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Cronaca

Dalla banda dell'Arancia Meccanica alle rapine in banca: arrestato un terzetto

Il suo nome è collegato all'appartenenza ad una banda che negli anni '80 imperversò sulle esclusive colline di Torino

Il suo nome è collegato all'appartenenza ad una banda che negli anni '80 imperversò sulle esclusive colline di Torino, con rapine in villa e reati di tale crudezza che la banda era passata alla cronache giornalistiche come la “Banda dell'Arancia Meccanica”, complessivamente responsabile di 34 rapine in villa, banche e negozi, due omicidi, stupri e altre violenze. Con un tale curriculum, Franco Gisi, secondo quanto ricostruito dalla Squadra Mobile della Questura di Forlì, si era dato alle rapine in banca ed avrebbe, per le accuse, colpito ripetutamente anche nella provincia di Forlì-Cesena negli ultimi due anni.

In particolare sono due i colpi che vengono addebitati ad un terzetto, composto oltre che da Gisi, 55 anni, anche da due complici che non hanno niente a che fare con il sodalizio criminale degli anni '80: Fabrizio Fragale, 21 anni, e Antonio Tamigio, 64 anni, tutti residenti a Torino. Il primo ai danni della filiale della Cassa di Risparmio di Ravenna che si trova a Cesena in viale Marconi (il 10 agosto 2015), il secondo alla Cassa dei Risparmi di Forlì, filiale del Ronco in viale Roma a Forlì, lo scorso 29 aprile. Entrambe le rapine avevano lo stesso marchio: due persone in banca e un terzo complice a fare da autista. I malviventi entravano col volto parzialmente travisato da cappellino e sciarpa e poi con pistola e cutter chiudevano i dipendenti e i clienti in un ufficio mentre in pochi minuti ripulivano la cassa. Il tutto con freddezza determinazione. Nel primo caso il bottino fu di 10.800 euro, mentre nel secondo di 6.000 euro circa.

Un uomo più vecchio ed un giovane: questa era l'inedita coppia che gli inquirenti della Squadra Mobile della Questura di Forlì, diretta da Claudio Cagnini, si sono messi a cercare mettendo assieme piccoli brandelli di dati e immagini delle videocamere, interne della banca e quelle stradali.  “La videosorveglianza si rivela ancora una volta un fondamentale sostegno all'avvio delle prime indagini”, conferma Cagnini. Coordinati dal pm Sara Posa, la Polizia ha prima isolato un'auto sospetta e poi ha raccolto alcuni dati significativi dalle immagini: un porzione di tatuaggio su un polso e una cicatrice su un volto. Piccoli indizi che poco alla volta si sono messi in fila, grazie alle comparazioni fisiognomiche della Polizia Scientifica, analisi con sofisticati sistemi di altri dati informatici e telematici, ed hanno condotto verso Torino e i tre soggetti che, al di là delle rapine, conducevano vite autonome e separate le une dalle altre. 

Lo scorso luglio il Gip del Tribunale di Forlì Camillo Poillucci aveva emesso l'ordinanza di custodia cautelare, in carcere per i due presunti autori materiali delle rapine, ed ai domiciliari per il presunto autista (Tamigio). Le catture sono state eseguite a Torino il 21 luglio scorso nei confronti di Fragara e Tamigio, mancando all'appello il soggetto ritenuto di maggiore spessore criminale, che nel frattempo si è sottratto all'arresto con la fuga. Le incessanti ricerche svolte dagli investigatori nei suoi confronti attraverso il monitoraggio di familiari e conoscenti, hanno portato all’individuazione del possibile rifugio presso la residenza di pregiudicato torinese, dove nella prima mattinata di venerdì scorso, con la fattiva collaborazione del personale della Squadra Mobile di Torino, è stato rintracciato e portato in carcere a Torino. Il soggetto che gli dava ospitalità, invece, è stato denunciato a piede libero per il favoreggiamento.

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