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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cesenatico

Prostituzione, racket per le piazzole sull'Adriatica: una donna al vertice dell'organizzazione

Colpo al racket della prostituzione con l'azzeramento di un'organizzazione criminale romena. Le indagini dei carabinieri hanno portato all'arresto di 10 soggetti, ritenuti capi, promotori e partecipi di un'associazione

Colpo al racket della prostituzione con l’azzeramento di un’organizzazione criminale romena. Le indagini dei carabinieri hanno portato all’arresto di 10 soggetti, ritenuti capi, promotori e partecipi di un’associazione che controllava la prostituzione sull’intera tratta romagnola della statale Adriatica. Il gruppo era attivo anche a Bologna, Lodi, Cremona e Milano. Nell’operazione sono stati sequestrati beni per quasi un milione di euro nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Lodi.

Dopo due anni di indagini, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Ravenna, l’operazione “Impero” è partita, alcune notti fa con l’irruzione dei carabinieri all’interno di una discoteca di Codogno, in provincia di Lodi. All’interna del locale, preso in affitto per l’occasione, era in corso un party in stile gitano, con musica tradizionale dal vivo ad altissimo volume, champagne e frutta. Interrotta la musica ed accese le luci in sala, sono scattate le manette per i primi 5 catturandi (due fratelli di 28 e 30 anni, altri due 28enni e un 26enne) ed i sequestri di due  auto di lusso (un’Audi A8 e una BMW X6), parcheggiate all’esterno del locale tra decine e decine di veicoli di lusso, tutti rigorosamente a targa romena.

Contemporaneamente, in coordinamento nazionale, gli uomini dell’Arma hanno perquisito 5 abitazioni del centro di Forlì, rintracciando un 35 anni, e sottoponendo a sequestro, nelle abitazioni delle mogli degli indagati, denaro contante per decine di migliaia di euro e beni mobili (tra cui una Mercedes). Infine manette, a Cesenatico, anche per una 35enne, bulgara, ritenuta dai carabinieri leader indiscussa del controllo delle piazzole della Statale Adriatica, legata all’associazione criminale romena dall’accordo commerciale del pagamento di 500 euro a settimana per ogni prostituta schierata in strada (nel periodo estivo, si arrivava anche a 30 donne contemporaneamente, da Rimini a Ravenna), già sottoposta a fermo all’inizio dell’estate. La donna, assieme ad altri tre bulgari (di 35, 33 e 42 anni) era stata arrestata lo scorso giugno.  E’ stato sequestrato infine un appartamento di Milano Marittima adibito a casa di prostituzione e concesso in locazione da un’imprenditrice del posto, anche lei indagata per favoreggiamento della prostituzione. Un uomo risulta ancora latitante.

Secondo l’accusa, i 7 romeni avevano costituito un’associazione per delinquere, minuziosamente documentata a partire da una denuncia raccolta, agli inizi del 2015, dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Cervia-Milano Marittima. In un paziente lavoro investigativo, i militari hanno ricostruito i rapporti esistenti tra decine e decine di prostitute e i rispettivi protettori, nonché documentato – attraverso indagini, sia di tipo tradizionale, sia a contenuto più tecnologico – l’esistenza di un’articolata attività di organizzazione della prostituzione mediante.

L’organizzazione pubblicava annunci on line (facebook, siti di incontri, etc.), si occupava della locazione di immobili (appartenenti a imprenditori e professionisti di Milano Marittima e dintorni) per la consumazione dei rapporti sessuali;  gestivano i pagamenti dei “canoni” per l’occupazione delle piazzole di sosta (in favore della donna bulgara) , ed infine facevano il lavoro del cosiddetto “protettore”. L’indagine, diretta in prima persona dal Procuratore della Repubblica di Ravenna, Alessandro Mancini, avrebbe individuato – in maniera puntuale e, per la prima volta, su scala tanto vasta – l’esatto funzionamento di un fenomeno radicato da decenni sul territorio della Romagna e comunemente associato a degrado ed allarme sociale.

Gli indagati e loro mogli ostentavano la ricchezza e il benessere generato da questo business: basti pensare che, alla fine della scorsa estate, gli indagati erano stati multati perché, dopo una lussuosa cena di pesce a Milano Marittima, avevano deciso di sfrecciare sulla sabbia delle spiagge di Cervia a bordo di due costosissimi SUV: un’Audi Q7 e una BMW X6.

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