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Cronaca

Pranzo fuori casa, l'indagine: costo e tempo penalizzano i piatti salutari

Per quanto riguarda i cittadini, circa la metà degli intervisti ha esigenza di pranzare fuori durante la settimana lavorativa e spesso tutti i giorni

Siamo più informati e attenti a cosa mangiamo, ma tra impegni quotidiani e ritmi di vita sempre più spesso consumiamo pranzi veloci e fuori casa. E’ quanto emerge dall’indagine conoscitiva promossa dai Dipartimenti di Sanità Pubblica dell’Ausl della Romagna nell’ambito del Progetto “Gins Food Gusto in salute”, che a Cesena sta per partire con i primi corsi di formazione per gli operatori della ristorazione che si terranno il 17 e il 29 settembre con la preziosa collaborazione di Confesercenti e Confcommercio di Cesena.

Le abitudini alimentari dei romagnoli - L’indagine, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Psicologia sede di Cesena - ha coinvolto 165 gestori di locali nei territori di Cesena, Lugo, Bertinoro Forlimpopoli e Rimini e 1228 cittadini romagnoli. I gestori intervistati descrivono una clientela a pranzo, prevalentemente abituale, fatta di studenti e lavoratori che gravitano nella zona intorno al locale. A pranzo i clienti chiedono prevalentemente pasti da consumare velocemente, leggeri, fatti di ingredienti semplici e naturali, possibilmente a base di verdure. Secondo i gestori intervistati i fattori che ostacolano maggiormente il consumo da parte dei clienti di piatti salutari a pranzo sono il costo e il tempo. La maggior parte dichiara inoltre di avere responsabilità e un ruolo nella promozione di stili alimentari sani, nel momento in cui scelgono i prodotti da acquistare, nel fornire informazioni precise e puntuali ai clienti sulla qualità dei prodotti, nel fornire consigli e suggerimenti.

Per quanto riguarda i cittadini, circa la metà degli intervisti ha esigenza di pranzare fuori durante la settimana lavorativa e spesso tutti i giorni. Dallo studio emerge l’esigenza di poter pranzare in tempi contenuti, poter trovare prodotti di qualità e gustosi, ad un prezzo ragionevole. Dallo studio emergono inoltre 4 diverse concezione di “menu salutare”: la prima, quella più diffusa (44%) lo descrive come un menu vario e bilanciato dal punto di vista nutrizionale; la seconda rappresentazione (30%) descrive il menù salutare quello realizzato “con cibi di qualità proposti in modo semplice”; al terzo posto emerge una rappresentazione del piatto salutare definibile come “tradizionale – locale”; l’ultima rappresentazione di menù salutare, meno diffusa (circa il 10%) è quella “integralista –vegetariana”.

Ma le abitudini alimentari dei romagnoli sono sane? La stragrande maggioranza del campione intervistato ritiene di avere una alimentazione generalmente sana e dichiara di aver incrementato negli ultimi anni il consumo di piatti salutari. Ciò nonostante l’attenzione al consumo di piatti sano non è costante: quando si pranza con amici/colleghi la preoccupazione per l’alimentazione salutare passa in secondo piano in favore della convivialità, altre volte invece, anche se in misura inferiore, è evidente la fretta a orientare le persone al consumo di ciò che è facilmente disponibile senza preoccuparsi di quanto sia salutare.

“Gins Food  - Gusto in salute” rientra nell’ambito del più ampio progetto di Comunità “Gins, Gruppi In Salute” e si propone di aumentare la possibilità per chi mangia fuori casi di consumare un pasto che unisce il gusto con la salute. Grazie alla partnership, Ausl, Associazioni di categoria e mondo della ristorazione combineranno le proprie specifiche competenze per offrire ai cesenati che mangiano fuori casa piatti gustosi e salutari, favorendo sane scelte alimentari. “L’abitudine a consumare pasti fuori casa si sta sempre più diffondendo ed interessa diverse categorie di persone, soprattutto studenti e lavoratori", spiega Marina Fridel, direttore dell’Unità Operativa Igiene degli Alimenti e Nutrizione del Dipartimento di Sanità Pubblica di Cesena.

“L’offerta è spesso limitata e il consumatore si trova di frequente a dover scegliere tra piatti eccessivamente calorici, poveri di vitamine e minerali, ricchi di sodio e grassi. La ristorazione – prosegue Fridel - costituisce un contesto privilegiato per favorire l’acquisizione, l’adozione consapevole e il mantenimento da parte del consumatore di comportamenti alimentari corretti per la salute e il benessere. Ecco perché è importanza per noi operatori sanitari sensibilizzare e formare gli addetti alla produzione e somministrazione di alimenti. Si cerca di valorizzare  concetti come stagionalità, tipicità, prodotti locali. Così facendo sarà possibile trovare anche negli esercizi pubblici gli alimenti e quindi piatti che contraddistinguono il territorio, con un guadagno in termini di freschezza, qualità nutrizionale, gusto e sicurezza”.

Fondamentale per la piena riuscita del progetto è la creazione di una rete di esercizi di ristorazione interessati all’iniziativa e disponibili a collaborare alla sua realizzazione. Rete di esercizi che sarà on line sul sito gins.auslromagna.it Tutti gli operatori del settore possono partecipare aderendo ad un disciplinare che li guiderà al rispetto di poche regole chiare, condivise e facilmente verificabili anche dal consumatore: privilegiare prodotti locali; utilizzare frutta e verdura fresca e di stagione e alimenti freschi; preparare piatti, insalate e panini in modo semplice, nel rispetto della tradizione. Gli esercizi che aderiranno al progetto potranno esporre all’interno dei propri locali il marchio “Gins Food, gusto in salute”, unitamente alla locandina del progetto. I corsi sono rivolti a tutti gli operatori della ristorazione -  anche a quelli che non appartengono ad alcuna Associazioni di Categoria -  interessati ad aderire al progetto e ad offrire quindi ai cittadini l’opportunità di consumare piatti nutrizionalmente equilibrati. La partecipazione è gratuita. 

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