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Cronaca

Profughi a Borello? Il Comune: "Non c'è motivo di aver paura"

"Le modalità dei accoglienza saranno quelle già collaudate positivamente nelle altre strutture di accoglienza dell'Unione Valle Savio, vale a dire gruppi piccoli"

Una lettera aperta del Sindaco Lucchi e dell’Assessore Benedetti ai borellesi: è quanto viene diffuso dal municipio, dopo le polemiche nate dall'assenza di un rappresentante dell'amministrazione comunale ad un'assemblea coi cittadini di Borello sulla prevista concentrazione di richiedenti asilo in una struttura della Misericordia che si trova nella frazione della valle del Savio. Incontro al quale, però, obietta il sindaco, il Comune non è stato invitato come relatore.
 
Di fronte alle preoccupazioni emerse nei giorni scorsi a Borello di fronte alla prospettiva dell’arrivo in paese di un gruppo di profughi, il Sindaco Paolo Lucchi e l’Assessore Simona Benedetti si rivolgono direttamente ai cittadini di Borello con una lettera aperta inviata per conoscenza al Presidente di Quartiere Andrea Gualtieri.  Nella loro comunicazione Sindaco e Assessore tornano a ripetere quanto più volte affermato nei mesi scorsi: “Le modalità dei accoglienza saranno quelle già collaudate positivamente nelle altre strutture di accoglienza dell’Unione Valle Savio (vale a dire: gruppi piccoli – al massimo 10-15 persone, gestione affidata alla rete solida e affidabile delle organizzazioni non profit del territorio, coinvolgimento dei rifugiati in lavori socialmente utili), e non ci sono ragioni per escludere a priori Borello, o qualsiasi qualche zona del territorio comunale, dalla possibilità di ospitare una struttura di accoglienza. Ma al tempo stesso, Sindaco e Assessore invitano i borellesi a non essere intimoriti dall’arrivo di queste persone”.

Ricordano i due amministratori: “Sappiamo che da alcuni mesi si rincorrono a Borello tensioni e preoccupazioni circa la probabile apertura di una struttura di accoglienza per persone richiedenti protezione internazionale, più facilmente identificabili come “profughi”. Lo sappiamo almeno dallo scorso maggio quando, in un momento ancora lontanissimo dalla possibile apertura della struttura (a tutt’oggi non avvenuta), il Presidente del Quartiere ci contattò per segnalare voci che si rincorrevano in paese circa il repentino arrivo di oltre 500 persone in una struttura adibita, in realtà, ad una funzione artigianale. Voci certamente non corrispondenti al vero, ma già sintomatiche di come qualcuno, forse in mala fede, cercasse di alimentare in paese un clima avverso a quello solidale che da sempre, invece, contraddistingue positivamente Borello”.  

“Fu quella la prima occasione in cui chiarimmo al Quartiere quali fossero le modalità di accoglienza messe in piedi dall’Unione dei Comuni Valle Savio (e quindi dai comuni di Cesena, Mercato Saraceno, Sarsina, Bagno di Romagna, Verghereto e Montiano): piccole strutture diffuse sul territorio (10/15 persone cadauna), gestite da una rete solida e affidabile di enti non profit che prevede il contenimento del disagio per i residenti e gli accolti e l’avvio dei profughi allo svolgimento di lavoretti di utilità per la comunità. Un modello che ci ha consentito di gestire con risultati positivi quell’obbligo all’accoglienza dei migranti, cui tutti i comuni sono chiamati dal Ministero dell’Interno e dalle Prefetture, indipendentemente dalle loro difficoltà o ragioni”.

A oggi l’Unione dei Comuni Valle Savio accoglie 214 persone distribuite in 18 strutture, cui si aggiungono 7 minori. Ai chiarimenti di maggio seguì, lo scorso luglio, una lettera a firma del Sindaco Lucchi e dell’Assessore Benedetti ai cittadini borellesi firmatari di una petizione contro l’arrivo dei profughi (lettera inviata per conoscenza al Presidente di Quartiere) in cui, continua la nota, “con il massimo rispetto per le perplessità avanzate, ma partendo dalla ferma volontà di considerare tutti i cesenati uguali e portatori dei medesimi diritti e doveri, l’Amministrazione comunale precisò come per nessun motivo si potesse escludere qualche area della città dalla possibilità di divenire luogo di accoglienza. Questo sia per ragioni legate all’equità di trattamento di tutti i residenti cesenati, sia per l’assenza di altre ragioni legate a problemi di convivenza ed integrazione, in realtà mai verificatesi in maniera tangibile in nessuna area/quartiere della nostra città, Borello compreso”.

“A seguire, attraverso almeno un incontro avvenuto in Quartiere ed altre comunicazioni scritte, anche recentissime, l’Amministrazione comunale ha ben chiarito le reali modalità di accoglienza che coinvolgeranno una piccola struttura di Borello: i profughi saranno accolti dall’Associazione Misericordia Valle Savio che già gestisce con ottimi risultati una residenza a San Vittore ed altre nei Comuni di Mercato Saraceno e di Sarsina. Di più: in considerazione del leggero sovraffollamento di alcune altre strutture cittadine e della volontà di mantenere bassi i numeri dell’accoglienza in ognuna di esse, a Borello saranno trasferiti alcuni profughi già accolti in città da diverse settimane, quindi ben inseriti, abituati alla via comunitaria e al rispetto delle regole di convivenza”.

“Come accade in tutte le altre strutture dell’Unione dei Comuni Valle Savio, è nostra volontà avviare queste persone allo svolgimento di lavoretti di pubblica utilità anche a Borello. A tal fine, l’Amministrazione comunale ha già chiesto al quartiere un elenco delle piccole manutenzioni (pulizie e spazzamento) che si ritiene necessario eseguire, che si resta in attesa di ricevere”.

Ed infine sul tema dell'incontro disertato: “In relazione alla riunione in Quartiere di venerdìscorso, inoltre, ci preme informare quanti hanno lamentato l’assenza del Comune, che né il Sindaco Lucchi né l’Assessore Benedetti sono stati informati né invitati ad intervenire. Certo, non abbiamo la pretesa di rappresentare puntualmente le istanze ed i pensieri di tutti i quasi 98.000 cesenati. Ma in questi anni, cercando di fare al meglio il nostro compito di amministratori pro tempore della cosa pubblica, abbiamo avuto il privilegio di conoscere meglio questa città che ancora oggi, nonostante la crisi economica, rappresenta appieno quello spirito positivo che ha fatto della Romagna una delle aree più belle, accoglienti e vivibili d’Europa. Cesena è una città bella e aperta al mondo. E agli abitanti di Borello intimoriti dall’arrivo di qualche profugo chiediamo di non distinguersi dal resto dei cesenati e non esserne intimoriti. Non ce ne è ragione”.

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