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Cronaca

Il mistero della scomparsa di Manuela Teverini, nuovi scavi: al setaccio la cava di Bagnarola

Le nuove ricerche degli inquirenti si focalizzeranno a Bagnarola di Cesenatico, dove si trova una vecchia cava di argilla

Nuovo sopralluogo effettuato dagli investigatori della Squadra Mobile di Forlì-Cesena nell'ambito della scomparsa di Manuela Teverini, di cui non si hanno più notizie dall'aprile del 2000, all'epoca dei fatti 35enne. Le nuove ricerche degli inquirenti si focalizzeranno a Bagnarola di Cesenatico, dove si trova una vecchia cava di argilla. Nell'area è presente anche una zona che veniva usata come discarica. Secondo quanto appurato dagli investigatori, il marito della donna, Costante Alessandri, poteva accedere nella cava per scaricare scarti di giardinaggio. La cava negli anni passati è stata ricoperta. Le nuove ricerche, come riportato dalla stampa locale, dureranno circa un mese.

La scomparsa

Nell'inchiesta bis Costante Alessandri è indagato per l'omicidio della moglie e occultamento di cadavere. L'uomo era già stato prosciolto dalle stesse accuse. Manuela Teverini svanì nel nulla, lasciando in casa la figlioletta di quattro anni, ora maggiorenne. Teverini si stava separando dal marito, che agli inquirenti riferì che la sera del 5 aprile si addormentò accanto alla figlia. Quando la mattina si svegliò, non trovo Manuela in camera. Il letto era intatto e in casa non mancava nulla. Nel garage però non c'era l'auto. “Ho pensato fosse scappata, come spesso aveva minacciato di fare, visto cha la sera prima avevamo avuto una discussione”, dichiarò Alessandri. Poche ore dopo, però, uno dei fratelli di Manuela Teverini trovo la sua Fiat parcheggiata vicino alla stazione di Cesena. E di Manuela, da quella sera del 5 aprile, nessuna notizia.

L'arresto nel 2002

A dicembre 2002 il marito fu arrestato per omicidio e occultamento di cadavere. Fu condotto in carcere a Forlì dove rimase per circa un mese. In un’intercettazione parlò dell’omicidio della moglie con la prostituta che frequentava: ma davanti agli investigatori disse che lo aveva fatto per provocarli, visto che sapeva di essere intercettato. Ad aggravare la posizione del marito la presenza di un’assicurazione sulla vita stipulata da Manuela poco prima. Venne però scarcerato in quanto gli esiti sulla ricerca del cadavere nei pressi dell’abitazione di Capannaguzzo diedero esito negativo. La figlia, ora ventenne, ai microfoni di “Chi l’ha visto” ha chiesto la riapertura del caso: “Voglio tutta la verità”, ha detto la giovane.

L'inchiesta bis

La Procura ha riaperto il caso, con un primo sopralluogo effettuato nell'area dell'abitazione di Franco Alessandri, fratello di Costante.  Gli investigatori hanno perlustrato tra il 10 e l'11 novembre anche un appezzamento di terreno nei pressi dell'abitazione del marito della scomparsa coi cani molecolari specializzati nella ricerca di resti umani, e col georadar in dotazione alla Polizia Scientifica di Roma. Con un escavatore è stato realizzato un buco di circa una trentina di metri nel suo punto più largo, profondo 2-3 metri. Ore e ore di lavoro sotto una pioggia scrosciante per verificare quanto i cani specializzati avevano “fiutato”. Lo scavo è stato esteso nei pressi di una vasta sterpaglia. Inoltre erano state battute nuovamente alcune pertinenze della casa di Costante Alessandri. In un capannone adibito a ricovero agricolo, del fratello Franco, i detective guidati dall'ex dirigente della Mobile di Forlì-Cesena Claudio Cagnini avevano ispezionato il terreno, mentre anche le abitazioni avevano ricevuto la “visita” della Scientifica della Polizia.

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