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Registro dei prodotti a denominazione comunale, bocciato l'ordine del giorno. La Lega: "Una occasione persa"

“Crediamo - scrivono i consiglieri leghisti - che sia interesse di tutti salvaguardare queste produzioni tipiche come strumento per mantenere vive la cultura e le tradizioni storiche locali e per promuovere sul piano economico e turistico le peculiarità e le eccellenze del territorio"

La maggioranza Pd ha votato ‘no’ a un ordine del giorno della Lega che chiedeva di avviare l’iter per l’istituzione del ‘Registro comunale dei prodotti a denominazione comunale (DE.C.O.)’ finalizzato alla valorizzazione dei prodotti tradizionali e delle specialità locali riconosciute come tipiche di un determinato territorio nel settore agro-alimentare, artigianale e manifatturiero. Un patrimonio di tradizioni, saperi e oggetti - si spiega nel testo - che rappresenta un valore aggiunto per la comunità e merita di essere tutelato e promosso”.

“Crediamo - scrivono i consiglieri leghisti - che sia interesse di tutti salvaguardare queste produzioni tipiche come strumento per mantenere vive la cultura e le tradizioni storiche locali e per promuovere sul piano economico e turistico le peculiarità e le eccellenze del territorio, salvaguardandole e valorizzandole. Il registro di Denominazione comunale di origine (DE.C.O.), come strumento di marketing territoriale e per promuovere la conoscenza di queste produzioni tipiche locali, non è certo una nostra invenzione. Molti Comuni in più regioni lo hanno già adottato per rilanciare e dare il giusto apprezzamento alle produzioni locali legate all’agroalimentare, all’enogastronomia e all’artigianato connesse alla cultura popolare e alla tradizione del territorio. L’attribuzione del marchio DE.C.O. è una sorta di ‘carta d’identità di un prodotto’, uno strumento semplice ma incisivo per attestare che quel prodotto o quell’oggetto è legato a quella località dove ha avuto origine storica e culturale. Un modo innovativo, dunque, per fare promozione turistica ma anche per non disperdere, come già sta accadendo, quell’immenso patrimonio di cultura, memoria storica, saperi e tradizioni che sono alla base del nostro territorio”.

"Se la maggioranza è sembrata in un primo tempo concordare con gli obiettivi del testo presentato dalla Lega, è stata invece pretestuosa la ragione del voto negativo finale. La presentazione di un emendamento Pd che poco c’entrava con il tema dell’ordine del giorno ma sul cui contenuto la maggioranza è stata irremovibile è stato il punto del non ritorno. Il Pd ha infatti legato il ‘sì’ al documento all’accettazione da parte della Lega dell’emendamento. Un modo di agire – ha evidenziato il capogruppo Antonella Celletti – che non ci convince. Una mediazione si sarebbe potuta trovare, ma il Pd non ha voluto sentire ragioni e ha votato no. Liberissimo di farlo, anche se a Cesena si è persa un’occasione, mentre a Forlì il Registro DE.C.O. è stato approvato solo quattro giorni fa all’unanimità, anche con i voti del Pd”.

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