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Cronaca Cesenatico

Ramificazioni delle 'ndrine calabresi a Cesenatico, scatta l'obbligo di dimora e il sequestro preventivo. Le accuse dall'estorsione alle minacce

Su un 51enne residente a Cesenatico pendono le accuse di minacce, estorsione, illecita intermediazione e sfruttamento del lavoro. Nell'inchiesta sono state eseguite misure cautelari personali a carico di 23 persone

Ramificazioni delle 'ndrine calabresi anche in provincia, ed in particolare nel territorio di Cesenatico, terreno fertile per il riciclaggio di denaro. Un centinaio di militari del Comando Provinciale di Bologna, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza e con l’ausilio di personale dei Comandi Provinciali di Milano, Forlì-Cesena, Reggio-Calabria, Vibo Valentia e Chieti, hanno eseguito misure cautelari personali a carico di 23 persone - ritenute dai finanzieri affiliate alle ‘ndrine dei “Piromalli” di Gioia Tauro e dei “Mancuso” di Limbadi. Nell'ambito dell'inchiesta sono stati sequestrati conti correnti, beni immobili e quote societarie per 30 milioni di euro circa tra le province di Roma, Milano, Brescia, Bologna, Monza, Modena, Piacenza, Forlì-Cesena, Reggio Emilia, Vibo Valentia e Reggio-Calabria. 

A Cesenatico

In provincia di Forlì-Cesena l'indagine si è declinata a Cesenatico con la collaborazione della Tenenza della Guardia di finanza di Cesenatico. E' scattato un obbligo di dimora ai danni di un uomo di 51 anni, residente a Cesenatico ma nativo di Bologna. Nei suoi confronti anche il sequestro preventivo per 56mila euro. Sull'uomo pendono le accuse di minacce, estorsione, illecita intermediazione e sfruttamento del lavoro. Si tratta di un soggetto già noto alla guardia di finanza locale. In base a quanto è emerso, sarebbe stata creata una vasta rete di società comprate e vendute, da parte di professionisti compiacenti che riciclavano denaro ed erano collegati con alcune 'ndrine calabresi ma completamente autonomi. In qualche caso, sono passati anche alle vie di fatto, aggredendo un vigile urbano e un ufficiale giudiziario in un piccolo comune della provincia di Forlì-Cesena.

L'inchiesta

Le indagini, eseguite dagli specialisti del Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bologna, con il supporto dello Scico e la direzione della Procura della Repubblica alla sede, rientrano nell’operazione convenzionalmente denominata “Radici”, che ha preso le mosse dal monitoraggio di cospicui investimenti immobiliari e societari riconducibili a soggetti di origine calabrese. È stata così fatta luce su infiltrazioni nel tessuto socio-economico dell’Emilia Romagna di organizzazioni criminali di stampo mafioso radicate in Calabria.

Secondo chi indaga, gli investimenti illeciti, molti dei quali avvenuti in piena emergenza Covid, hanno riguardato, nel tempo, esercizi commerciali lungo il litorale romagnolo e operanti in vari settori economici, tra cui l’edilizia, la ristorazione e l’industria dolciaria. Grazie al ricorso a indagini tecniche, telefoniche e ambientali, oltreché all’esame di oltre un centinaio di rapporti bancari, è stato documentato, sottolineano i finanzieri "un vorticoso giro di aperture e chiusure di società che, formalmente intestate a soggetti prestanome, venivano utilizzate come 'mezzo' per riciclare denaro. Secondo gli investigatori "gli illeciti si sono consumati in un contesto criminale connotato da ripetuti episodi di intimidazione e minacce, oltreché, in alcuni casi, di vere e proprie violenze ai danni degli imprenditori che si sono rifiutati (o hanno tentato di farlo) di aderire alle richieste dei sodali". 

Parla il sindaco Gozzoli

Il commento del sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli: "Un’operazione su vasta scala della Guardia di Finanza coordinata dalla Dda ha portato a numerosi arresti, sequestri e misure cautelari a persone che sarebbero affiliate a cosche dell’N’drangheta. Parte delle attività illecite e dei sequestri sono stati operati anche sul territorio comunale di Cesenatico dopo indagini molto lunghe e scrupolose. Se da una parte non posso che esprimere tristezza e dolore per quanto era in essere sul nostro territorio, dall’altra non posso che ringraziare il prezioso lavoro svolto dalla Guardia di Finanza e da tutte le forze dell’ordine coinvolte e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Occorre prendere coscienza che i tentativi di infiltrazione siano frequenti anche nel nostro territorio ma è fondamentale che da parte della comunità e delle istituzioni vi sia la massima attenzione nel combattere la mafia in tutte le sue forme".

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