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Cronaca

Fu implicato nel 2013 in una feroce rapina, nonostante l'espulsione "pizzicato" in Italia con documenti falsi

Fermato dai carabinieri nel corso di un controllo stradale è emerso che lo straniero era rientrato illegalmente in Italia dopo essere stato espulso

La rimpatriata con gli ex compagni di cella è costata le manette a un 31enne moldavo, già implicato in una feroce rapina, arrestato per essere rientrato illegalmente in Italia. Nella giornata di domenica, durante un controllo stradale, i carabinieri di Riccione avevano intimato l'alt a una vettura con tre persone a bordo. Al momento dell'identificazione è emerso che si trattava di soggetti stranieri, tutti già noti alle forze dell'ordine, con uno un particolare che aveva dei documenti alquanto dubbi. Per accertare la sua esatta identità è stato quindi portato in caserma dove sono emerse le sue vere generalità. Si trattava di un cittadino moldavo che, nel 2017, era stato condannato in primo grado per la feroce rapina ai danni di un numismatico di Cesena. In quella occasione, insieme ad altri 3 complici, nel 2013 aveva ridotto in fin di vita la vittima dopo che la banda era entrata nella sua abitazione in cerca di preziosi. Il moldavo, ritenuto il capo del gruppo di malviventi, era stato condannato in primo grado a 8 anni pena poi aumentata a 10 dall'Appello ma con la Cassazione che aveva annullato tutto scagionando il 31enne che però era stato espulso dall'Italia. Difeso dall'avvocato Giuliano Renzi, nella mattinata di lunedì è stato processato per direttissima per i documenti falsi e il rientro illegale nel nostro Paese. Il giudice ha convalidato il fermo e disposto l'obbligo di firma e di dimora nel comune di Cesena, dove abitano dei parenti, con il suo difensore che ha chiesto i termini a difesa. Il 31enne si è giustificato sostenendo di essersi sposato in Moldavia e che, il nuovo documento d'identità, è stato emesso col cognome della moglie. Il processo è stato aggiornato al prossimo giugno.

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