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Cronaca

Aumenta la voglia di attività sportiva e scende il numero di sedentari: solo il 26%. Lo sport più praticato? Il calcio

Nella Sala Convegni della sede di Confartigianato Cesena è stato illustrato il Report contenente i risultati dell’indagine sulla pratica sportiva in Emilia-Romagna

Nella Sala Convegni della sede di Confartigianato Cesena è stato illustrato il Report contenente i risultati dell’indagine sulla pratica sportiva in Emilia-Romagna. Sono intervenuti il Sindaco Enzo Lattuca, l'Assessore allo Sport Christian Castorri, il Capo della Segreteria Politica della Presidenza della Regione Emilia-Romagna Giammaria Manghi e il Coordinatore del Comitato Cesena Sport City, Lorenzo Tersi. A oltre cinque anni dalla promulgazione della Legge regionale sullo Sport, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di realizzare una ricerca sullo stato di salute dello sport e della pratica sportiva nel territorio regionale. 

L’analisi ha permesso di delineare un quadro esaustivo e molto particolareggiato relativo non  solo all’attuale pratica sportiva in Regione, ma anche al futuro prossimo dell’attività motoria e  dello sport emiliano romagnolo, evidenziando alcune tendenze che stanno già modificando il  modello di domanda sportiva. 
La situazione regionale appare sicuramente positiva e denota un’alta cultura sportiva territoriale in  grado di superare senza scossoni un biennio così difficile in termini sanitari, sociali ed economici. 

L'incontro

In Regione solo il 26,8 % di sedentari

La Regione Emilia-Romagna registra una percentuale del 39% di praticanti sportivi (ovvero  coloro che praticano sport nel proprio tempo libero in modo continuativo o saltuario), un dato su periore alla media nazionale (pari al 34,5%) e abbastanza in linea con il resto del settentrione. Interessante notare anche come la percentuale di praticanti continuativi (pari al 28%) sia una delle più  alte a livello italiano; segno di come chi pratica sport in Regione lo faccia con assiduità e continuità, denotando una forte motivazione. 

Se allarghiamo la visione, considerando anche coloro che svolgono qualche attività fisica, è possibile valutare il numero di abitanti attivi. La percentuale arriva al 73,2% con una crescita sia a livello  assoluto che di percentuale, a dimostrazione di come neanche la pandemia abbia saputo fermare  questa significativa tendenza verso il movimento e l’attività motorio-sportiva. Parallelamente alla crescita degli abitanti attivi, continua a scendere anche il numero dei sedentari (26,8%), pari ad un -4,2% nell’arco di cinque anni e in calo anche nel periodo pandemico, il più  positivo da quando tale dato viene analizzato.  

La pratica femminile risulta significativa, essendo non troppo distante dal 40% sul totale dei  tesserati, ed evidenzia come la cultura sportiva regionale sia di buona rilevanza, ottenendo dati  superiori alla media nazionale. Tuttavia, è presente ancora un importante gap rispetto al numero  di tesserati uomini; appare dunque necessario promuovere politiche e progettualità che, come  affermato anche nella Carta Etica dello Sport della Regione Emilia-Romagna, permettano di  incentivare e favorire sempre di più una pratica senza alcun divario di genere. 

Analizzando le discipline sportive più praticate, al primo posto troviamo il calcio con oltre 90.000  tesserati, seguito dal tennis (45.000 tesserati), dalla pallavolo (37.000 tesserati) e dalla pallacanestro (oltre 31.000 tesserati). Poco sotto i 20.000 tesserati l’atletica leggera e successivamente la  pesca sportiva e attività subacquee, la ginnastica, la danza sportiva, la pesistica e il golf; queste  ultime tre poco sotto i 10.000 tesserati. 

Lo sport nelle province

Entrando nel dettaglio del dato relativo a tesserati e società presenti in Regione, è stato analizzato il loro impatto sulle singole province. Come immaginabile, a livello assoluto, la provincia di Bologna fa segnare il maggior numero di tesserati e società sportive, seguita da Modena e Reggio  Emilia. Interessante notare come le province geograficamente più periferiche (Piacenza, Ferrara  e Rimini) facciano rilevare i numeri più bassi, sia a livello di tesserati che di società sportive. 

Anche analizzando gli stessi dati a livello demografico, (ovvero per 100.000 abitanti) e territoriale  (ovvero per 100 kmq), questa caratterizzazione periferica viene confermata, sebbene Rimini, a tal  riguardo, si allinei con le province romagnole. Quello che emerge è dunque una situazione che  pare abbastanza codificata, con le province romagnole che evidenziano dati superiori alla media regionale per quanto riguarda soprattutto atleti e società per 100.000 abitanti, segnalandosi per  un’alta sensibilità sportiva, mentre le province più periferiche (Ferrara e Piacenza) segnano dati  in larga parte inferiori alla media regionale. 

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