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Cronaca

Risparmio tradito, il comitato risparmiatori contro Credit Agricole: "Proposta inaccettabile"

La proposta della banca rivolta agli azionisti, non raccoglie le istanze di risarcimento del comitato: “E' una proposta scorretta, umiliante, offensiva, che non si fa carico di un serio e legittimo risarcimento"

“Crédit Agricole non contento di essersi appropriati di una banca - anzi di tre banche, se consideriamo anche Cassa Risparmio Rimini e di S. Miniato, oltre a Cesena – per un tozzo di pane, ora vuole pure umiliare i piccoli risparmiatori-azionisti”: è il commento di Davide Fabbri, in rappresentanza del comitato di oltre 550 piccoli azionisti della Cassa di Risparmio di Cesena che hanno visto il loro patrimonio andare praticamente in fumo nella crisi e nel successivo salvataggio dell'istituto di credito cesenate da parte del Fondo interbancario prima e poi del colosso bancario francese.

Infatti, la proposta della banca rivolta agli azionisti, non raccoglie le istanze di risarcimento del comitato: “E' una proposta scorretta, umiliante, offensiva, che non si fa carico di un serio e legittimo risarcimento del risparmio tradito. Una proposta scorretta, perché era stato promesso un “segnale di attenzione” (queste le parole testuali pronunciate dal nuovo direttore generale Massimo Tripuzzi) verso gli azionisti privati. Per cui ci si aspettava, non certo un dono - le banche non fanno mai regali – ma soltanto un tentativo seppur misero di giustizia sociale nei confronti degli azionisti privati. Al contrario quello che riceviamo da parte della nuova dirigenza della banca è un colpo in pieno viso, che ci fa male e ci mortifica”. Per il comitato inoltre la proposta è anche a a rischio dal punto di vista della correttezza giuridica. Continua la nota di Davide Fabbri: “Non abbiamo mai chiesto regalie, chiediamo semplicemente che venga restituito il maltolto, che venga ridato quanto è stato portato via dalla banca agli azionisti privati in modo illegittimo, niente di più e niente di meno”.

Protesta dei risparmiatori CRC (D. Sapone)

La proposta della banca

La banca che incorporerà le tre Casse di Risparmio - Cesena, Rimini, S. Miniato - è Crédit Agricole Cariparma, propone – ricostruisce il comitato di piccoli azionisti - di acquistare le azioni degli investitori privati (non sono comprese nell’offerta le Fondazioni bancarie, altre banche, compagnie di assicurazione e intermediari finanziari, “con i quali evidentemente la banca ha trovato un altro e più remunerativo accordo”, protesta il comitato) al valore di euro 0,50 ad azione, e poi di distribuire agli azionisti delle tre banche che hanno aderito all’accordo e che sono rimasti correntisti attivi, quindi con la stessa movimentazione del conto che avevano prima, un dividendo extra pari al 2,5% dell’utile di Crédit Agricole Cariparma del 2020.

“Con queste premesse, questa banca non è e non sarà mai amica del territorio, né dei cittadini residenti, né dei risparmiatori-azionisti. Questa banca sta dimostrando di avere un'assoluta insensibilità nei confronti degli azionisti privati, unici soggetti a pagare pesantemente per responsabilità non loro”, è il commento. 

Il comitato dei piccoli azionisti cerca di fare, tramite i suoi esperti, un po' di calcoli. Dal bilancio 2016 di Crédit Agricole Cariparma si evidenzia un utile netto di 208 milioni di euro, nel 2015 erano stati 220. Ipotizzando che siano 230 milioni nel 2020, più altri 40 milioni - ipotizzabili - per il contributo delle nuove tre banche che confluiranno nel gruppo (Cesena, Rimini, S.Miniato), per un totale pertanto di utile netto di 270 milioni di euro nel 2020. Il 2.5% di questi soldi corrispondenti a 6,75 milioni di euro vanno distribuiti ai soci fedeli, per tre anni, delle tre banche che hanno aderito alla OPA (Offerta di Pubblico Acquisto). In rapporto al numero delle azioni e al concambio, la Cassa di Risparmio di Cesena, essendo la banca più grande, avrà circa il 40% di questa somma.  Quindi per gli azionisti privati della CRC ci saranno 2,7 milioni di euro. Se tutti gli azionisti privati aderissero all'offerta, siccome gli azionisti privati sono possessori di circa 9 milioni di azioni, per capire quanto spetta per ogni azione, basta dividere 2,7 milioni per 9 milioni: il risultato è un misero 0,3 euro per azione.

Conclude la nota del comitato: “In soldoni all'azionista viene offerto questo: alla fine del 2021 dopo aver venduto le azioni a 0,50 euro e aver subito un ricatto di permanenza nella banca di tre anni (solo di spese conto il cliente avrà speso di più di quanto poi andrà ad incassare) verranno dati altri 30 centesimi ad azione. Se vogliamo pensare che questa cifra possa essere un corrispettivo dei warrant – che noi del Comitato abbiamo sempre detto di essere "fumo negli occhi" – ne risulterebbe un valore di 30/4 = 7,5 centesimi a warrant. Per cui i famigerati warrant, che tanto dovevano fare per ridurre le perdite, si dimostrano essere quello che noi del Comitato abbiamo sempre detto, cioè una paccottiglia ingannevole di scarso valore”.

La contro-proposta del comitato

“Andremo ad avanzare alla dirigenza della banca la seguente proposta per i nostri associati (circa 550 a oggi): costituzione di un fondo di ristoro al fine di risarcire gli azionisti, con importi congrui e adeguati. Valutazione iniziale dell'azione: 15 euro (pari al valore medio delle transazioni negli ultimi 3 mesi). I rimborsi saranno percentualmente proporzionati al numero di azione posseduto secondo la presente tabella: Da 1 a 250 azioni, rimborso del 85%, da 251 a 500 azioni, rimborso del 75% , da 501 a 1.000 azioni, rimborso del 65%, da 1.001 a 2.000 azioni, rimborso del 55%, da 2.001 a 4.000 azioni, rimborso del 45%, da 4.001 a 10.000 azioni, rimborso del 35%, da 10.000 a 20.000 azioni, rimborso del 25%, da 20.000 a 40.000 azioni, rimborso del 15%, > 40.000 azioni, rimborso del 5%. Non potranno essere fatti accordi migliorativi - rispetto a quello firmato con il nostro Comitato - con nessun altro vecchio azionista (prima della ricapitalizzazione), nessuno escluso. I rimborsi potranno essere effettuati in 4 trance semestrali. L’azionista che accetta i rimborsi, si impegna a rinunciare a qualsiasi azione legale di rivalsa nei confronti della banca. Crediamo che la nostra proposta sia una operazione indispensabile nella direzione della riacquisizione della fiducia da parte dei risparmiatori”.

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