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Cronaca

Una giovane cesenate manager del più antico cinema di Hollywood: "In America, dove i sogni si realizzano"

Sara non si è lasciata trascinare dal destino e, dopo aver accostato l'orecchio al suo cuore e, dopo aver mandato all'aria l'iscrizione alla facoltà di Ingegneria, è andata a Roma per seguire la sua prima passione

Quando la passione chiama non si può che rispondere. E, di questi tempi, in generale un po' anestetizzati dall'uso massiccio dei social network, è già una fortuna avere una passione e seguirla tenacemente. Ne sa qualcosa Sara Alessandrini, 31 anni tra qualche mese, cesenate, ex allieva dell'ITI Pascal e che il suo destino, fin da quando era piccola, sembrava segnato da una propensione per la tecnica: sarebbe diventata un ingegnere nonostante la sua chiara passione per il cinema.

Ma Sara non si è lasciata trascinare dal destino e, dopo aver accostato l'orecchio al suo cuore e, dopo aver mandato all'aria l'iscrizione alla facoltà di Ingegneria, è andata a Roma per seguire la sua prima passione. Da lì è stato tutto più semplice: da Roma è volata in America e da qualche anno Sara è diventata la manager del più antico cinema di Hollywood, l'Egyptian Theatre di Los Angeles, mura storiche che hanno visto passare tante star di Hollywood e del mondo.

All’Egyptian, Sara ora lavora come Facility Manager, dove si occupa della supervisione e manutenzione del cinema. Come manager dell’Egyptian é riuscita a trovare una carriera che le permettere di mettere assieme i suoi studi e le sue competenze tecniche, rimanendo nell’ambiente cinematografico. All’Egyptian ha iniziato come volontaria, ma è riuscita a farsi notare subito e grazie al suo impegno, in pochi mesi è stata assunta per lavorare al bar del cinema. Non è rimasta molto in quel ruolo perché date le sue doti tecniche, e alle conoscenze ottenute all’ITI, è stata una parte integrante della ristrutturazione e ricostruzione della sala di proiezione. La sala di proiezione dell’Egyptian Theatre è una delle poche sale al mondo dove è possibile proiettare la storica pellicola al nitrato. In meno di un anno è diventata manager e ha preso parte a vari progetti, dalla supervisione dei festival, alle ricerche nello storico archivio, al training del personale. L’Egyptian viene considerata una Art House e proietta film di tutti i generi ed età, festival da tutto il mondo, ma soprattutto si specializza nella proiezione di film seguiti da una discussione del film con il cast e troupe. Una delle esperienze più belle per Sara all'Egyptian é sicuramente stato l'incontro con Dario Argento.

Sara, com'è nata la tua passione per il cinema?
Ho iniziato ad appassionarmi al cinema fin da piccolissima. Alla sera i miei genitori guardavano sempre i film su Rete4 con Doris Day e Cary Grant e da lì è iniziata la mia passione per i film americani. Ero cosí ossessionata che alle scuole elementari cercavo di ricreare le scene dei film e sapevo tutte le pubblicità a memoria. Ma la ragione per cui il cinema è diventato una parte fondamentale della mia vita è stato perché a Natale io e mia cugina cercavamo sempre una ragione per scappare dal Natale in famiglia dove si parlava solo di malattie e di come è impossibile far diventare i sogni realtà, e ci rinchiudevamo al Cinema Eliseo a guardare film ed a ingozzarci di popcorn. In anni recenti ho pure scoperto che mio nonno, che non ho mai conosciuto, era appassionato di film e aveva una telecamera sua e passava tutto il suo tempo a filmare luoghi e persone di Cesena. Ho trovato più di 30 pellicole nello scantinato di casa di mia cugina. Quindi si può dire che la passione per il cinema fa pure parte del mio DNA.

A cosa ti sono servite le competenze acquisite all'Iti?
Lavoro come Facility Manager all’Egyptian, quindi mi occupo tra le varie cose della manutenzione del cinema e della sicurezza, ma per descrivere il mio lavoro in poche parole diciamo che risolvo problemi. Ho studiato Elettronica e Telecomunicazioni all’ITI di Cesena, e mi sono stati molto utili nel mio lavoro perché spesso devo risolvere problemi o assumere qualcuno che risolva problemi elettronici, o informatici, e grazie ai miei studi sono in grado spesso di risolverli da sola, facendo risparmiare soldi alla mia compagnia, o di capire quando qualcuno sta cercando di fregarmi se assumo qualcuno per risolverli. Molto utile al mio lavoro è stato di sicuro l’alternanza scuola lavoro fatta all’ITI, dove ho imparato a risolvere problemi informatici, facendo uno stage al Comune di Cesena, e a disegnare una pianta con Autocad facendo uno stage presso Oficina4. All’Egyptian sono riuscita ad impressionare tutti creando un modello 3D di un magazzino che andava riorganizzato. Ma pure, all’Egyptian, sono stata una parte integrante della ristrutturazione e ricostruzione della sala di proiezione, progetto voluto dalla Film Foundation di Martin Scorsese, HFPA (la compagnia dei Golden Globes) e altri. Lí, io e altri, abbiamo lavorato per qualche mese a costruire la LAN per la sala di proiezione ed il sistema video e audio, ed io ero l’unica che riusciva a capire come stendere dei cavi guardando semplicemente una mappa, e quindi mi sono ritrovata pure a dirigere e supervisionare il lavoro altrui.

Nel tuo futuro cosa c'è? Pensi di tornare a Cesena?
Non penso di tornare a Cesena a tempo pieno, ma sicuramente ho progetti per il futuro che includono Cesena. Per adesso adoro il mio lavoro di facility manager dell’Egyptian e di sicuro voglio avanzare nella mia carriera di manager. I cesenati sono molto appassionati di cinema e ho già in piano per il futuro di aprire un cinema a Cesena, ma questo non succederà ancora per un po’ di anni. La mia carriera come manager ha la priorità al momento, ma nel tempo libero lavoro anche come regista di Videoclip e sto scrivendo il mio primo film come parte di una tetralogia, e chissà, magari in futuro riuscirò a girarlo. Poco prima di lasciare Cesena ho girato un video sperimentale/videoclip a Cesena che è stato accettato in vari festival, quindi si può dire che Cesena è stata e continua ad essere la mia ispirazione.

Cosa ti è servito della tua romagnolità in America?
Di sicuro la dedizione. La voglia di fare un ottimo lavoro senza aspettarmi grandi riconoscimenti in cambio. I romagnoli sono un popolo di grandi lavoratori e soprattutto umili. La differenza tra gli Stati Uniti e l’Italia è che negli Stati Uniti se lavori sodo  i riconoscimenti arrivano sempre. Un’altra caratteristica sicuramente è la testardaggine. In America se qualcuno dice che qualcosa non si può fare ci credono tutti, finché non arrivo io che dimostro il contrario. Una volta il cancello frontale principale del cinema, che era stato creato su misura, si era rotto e abbiamo chiamato dei professionisti per ripararlo. I professionisti mi hanno detto che sarebbe costato 30mila dollari per riparare il cancello perché dovevano smontarlo e mandarlo in un’altra struttura e avrebbero dovuto bloccare la strada con tanto di gru per ripararlo. Io non ci ho creduto per un secondo e ho chiamato un mio amico per aiutarmi. Insieme abbiamo riparato il cancello in due ore spendendo un centinaio di dollari in totale.
 

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