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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Richiedenti asilo di San Carlo, Pd: "Situazione indecente e alto rischio caporalato"

Il consigliere Castellucci: "È uno scontro tra gli ultimi e i penultimi della società, a uscirne vincitori sono solo quelli che inneggiano all'intolleranza"

"Le condizioni in cui vivono i profughi stipati nella casa di via San Mamante sono al di sotto della tollerabilità, oltre che della decenza". Dopo il servizio del TgR di Rai 3 e quello di Rete4, anche il Pd Cesena esprime la sua solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo ospiti nella struttura di San Carlo.

"Di fronte alle immagini andate in onda, ai racconti usciti sui giornali in questi giorni e alle foto pubblicate, c’è davvero poco spazio per l’immaginazione - commenta il consigliere Pd Sebastiano Castellucci - Tuttavia, la situazione è ancor più stridente vista la reazione dei responsabili della Croce d’Oro, che in loro difesa dicono che i profughi in questi mesi sono ingrassati, che resta il cibo nei piatti, che ci sono ben 5 bagni agibili e non solo 2, che tutte le ampie spese sono documentate. Ebbene, se sono documentate, occorre che siano rese pubbliche secondo un principio di trasparenza ormai ineludibile nel 2017; se sono ingrassati ci saranno certificati medici a testimoniarlo; se ci sono 5 bagni agibili, bastano semplici foto a confermarlo".

Per mercoledì 12 aprile è stata indetta una commissione consiliare dedicata all'audizione dei responsabili di Croce d'oro. "In attesa dell’interrogazione parlamentare, viene da domandarsi: la Prefettura, che ha affidato in via diretta il centro, con quali parametri individua i soggetti ritenuti capaci di gestire queste persone? - continua Castellucci - Perché non sono state ascoltate le segnalazioni che sono arrivate da più parte nei mesi scorsi? Sono servizi che lo Stato retribuisce giornalmente, non si tratta di volontariato (che invece contraddistingue tantissime realtà del territorio ma, come sempre accade in queste situazioni, del tutto oscurate nell’immagine data della nostra città). Il tema è particolarmente caldo perché si crea, secondo un copione diventato ormai scontato, un conflitto tra i penultimi contro gli ultimi della società: chi ha perso il lavoro, chi non lo ha mai avuto, chi vive in situazioni sociali emarginate e sotto la soglia di povertà, che si scaglia con violenza contro chi ha attraversato di tutto per scappare dalla morte. Gli unici a uscirne vincitori sono coloro che seminano intolleranza e gridano senza mai proporre soluzioni che tengano in conto dei problemi sociali in gioco. Alla perdurante situazione economica recessiva si è unita la crisi dei migranti, portando evidentemente instabilità politica e sociale, ma se queste sono dinamiche che richiedono risposte nazionali o europee, a livello locale non possiamo permetterci di avere situazioni come quelle raccontate in questi giorni. A ciò si unisce un altro fenomeno di cronaca altrettanto insopportabile, quello del caporalato: grazie alle operazioni portate a termine dalla Guardia di finanza nelle scorse settimane, sono state scoperte attività economiche nel territorio fondate sullo sfruttamento dei lavoranti immigrati. Il pericolo da evitare ad ogni costo è permettere che chi non ha nulla da perdere, visto che ha già perso tutto, si sottoponga a giornate di lavoro senza ricevere un euro, magari accontentandosi di un pasto. Nessuna tutela, nessuna garanzia, e violazione di tutti i diritti che il nostro Stato difende dal 1948: è incredibile come in pochi anni siano tornati spettri che sentivamo lontanissimi dalla nostra comunità e che ancora sentiamo lontani, tant’è che è difficile capire fino in fondo le storie che sentiamo raccontate, sebbene avvengano a pochi chilometri dalle nostre case".

Il consigliere conclude: "Mi auguro che l’Anci (l'associazione nazionale comuni italiani, ndr), raccogliendo le istanze locali, riesca a spronare il Governo a portare avanti un’idea comune di accoglienza, da Bolzano a Lampedusa, secondo regole chiare e definite. Nell’attesa, l’auspicio che credo sia condiviso da molti è portare tutte le accoglienze del nostro territorio, nessuna esclusa, sotto le convenzioni dell’Unione dei Comuni Valle Savio, che garantisce controlli costanti, trasparenza nella gestione, e standard da rispettare, prendendo così le distanze ancora una volta da modalità di gestione che sono lontane dai valori della nostra comunità. I racconti di questi giorni vanno contro ogni principio che rispetti la dignità dell’uomo".

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