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Cronaca Savignano sul Rubicone

Unione del Rubicone, cohousing: parte il progetto di sostegno abitativo

In sostanza il progetto, innovativo in ambito sociale e già sperimentato in altri territori in Italia e in Europa, consiste nel mettere a disposizione case o appartamenti da condividere fra due o più persone, di diversa provenienza, con spazi privati e spazi comuni

Pronto a partire nei nove comuni dell'Unione Rubicone e Mare il progetto di cohousing che mette in campo soluzioni abitative condivise per i cittadini in temporanea difficoltà economica. “Il progetto – spiega l'assessore ai Servizi sociali dell'Unione Rubicone e Mare Luciana Garbuglia – è pensato per rispondere a quei nuovi casi di marginalità emersi negli ultimi anni e sempre più numerosi: parliamo di persone che non versano in condizioni tali da poter rientrare nei tradizionali protocolli di intervento di ambito sociale, ma comunque non in grado di accedere a locazioni a libero mercato, e che pertanto richiedono attenzione da parte dei nostri servizi.

Il cohousing è un'importante risposta di sostegno a questi nostri cittadini: in sostanza il progetto, innovativo in ambito sociale e già sperimentato in altri territori in Italia e in Europa, consiste nel mettere a disposizione case o appartamenti da condividere fra due o più persone, di diversa provenienza, con spazi privati e spazi comuni. Si tratta della classica formula della coabitazione, con la condivisione dei locali e la gestione della casa e delle spese, che però viene gestita dal pubblico con l'obiettivo di promuovere occasioni di socialità e solidarietà reciproca, per superare il momento di fragilità, in un ambiente sicuro”.

“Formule di intervento nuove – spiega il presidente del Distretto sociosanitario Rubicone e Costa Filippo Giovannini – per dare risposta a nuove problematiche sociali, che per loro natura richiedono un approccio integrato tra i diversi attori in campo. L'impegno congiunto parte dalla “codifica” di queste situazioni che non rientrano nelle casistiche consolidate dell'ambito sociale, per poi studiare insieme soluzioni, come quella appunto del cohousing, che mettono al centro la persona e tracciano per ognuno un percorso dedicato”.

Il progetto nasce, ancora una volta, dalla cooperazione tra pubblico e privato sociale: Unione Rubicone e Mare e Ausl, che stanziano 45mila euro nel piano sociale di zona, sono promotori e garanti di questa nuova esperienza, gestita nel quotidiano da una rete di realtà del terzo settore (di cui fanno parte Comunità Papa Giovanni XXIII e Homo Viator) con capofila la cooperativa “Fratelli è Possibile”, già gestrice del servizio di mediazione sociale per l'Unione Rubicone e Mare.

“E' senz'altro fondamentale questa collaborazione fra pubblico e privato - commenta Luciana Garbuglia - soprattutto perché siamo certi, da entrambe le parti, che la direzione giusta da seguire in questo particolare momento sia promuovere nelle comunità la condivisione, in questo caso di spazi, ma anche di esperienze e di conoscenze, se vogliamo trovare soluzioni efficaci alle urgenze sociali che siamo chiamati ad affrontare quotidianamente”.

I destinatari per ogni appartamento condiviso sono individuati dalle assistenti sociali dei comuni dell'Unione, tracciando per loro un percorso personalizzato che può anche includere un periodo preliminare di convivenza in una comunità più assistita. In ogni sua fase il progetto di cohousing prevede un monitoraggio costante della coabitazione e dell'inquilino in particolare.

Dal momento dell' “ingresso” in casa entra in gioco infatti il “mediatore”, che definisce con il neoinquilino spazi e ruoli, illustrando il regolamento del servizio e le regole di convivenza. La figura del mediatore sarà pertanto fondamentale per mantenere un occhio vigile sulle dinamiche della casa. Parola chiave per tutti: responsabilizzazione, nelle incombenze casalinghe così come nella gestione economica, visto che a ciascuno verrà chiesto di contribuire economicamente ai costi di locazione e alle spese domestiche, compatibilmente con le proprie possibilità. 

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