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Cronaca

Produzioni sementiere, Legacoop si appella al governo per la regolamentazione dei fitosanitari

"Il comparto sementiero è una nicchia per cui i presidi fitosanitari esistenti in commercio non sono sempre autorizzati e non esistono incentivi di mercato a svilupparne di nuovi"

In Italia manca un quadro chiaro rispetto ai trattamenti in campo per la crescita e lo sviluppo di sementi. Una questione che deve diventare prioritaria nell’agenda del nuovo Governo

"Il comparto sementiero è una nicchia per cui i presidi fitosanitari esistenti in commercio non sono sempre autorizzati e non esistono incentivi di mercato a svilupparne di nuovi. Per questo è necessario un impegno molto maggiore delle Istituzioni per uno sviluppo virtuoso attraverso un quadro sostenibile, l’utilizzo ad hoc dei presidi fitosanitari e maggiori investimenti in ricerca pubblica". È il commento di Stefano Patrizi, responsabile del settore agroalimentare di Legacoop Romagna, rispetto alla richiesta della creazione di un contesto di leggi che definisca l’impiego dei presidi fitosanitari nella coltivazione di piante per semi selezionati da destinare alla produzione di derrate. 

Il territorio cesenate e romagnolo mostra una forte vocazione per questo tipo di coltura, che richiede tecnologie e professionalità avanzate, rappresentando un’opportunità per i produttori che le esportano in tutto il mondo, in particolare Nord Europa, Giappone, Corea del Sud e Cina. 

Oggi le sementi sono per lo più coltivate secondo i disciplinari per la produzione integrata, sebbene comincino a crescere anche i terreni dedicati alle sementi bio, sulla scia di input normativi che virano in questa direzione.

Il primo gennaio 2022 entrerà in vigore il nuovo Regolamento CE 848/2018 sull’agricoltura biologica che ne normerà e consiglierà fortemente l’uso, mirando al superamento del sistema delle deroghe attuale che consente di utilizzare in agricoltura biologica anche seme non certificato bio. 

Un passo importante per il settore, che si sommerà a quanto prevede la nuova legge italiana sul bio e alle strategie europee, che mirano a raggiungere entro il 2030 il 25% dei terreni agricoli in agricoltura biologica.

"Anche in questo campo – sottolinea Massimo Bondi, direttore di Promosagri, cooperativa socia di Legacoop Romagna – rimane tuttavia incerta la valorizzazione delle produzioni, senza la quale qualsiasi discorso sulla sostenibilità è vano, mentre è fondamentale promuovere il seme di qualità certificato per contenere le fitopatie e mantenere alta la qualità delle produzioni sementiere".

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