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Quali dehors nel post pandemia? Cesena capitale del dibattito tra urbanisti, sindaci e pubblici esercizi

L'evento verrà aperto dai saluti del presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani, del presidente Fipe Confcommercio cesenate Angelo Malossi

I dehors, gli spazi esterni di bar e pubblici esercizi, nel post-pandemia. Cesena diventa laboratorio nazionale dell'elaborazione culturale su questa sentita problematica con un convegno di alta levatura promosso da Fipe Confcommercio cesenate, in collaborazione con Confcommercio cesenate, che si terrà martedì alle 15 nella sede di via Giordano Bruno dell'associazione cesenate. Interverranno  il presidente Fipe Emilia Romagna Matteo Musacci, il vicedirettore nazionale di Fipe Luciano Sbraga, il professore di Urbanistica  al Politecnico di Milano Luca Tamini, l'assessore allo sviluppo economico di Cesena Luca Ferrini, i sindaci Matteo Gozzoli (Cesenatico), Marco Baccini (Bagno di Romagna) e Luciana Garbuglia (San Mauro Pascoli). L'evento verrà aperto dai saluti del presidente Confcommercio cesenate Augusto Patrignani, del presidente Fipe Confcommercio cesenate Angelo Malossi.

"Molti comuni, fra cui quello di Cesena - hanno elaborato e sottoposto al vaglio della Sovrintendenza il nuovo abaco con le regole per l'occupazione degli spazi esterni dei pubblici esercizi  - spiegano i presidenti Patrignani e Malossi -, poi è intervenuta una proroga sull'entrata in vigore del regolamento fino a giugno, che potrebbe anche essere estesa ulteriormente. Confcommercio cesenate in questi mesi ha lavorato con serietà ed efficacia nell'interlocuzione con l'amministrazione comunale per richiedere che le regole sui dehors non penalizzassero la categoria dei pubblici esercizi e di riflesso i cittadini clienti, che ne usufruiscono,  per la quale gli ultimi tre anni sono stati un passaggio per certi versi epocale nella loro drammaticità emergenziale. Il primo punto per Confcommercio e Fipe, valore non negoziabile, è che le nuove regole non debbono diminuire la capacità di lavoro dei pubblici esercizi, e men che mai abolirla".

"L'approccio alla problematica deve essere socio-culturale, prima ancora che normativo burocratico: stiamo parlando degli spazi di bar e ristoranti in cui i clienti si ritrovano nella finalmente ritornata socialità e quindi rappresentano una risorsa della città e della sua coesione sociale, esattamente come è avvenuto anche durante la pandemia più piena quando gli spazi aperti e i pubblici esercizi si è ricostruito il tessuto sociale urbano dopo il tunnel dell'isolamento a causa del Covid - continuano -. Ciò premesso, i pubblici esercizi sono i primi a voler occupare il suolo pubblico con strutture e dehors che salvaguardino il decoro e la bellezza del centro storico, ma l'importante è che le norme non siano esageratamente costrittive richiedendo una ossessiva uniformità che tarpa le ali alla creatività e alla fantasia di cui realizza o comunque adegua i dehors".

"La proroga concessa - proseguono i presidenti Confcommercio cesenate Patrignani e Fipe Confcommercio cesenate Malossi - permette di ampliare e approfondire la riflessione e i confronti ed è quello che si prefiggono di stimolare Confcommercio Fipe con il convegno di martedì in cui i vertici  di Fipe e un urbanista di alta vaglia dialogheranno con sindaci e amministratori del territorio. I dehots sono una risorsa delle città, per tutti: pubblici esercizi, cittadini, clienti, amministrazione stessa e la loro armonica installazione è un'occasione per alzare l'asticella della attrattività del cento storico. L'importante è che le regole dell'abaco siano volte a concretizzare questo obiettivo strategico comune a tutti. Inoltre è in corso anche una riflessione più ambia sul ruolo e le competenze delle Sovrintendenze in merito alla salvaguardia dei centri storici di cui seguiamo con interesse gli sviluppi, sempre pronti al confronto con le Belle Arti.  Questo il messaggio di Fipe e Confcommercio che i relatori declineranno in profondità come sempre con analisi mirate e proposte concrete, come è nel nostro stile".

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