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Cronaca

Quartieri senza elezioni, il Pd: "Necessario cambiare la legge"

Il Pd chiede di modificare la legge che vieta sostanzialmente di indire elezioni per rinnovare i quartieri. E' l'appello del gruppo consigliare del Partito Democratico, con il capogruppo Andrea Pullini

Il Pd chiede di modificare la legge che vieta sostanzialmente di indire elezioni per rinnovare i quartieri. E' l'appello del gruppo consigliare del Partito Democratico, con il capogruppo Andrea Pullini. Scrive Pullini: “Il prossimo mese di maggio la nostra città dovrà rinnovare i Consigli di Quartiere. Siamo convinti del fondamentale contributo che i questi organismi hanno dato - e ancora potranno dare - per realizzare sul territorio le politiche migliori, come luogo primario in cui i cittadini esercitano quella partecipazione attiva che determina molte delle scelte dell’Amministrazione comunale, in termine di servizi erogati, di lavori pubblici e tanto altro ancora”.
 

Tuttavia, i consigli di quartiere non si possono più rinnovare, a meno che non si cambi la legge. Scrive il Pd: “Per questo, abbiamo deciso di presentare una Mozione in Consiglio Comunale finalizzata a far sì che i Parlamentari eletti nel nostro territorio, di ogni appartenenza politica, si facciano promotori di un’azione che elimini la legge che oggi vieta ai Comuni al di sotto dei 250.000 abitanti di indire elezioni per la nomina dei quartieri concomitanti alle elezioni amministrative per il Sindaco. I Quartieri devono poter essere in tutte le città organi decentrati e periferici di partecipazione e l’unica garanzia da richiedere per legge deve essere quella del costo zero per il loro funzionamento. Confidiamo che, come già fatto dal gruppo di Libera Cesena che ha condiviso e sottoscritto questa mozione, anche le altre forze politiche in Consiglio Comunale condividano questa richiesta”.
 

La mozione spiega che “La Legge 244 del 24/12/2007 ha abolito i Quartieri come decentramenti amministrativi per le città la cui popolazione fosse inferiore ai 100.000 abitanti (portati successivamente a 250.000) e la giurisprudenza successiva ha imposto limiti ulteriori a qualsivoglia forma di costituzione e rinnovo di organismi similari; tale scelta è rappresentativa di una visione miope della partecipazione a livello locale e della necessità, per la politica dei territori, di aver ambiti decentrati in cui discutere le scelte di carattere politico e amministrativo; per la nostra realtà i Quartieri devono continuare ad essere luoghi di elaborazione delle istanze da porre all'Amministrazione comunale, di confronto preventivo sulle scelte da cui far discendere lo sviluppo del territorio e l'adozione degli atti di programmazione strategica dell'ente, di connessione fra cittadini e Comune; il funzionamento dei Consigli a Cesena va considerato in termini di volontariato attivo, senza aggravio di costi da imputare all'Amministrazione comunale”.


 

Da qui “l’impegno al Sindaco e alla Giunta di richiedere ai Parlamentari eletti nel territorio cesenate di farsi promotori di una iniziativa volta a modificare l'attuale divieto normativo, in modo da riconoscere il fondamentale ruolo dei Quartieri nella vita delle città, reintroducendo nell’ordinamento la loro presenza così da legittimarne le elezioni in concomitanza con quelle Amministrative e considerando, quale discriminante per il loro mantenimento, non più la popolosità delle città ma i costi di funzionamento degli organismi decentrati.”

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