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Cronaca

Piazze vietate ai fascisti sul filo dell'incostituzionalità: il sindaco spiega come funzionerà

Tra una settimana Cesena avrà un nuovo regolamento che di fatto impedirà la concessione del suolo pubblico per manifestazioni organizzate da partiti o associazioni che si rifanno al fascismo

Tra una settimana, il 15 novembre, Cesena avrà un nuovo regolamento, nel cosiddetto “Codice della Convivenza Civile”, che di fatto impedirà la concessione del suolo pubblico per manifestazioni organizzate da partiti o associazioni che si rifanno al fascismo e alla sua ideologia. Si tratta di un provvedimento che il Comune di Cesena ha studiato a lungo in quanto i rischi di incostituzionalità sono molteplici e si addentra in un terreno scivoloso in verità già regolato dalla Costituzione stessa e da una una serie di consolidate sentenze giurisprudenziali.

La nostra Costituzione, figlia dell'Antifascismo, garantisce la più ampia possibilità di manifestazione e di pensiero, affidando quasi esclusivamente alla società civile il ruolo di “anticorpo” al ritorno di ideali nefasti, nella consapevolezza che qualsiasi bavaglio normativo possa rivelarsi una catena che prima o poi finisce per incatenare anche colui per la quale non era pensata. C'è da domandarsi, inoltre,  se un modesto regolamento comunale, approvato da un organo senza alcun potere legislativo, come un Consiglio Comunale possa andare a riempire un vuoto lasciato dalla Costituzione e in gran parte anche dalla legge, dal momento che la Legge Fiano non è ancora stata approvata in via definitiva.

Il testo del regolamento 

Il testo esatto del futuro regolamento recita così,  al futuro articolo 23 bis: “E’ vietato, nei luoghi pubblici, lo svolgimento di attività che, anche per i contenuti desumibili dagli avvisi informativi e dal materiale nell’occasione divulgato, concretizzino la lesione ai principi dell’antifascismo, dell’integrazione, della tolleranza e della democraticità, cui si ispirano i valori costituzionali. E’ vietato, inoltre, esporre immagini, simboli e rappresentazioni che possano essere riconducibili al regime fascista, ad altri regimi totalitari o che, per i contenuti che comunicano, propagandino idee volte a sostenere le discriminazioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di disabilità e di orientamento sessuale. Comportamenti difformi a quanto stabilito ai commi precedenti, fermo restando le più gravi ipotesi di reato da perseguirsi a norma delle vigenti leggi in materia, potranno costituire, così come accertati, motivo di  immediata sospensione dell’iniziativa e di revoca del titolo autorizzatorio eventualmente concesso. L’organo accertatore, intimata ai trasgressori la sospensione dell’iniziativa non conforme a quanto previsto dai commi precedenti, informa contestualmente  l’Autorità di Pubblica Sicurezza”.

L'intervista al sindaco

Sindaco Paolo Lucchi, può spiegare la ratio di questa norma?
“Il regolamento impone il “divieto di svolgimento di attività in sfregio ai valori costituzionali”, che a Cesena impedirà l’utilizzo di sale e spazi pubblici ai movimenti di ispirazione fascista. Sono lieto che da questa proposta sia scaturito un dibattito: infatti sull’essere antifascisti, anche negli anni del qualunquismo diffuso, si deve essere quanto mai chiari e trasparenti. Serve esserlo, antifascisti, non vergognarsi di affermarlo, poichè è necessario difendere con il massimo della forza le radici valoriali della nostra Repubblica ed anche della nostra città. E’ bene chiarirlo, la variazione del Codice della Convivenza Civile serve proprio a questo: ad impedire a movimenti che si rifanno ai principi fascisti, di scorrazzare liberamente a Cesena”.

In verità il testo è più ampio rispetto al solo fascismo: si parla di “lesione del principio di democraticità”, non c'è il rischio che ci ricada di tutto e un domani, dato che le leggi sopravvivono agli uomini e alle maggioranze politiche pro-tempore, le usino come clave contro la stessa democrazia?
“Non vi sono altri intenti “liberticidi”; non si intende in maniera sotterranea limitare la libertà di espressione e di manifestazione: semplicemente si vuole impedire a coloro che si rifanno al fascismo, di attuare provocazioni che nulla hanno a che fare con la nostra storia e con la nostra attualità. Poiché le parole hanno un valore, leggendolo risulterà evidente a tutti come il riferimento sia, senza ombra di dubbio, alla esclusiva volontà di impedire manifestazioni lesive dei principi antifascisti”.

Si fa riferimento anche “ad altri regimi totalitari”. Le maglie sembrano più larghe.
“Non vedo maglie larghe. Con il termine "altri regimi totalitari" si fa riferimento a quelli che hanno la stessa ispirazione del fascismo (il nazismo, evidentemente). Il Comunismo, che in un suo momento storico si è rivelato un totalitarismo, ha tuttavia una radice ben diversa. A quel che mi risulta, da che in Italia c'è una Repubblica nata dalla Resistenza che vide protagonisti anche i partigiani comunisti, nessuno ha mai impedito invece di utilizzare simbolicamente la falce e martello. E certamente non accadrà a Cesena”.

