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Cronaca

Profughi, l'Unione del Savio chiude le porte. Il Rubicone apre all'accoglienza

I sindaci dell’Unione ribadiscono la volontà di non accogliere altri migranti e al contempo chiedono di riequilibrare la loro presenza nei vari Comuni della provincia

UNIONE DEL RUBICONE - Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Savignano e presidente dell’Unione Rubicone e Mare, Filippo Giovannini: "Accogliere i migranti è un dovere morale, civile e sociale, per questo è nelle cose che ci siano divergenze, come giusto che sia in una "casa comune" come l’Unione, ma rigetto ogni accusa di mancata partecipazione nella gestione dell'emergenza profughi. I territori sono diversi e non è automatico che in ciascun comune vi possano essere strutture pubbliche idonee ad ospitare o privati intenzionati a mettere a disposizione i propri edifici, ma ciò non toglie che come Unione Rubicone e Mare ci siamo sempre mossi insieme, concordando ogni passaggio e attivandoci fin da subito, anche in prima persona, per trovare luoghi idonei alla prima accoglienza, con il fondamentale supporto dell'Asp, degli operatori del settore e delle realtà associative locali. Questo percorso ci ha portato nel giugno 2016 a sottoscrivere una convenzione fra Unione e Prefettura, attraverso la quale la nostra Unione si è resa, come altre, parte attiva nel determinare un modello di accoglienza e nel gestire quest'emergenza".

"E’ evidente quanto i nostri territori differiscano non solo per dimensioni ma anche per tipologie di attività, accessibilità e per disponibilità di posti letto: i Comuni che hanno accolto più profughi lo hanno fatto grazie alla disponibilità di privati, spesso albergatori, che spontaneamente si sono proposti con le loro strutture, e a seguito dei bandi promossi dall'Unione e dalla Prefettura - prosegue il presidente dell'Unione -. Vista la risposta ancora insufficiente stiamo coinvolgendo da mesi tutti gli operatori per reperire quei luoghi necessari a dare il nostro contributo all'accoglienza, quotidianamente: questo è il nostro ruolo e il nostro compito come amministratori e lo stiamo portando avanti con convinzione e determinazione. Il confronto fra Unione, Prefettura e Asp è pressoché quotidiano: proprio per mantenere un buon coordinamento fra i soggetti interessati, amministrazioni in primis, ho chiesto formalmente al Prefetto di essere sempre coinvolti come Unione anche quando sono i privati a rendere autonomamente disponibili le proprie strutture; come concordato con la Prefettura i 15 richiedenti asilo collocati in struttura domenica scorsa domani scenderanno a 8 e lunedi saranno destinati ad altri luoghi".

"Come Unione abbiamo subito fatto un primo bando già a metà giugno per individuare i soggetti disponibili alla gestione dei percorsi di accoglienza, poi anche una seconda gara per avviare in fretta altre soluzioni che proprio ora Asp sta coordinando e allestendo: anche in questo bando è stata ulteriormente evidenziata la nostra volontà di riuscire a mettere a disposizione  strutture nei comuni che ancora non sono stati in grado di accogliere i profughi - aggiunge Giovannini -. Nè l'Unione nè i sindaci che la compongono meritano di essere tacciati di mancanza di solidarietà e scarsa collaborazione; in due anni di lavori l'Unione in giunta ha affrontato e dibattuto anche aspramente molti temi, trovando strade e soluzioni. Sui giornali invece di soluzioni non ne abbiamo mai cercate nè trovate: quello della stampa ci è sempre parso un terreno scivoloso per trovare strade e porcorsi condivisi. L'Unione continuerà a lavorare sodo per gestire l'emergenza profughi attraverso un modello d'accoglienza diffusa e composta da gruppi di richiedenti asilo numericamente limitati, il più omogeneamente distribuiti fra i 9 comuni dell'Unione. Questo necessita il contributo di tutti i comuni, attraverso lavoro di squadra e unità d'intenti, riscoprendo una politica che unisce e cuce, non strappa. Altrimenti non ci resterà che lasciare l'accoglienza in mano al mercato e certificare il fallimento della politica".

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