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Cronaca Cesenatico

Bomba rudimentale, arrestato il responsabile. L'accusa è di tentato disastro

L'uomo che ha saturato l'ambiente della sua abitazione con il gas, realizzando anche un rudimentale timer. In totale quasi 5 bombole di gpl in uno spazio angusto

E' piantonato in ospedale in stato di arresto. Si trova nel reparto di psichiatria del Bufalini, sotto la stretta sorveglianza delle forze dell'ordine, Luigi Carbone, 50 anni di origini pugliese, l'autore del gesto che ha tenuto sotto scacco tutta la frazione di Villalta, lungo via Cesenatico. L'accusa che gli è stata mossa è molto grave: crollo di costruzioni e altri disastri dolosi, un reato inserito nella parte del codice penale dei delitti contro la pubblica incolumità. Carbone viene descritto dagli inquirenti come lucido, ma chiuso nel quasi totale silenzio, il giorno dopo il pericolo scampato.

L'ALLARME - Domenica sera alle 19,30 per un'ora e mezza la trafficata arteria che collega Cesena a Cesenatico è stata chiusa, 10 nuclei familiari sono stati evacuati (circa 25-30 persone), in totale 800 metri di strada interdetta ad anima viva che non fossero carabinieri, vigili del fuoco, e chiaramente lui stesso, l'uomo che ha saturato l'ambiente della sua abitazione con il gas, realizzando anche un rudimentale timer. In totale quasi 5 bombole di gpl erano state svuotate in un ambiente molto piccolo e sarebbe bastata anche la più piccola azione elettrica, come suonare il campanello, per provocare una grande e devastante esplosione.

Per fortuna così non è stato, grazie all'impegno, alla velocità e al coraggio di vigili del fuoco e carabinieri. E' stato Carbone stesso ad avvisare il 112 di quanto aveva fatto e della presenza di un dispositivo da lui realizzato a mo' di timer. I militari sono arrivati subito sul posto con 4 pattuglie. Mentre un maresciallo ha intavolato una discussione fuori dalla casa con l'uomo chiuso all'interno, in via Cesenatico 546, i militari hanno fatto sgomberare le case vicine, 400 metri prima e 400 metri dopo la casa autonoma di Carbone. Non è stata una vera e propria trattativa, in quanto l'uomo non ha avanzato precise richieste per uscire di casa, ma sono stati ripetuti inviti a non commettere sciocchezze e a consegnarsi alle cure del personale del 118. L'uomo alla fine ha accettato urlando dopo pochi minuti “Esco esco”. Nell'uscire si è richiuso dietro di sé la porta di casa, lasciando cioè completamente intatto il rischio da lui provocato.

UNA BOMBA INNESCATA - Mentre Carbone veniva immediatamente affidato alla cure del personale del 118, sorvegliato a vista, si è subito attivata la macchina per mettere in sicurezza l'area. Il sottotenente Alessandrelli, comandante del nucleo radiomobile della compagnia di Cesenatico, ha immediatamente riaperto la porta per permettere già un primo intervento per l'uscita del gas. L'odore di gpl era fortissimo e dopo un breve consulto i vigili del fuoco volontari del distaccamento di Cesenatico sono entrati all'interno per aprire le finestre e areare immediatamente i locali. Una scelta fatta con un'inevitabile dose di rischio, dal momento che Carbone fin dall'inizio aveva annunciato la presenza di un timer realizzato dal lui stesso. Dentro c'erano ben 5 bombole di cui 3 vuote e due svuotate per oltre la metà. Successivamente è stato rinvenuto un rudimentale apparecchio artigianale. Al vaglio delle indagini se effettivamente avrebbe potuto innescare l'esplosione, ma al buio e nella concitatezza di quei momenti quella che è stata smantellata era una micidiale bomba, fatta di gas esplosiVO e di un meccanismo di innesco a tempo.

L'OSSESSIONE DI CARBONE - Luigi Carbone da vent'anni è coinvolto in una vicenda giudiziaria per una lite tra vicini collegata ai confini e alla presenza di alcune sue pertinenze indicate come abusive. Un intricato caso di natura edilizia in cui, spiega il sindaco Matteo Gozzoli, “il Comune faceva più che altro da arbitro tra le due opposte rivendicazioni e che negli anni aveva fatto anche alcuni atti formali”, tanto che Carbone ad un certo punto per protesta si era accampato sotto il portico del municipio. Che la sua battaglia giudiziaria, della quale non aveva avuto soddisfazione in tribunale, fosse per lui una vera e propria ossessione, lo si può evincere dalle scritte sul muro esterno, ben visibili dalla strada, vergate da Carbone stesso in cui denunciava quella che a suo dire era un'ingiustizia subita. L'uomo aveva realizzato anche diversi video su Youtube in cui denunciava, in molto assai sconnesso, il suo caso giudiziario.

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