il recupero dell’arto superiore. Il dvd, distribuito dal reparto di Chirurgia Breve-Senologia dell'Ospedale Bufalini di Cesena al momento dell’intervento, rappresenta una vera e propria guida con esercizi, informazioni, consigli e accorgimenti utili alle pazienti che, una volta dimesse, non necessitano di un trattamento riabilitativo specifico.

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