Quasi nessuno, tranne minuscole sacche, ha simpatia per Forza Nuova, ma come è possibile pensare che una forza politica che ha la possibilità di presentare il proprio simbolo su una qualsiasi scheda elettorale, compresa quella per la scelta del sindaco di Cesena, non possa fruire delle piazze di Cesena per fare la sua propaganda elettorale?
“Con lo stesso principio si è posto un problema a Roma, dove il Comune ha dovuto chiedere al Ministero dell'Interno un provvedimento d'urgenza per impedire la rievocazione della Marcia su Roma prevista lo scorso 28 ottobre. Il ministero è intervenuto e lo ha impedito, mentre noi come Comune di Cesena non vogliamo trovarci nelle condizioni di non avere uno strumento giuridico per opporci, come è accaduto a Roma. Quest'episodio ha accelerato il percorso di consapevolezza in molti comuni”.

E' stato detto bene, il ministero dell'Interno è intervenuto a Roma. Non c'è già l'autorità di Questore e Prefetto per impedire manifestazioni non conformi al diritto e alla democrazia?
“Il vaglio del Comune è solo sulla concessione del suolo pubblico, su cui per ogni uso sotto un metro quadro, va concesso o meno un permesso”.

Ci potremmo trovare nella situazione che per le autorità di Pubblica Sicurezza una manifestazione è autorizzabile, mentre per il Comune no. Cosa succederebbe in tal caso, la manifestazione si può tenere, ma 'volando', senza calpestare il suolo comunale?
“E' un caso teorico, non è mai accaduto che ci sia stata difformità di valutazione tra Comune e autorità di Pubblica Sicurezza”.

Ma chi valuterà le singole richieste e deciderà se rispettino o meno il Codice della Convivenza Civile?
“Sarà la Polizia municipale a valutare, nel rispetto del regolamento, dei riferimenti normativi e costituzionali. Ci sarà anche una valutazione di matrice politica (della Giunta, del Sindaco, del Consiglio comunale)? La risposta è naturalmente no".

Lasciate un bel cerino acceso in mano alla Polizia Municipale. Una polizia locale ha le competenze per una tale valutazione?
“La Polizia Municipale ha partecipato alla stesura della bozza di regolamento e il comandante ha tutte le competenze per valutare se una manifestazione è autorizzabile o meno”.

Se per esempio Forza Nuova organizza un banco di raccolta firme contro lo Ius Soli è autorizzabile?
“La polizia municipale valuterà lo specifico caso”.

Nel testo si scrive anche che saranno valutati “contenuti desumibili dagli avvisi informativi e dal materiale nell’occasione divulgato”. Quasi si tratti di un processo alle intenzioni, mentre la Costituzione vieta tassativamente ogni forma di “censura preventiva”, se non riservando qualsiasi intervento solo d'urgenza all'Autorità Giudiziaria. Anche in questo caso non si sconfina nell'incostituzionalità?
“Quindi se uno diffonde volantini di annuncio dove ci sono simboli che si rifanno a nazismo e fascismo, dovrebbe poi liberamente poter svolgere la sua manifestazione a Cesena?”

Tale vuoto dovrebbe essere riempito da una legge, non da un regolamento comunale.
“Una Legge Fiano c'è ed è in fase di approvazione, e permetterà di riempire molti di questi vuoti. Il dibattito intanto ha promosso una sensibilità diffusa. Siamo in una fase feconda ed intervengono anche i Comuni, non solo quello di Cesena, ma decine di Comuni, tra cui quello apripista di Siena, alla cui esperienza ci rifacciamo”.

E per le manifestazioni di matrice religiosa, come vi regolerete?
“Volendo semplificare con due esempi concreti: sono vietate le manifestazioni che impediscono la libertà di culto (come da articolo 8 della Costituzione). Quindi, se un movimento politico volesse impedire l'ingresso libero ad un luogo di culto, interverremmo; se qualcuno volesse manifestare per indicare una eccessiva presenza religiosa, oltre a quella cattolica, naturalmente no”.

Si è detto che manifestazioni come le Sentinelle in Piedi non sarebbero più autorizzabili.
“E' una sciocchezza esagerata. Si potrà essere d'accordo o meno con quanto sostenuto dalle 'Sentinelle in piedi', ma non c'è alcuna limitazione per iniziative del genere”.

Prima dell'approvazione finale chiederete un parere alla Prefettura, visto che si cammina come funamboli su un terreno scivoloso?
“Che sia funambolismo lo dice il giornalista, io non sono d'accordo. No, è un atto di potestà del Consiglio Comunale. Ma gli altri enti come la Prefettura sono a conoscenza del percorso che abbiamo intrapreso e non ci sono dissensi”

Se uno vorrà impugnare un diniego che strumenti avrà?
“Tutti quelli ordinari di chi vuole impugnare un regolamento comunale”.

Il tutto arriva dopo una vergognosa manifestazione, lo scorso febbraio, quando venne esibita una bara da parte di Forza Nuova durante la seconda unione civile gay di Cesena, mentre alla prima il centro fu tappezzato da manifesti funebri. Era una manifestazione, quella, che poteva essere vietata o spostata già con gli attuali strumenti normativi. Ci sono stati degli errori all'epoca?
“Per l'affissione dei manifesti sono arrivate multe salate da parte della Polizia Municipale, mentre per l'altra manifestazione la valutazione non spetta a me ma alle forze dell'ordine. Noi non ne sapevamo niente, non c'è stata alcuna richiesta di suolo pubblico e per quanto mi riguarda in quell'occasione sono state infrante non una ma molte regole. Devo ricordare che l'11 febbraio scorso, in Piazza del Popolo, all'indomani di quell'episodio una moltitudine di soggetti ha dato vita ad una partecipatissima manifestazione - “C’èsena – C’è famiglia – C’è accoglienza”-, per respingere le provocazioni di matrice fascista e razzista che, nel giro di pochi giorni, avevano colpito la nostra città nel vivo dei suoi valori civili".

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