rotate-mobile
Cronaca Roncofreddo

Sulla parete di un casolare diroccato e avvolta dalla vegetazione spunta un'opera d'arte

Grilli precisa: «La pittura misura circa 90x65 fu stesa su strati d’intonacatura di diverso colore con uno spessore tra 1 - 1,5 centimetri; reca l’incisione ancora abbastanza nitida in rilievo operata con materiale legnoso di fortuna"

Scoperta inaspettata quanto straordinaria dello staff del Museo e Biblioteca Renzi di San Giovanni in Galilea (Borghi). Dopo studi e approfondite analisi catastali e topografiche, il mese scorso una équipe di ricerca coordinata dal Direttore Andrea Antonioli, ha rinvenuto nel territorio di Montecodruzzo (Comune di Roncofreddo) una bellissima pittura parietale a rilievo che dalle ricerche fin qui effettuate è da attribuire a Giovanni Malmerendi (1893-1968), noto pittore, incisore e ceramista originario di Faenza. 

Il gruppo, composto dal Presidente del Museo Renzi Nevio Magnani e dai collaboratori di Antonioli - Giampaolo Grilli, Alessandro Ricci (Presidente U.N.U.C.I. di Cesena) -, da Alberta Taioli e Marinella Franceschini, unitamente ai componenti dell’U.N.U.C.I. di Faenza nelle persone del Presidente Enrico Signorelli e Maurizio Melandri, accompagnati dagli escursionisti Valter Molari e Sergio Faedi, ha rinvenuto l’opera in una profonda e appartata gola completamente invasa dalla vegetazione, dipinta sulla parete nord di un casolare rurale diroccato e abbandonato intorno agli anni ’60. Considerata l’importanza del rinvenimento, hanno preso parte all’escursione anche le funzionarie delegate della Soprintendenza dei Beni Archeologici di Ravenna Luisa Tori (storica dell’arte) e Romina Pirraglia (archeologa)

Il Direttore Antonioli ricordando che proprio lo scorso 3 novembre sono ricorsi i 125 anni della nascita di Giovanni Malmerendi detto Giannetto precisa: «La pittura si stende su diversi strati di intonacatura e reca incisa l’immagine raffigurante San Giorgio su cavallo bianco che colpisce mortalmente il drago; è rimasta totalmente celata per 74 anni dalla folta boscaglia e protetta da un robusto rivestimento di edera. Dopo tre quarti di secolo d’abbandono l’inedito ritrovamento deve essere considerato eccezionale nel suo genere, così come considerevole è stato lo sforzo e la fatica nei diversi tentativi dello staff di ricerca per raggiungere quel luogo abbandonato e raggiungibile solo dopo oltre un’ora e mezza di marcia».

Grilli precisa: «La pittura misura circa 90x65 fu stesa su strati d’intonacatura di diverso colore con uno spessore tra 1 - 1,5 centimetri; reca l’incisione ancora abbastanza nitida in rilievo operata con materiale legnoso di fortuna, mancando al Malmerendi gli strumenti di lavoro persi durante il celere sfollamento durante il secondo conflitto mondiale in direzione delle colline cesenati. Le ricerche e le testimonianze che abbiamo raccolto confermano che il pittore abitò per qualche tempo in quella casa. Nonostante i rilevanti danni provocati dal tempo e dalle intemperie, il colore rosso parzialmente sbiadito del murale mantiene la presenza di fondo e ospita il cavaliere e il drago rifilato in sovraesposizione di strato bianco».

La Soprintendenza dei Beni Archeologici di Ravenna ha sta subito preso in grande considerazione la ricerca di Antonioli e del suo staff collaborando nelle ricerche, valutando le possibilità di recuperare e conservare la pittura, mentre sono iniziate approfondite indagini artistiche per confermare la paternità del lavoro murale ricondotta al Malmerendi.
2 - San Giorgio e il drago (di Malmerendi)-2

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sulla parete di un casolare diroccato e avvolta dalla vegetazione spunta un'opera d'arte

CesenaToday è in caricamento