rotate-mobile
Cronaca Cesenatico

Protesta delle educatrici Adl-Cobas: "Basta appalti al ribasso a Cesenatico"

Alcune educatrici scolastiche di Cesenatico sono scese in piazza venerdì per rivendicare diritti e dignità per il lavoro educativo e per chiedere condizioni di lavoro migliori

Alcune educatrici scolastiche di Cesenatico sono scese in piazza venerdì per rivendicare diritti e dignità per il lavoro educativo e per chiedere condizioni di lavoro migliori, con un un appalto che assicuri continuità lavorativa e un reddito dignitoso, la valorizzazione della propria figura attraverso il riconoscimento del giusto livello contrattuale. La protesta è stata proclamata dal sindacato Adl-Cobas.

Spiega una nota: "Nell’ anno 2023 il bando di affidamento del servizio educativo scolastico nel Comune di Cesenatico dovrà essere rinnovato. La richiesta delle educatrici e degli educatori ADL-Cobas è chiara l'inserimento in tutti i bandi della figura dell'educatore di plesso come sta già avvenendo a Rimini e provincia, dove negli ultimi anni le amministrazioni locali di Santarcangelo, Rimini, San Giovanni e Cattolica hanno accolto la richiesta del personale educativo di adottare questa nuova modalità del servizio. L'educatore di plesso consente, da un lato, di mantenere un reddito stabile per le operatrici superando il meccanismo della perdita di ore in caso di assenza dell’assistito, ancora presente nel Comune di Cesenatico; dall'altro, di assicurare un servizio educativo continuativo nelle scuole ancor più necessario nell'attuale crisi sociale". 

"Abbiamo scelto di mobilitarci il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, per dire con forza che le donne sono impiegate in molti settori di lavoro povero con pesanti conseguenze in termini di autonomia e libertà, anche dallo stesso contesto familiare di cui spesso rimangono vittime.Il lavoro povero è principalmente lavoro femminile: in Europa il divario salariale donna – uomo è del 16%, i salari diminuiscono per le madri nei 24 mesi successivi alla nascita dei figli e vi sono per le donne meno prospettive di carriera e miglioramento della propria condizione economica, come è un fatto l’altissimo ricorso al part-time (spesso imposto e non volontario) e il fenomeno della perdita del lavoro da parte delle donne che ha raggiunto durante e dopo la pandemia percentuali altissime. In Italia solo il 49,5% delle donne ha un posto di lavoro, di cui solo il 31% a tempo pieno".

"Il Terzo Settore, dove le educatrici, oss, operatrici sociali lavorano in servizi pubblici essenziali, rappresenta l'ennesimo anello di un sistema di sfruttamento che ci vuole passive e accondiscendenti. In questa giornata abbiamo alzato la testa per iniziare a rivendicare quello che ci spetta: un salario dignitoso, diritti, continuità di lavoro e reddito, riconoscimento della nostra funzione all'interno di un sistema scolastico che si vuole accogliente ed inclusivo verso tutte le diversità. I nostri diritti sono anche diritti dei nostri assistiti, per questo chiediamo al Comune di Cesenatico di accogliere la nostra proposta di introdurre la figura dell'educatore di plesso in tutte le scuole", conclude la nota.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Protesta delle educatrici Adl-Cobas: "Basta appalti al ribasso a Cesenatico"

CesenaToday è in caricamento