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Cronaca

Ac Cesena, fatture gonfiate? "Nevone, per pulire il Manuzzi al lavoro cento persone". In aula anche l'affare Nagatomo

Martedì a prendersi la scena l'avvocato del foro di Milano Fabio Belloni che difende l'ex presidente bianconero Igor Campedelli, presente in aula. Sentito come testimone l'allora segretario generale dell'Ac Cesena

I tanto chiacchierati lavori allo stadio dopo il 'nevone', ma anche Nagatomo e Mutu. Martedì mattina un'udienza molto interessante in tribunale a Forlì dove restano accesi i fari sull'Ac Cesena e le fatture (secondo chi indaga) "gonfiate" in occasione per esempio del famoso 'nevone' che colpì la città nell'inverno 2012, e i conseguenti lavori di pulizia dello stadio Manuzzi. Sotto i riflettori anche gli interventi al centro sportivo di Villa Silvia, e gli affari riguardanti alcuni calciatori, su tutti il brevilineo terzino giapponese Nagatomo, per lui il Cesena fu il trampolino di lancio verso l'Inter. Come è noto, secondo l'accusa, si assistette ad una sovrafatturazione che portò al depauperamento del patrimonio del club bianconero. Fatture, secondo gli inquirenti, per operazioni in parte inesistenti che 'snellirono' le casse della società.

Un processo che restituisce uno spaccato di un Cesena in serie A, al cospetto delle big d'Italia. Le udienze riprenderanno ad aprile, mese in cui dovrebbe arrivare la sentenza, incombe anche la prescrizione visto che si parla di fatti relativi a circa dieci anni fa. Nel processo in cui la pubblica accusa è rappresentata dalla pm Sara Posa, e il collegio giudicante da Ilaria Rosati, martedì a prendersi la scena l'avvocato del foro di Milano Fabio Belloni che difende l'ex presidente bianconero Igor Campedelli. Quest'ultimo era presente in aula, come del resto in quasi tutte le udienze di questo processo. Assente Giorgio Lugaresi, anche lui tra gli imputati.

Sul banco dei testimoni si è seduto Marco Semprini, all'epoca della gestione Campedelli segretario generale dell'Ac Cesena, oggi svolge lo stesso ruolo per l'Atalanta. Semprini è stato escusso dall'avvocato Belloni, e ha spiegato in primis il suo ruolo all'interno della società. Una sorta di collante tra club e istituzioni sportive, ma anche il soggetto deputato ai tesseramenti, alla contrattualistica dei calciatori, alla gestione dei dipendenti.

L'allora segretario generale dell'Ac Cesena sull'affare Nagatomo

Semprini è tornato con la mente all'affare Nagatomo: "Era l'estate del 2010, con l'euforia di un Cesena tornato in serie A fu preso Nagatomo in prestito con diritto di riscatto dal Tokyo. Giocò bene, tanto che le prestazioni lo portarono all'Inter con un valore importante. Al club nerazzurro avevamo ceduto il giocatore ma non avevamo ancora incassato perché il prezzo doveva essere pagato in più annualità". La questione col club giapponese rimase aperta sulla quota spettante allo stesso Tokyo per la cessione del calciatore: "La società giapponese non ci venne incontro". Secondo la difesa dell'ex presidente Igor Campedelli quello relativo al giapponese non fu comunque un debito 'a sorpresa' lasciato a Lugaresi, ma contabilizzato.

Poi Semprini ha acceso i riflettori su diversi lavori, progetti e iniziative di un club che si trovava a misurarsi in serie A. L'ex segretario generale dell'Ac Cesena ha parlato anche dell'idea di un centro sportivo a Diegaro, un progetto all'avanguardia, ma che poi non fu portato avanti dalla società bianconera. Per smontare l'accusa delle fatture "gonfiate" la difesa sottolinea proprio come alcuni progetti, anche se non furono realizzati, si portarono dietro comunque una serie di costi per consulenze e progettazioni.

Sui lavori a Villa Siliva, sede storica degli allenamenti del Cesena Semprini ha sottolineato quelle che furono le esigenze di un club che non si trovava più in C o in B, ma giocava in serie A: "Era cambiato il contesto, il livello dei calciatori, il centro sportivo andava ristrutturato in maniera importante". Simpatica la battuta riportata, e che fu fatta dall'allora direttore sportivo Minotti: "Prendiamo calciatori del calibro di Mutu, ma poi non possono farsi la doccia in uno spogliatoio 'dignitoso'". Ha sottolineato l'ex segretario generale dell'Ac Cesena: "Fu necessario un importante intervento di riqualificazione, serviva anche una sala stampa, fu adeguato il terreno di gioco, fu fatta una palestra". Nel ritiro di Acquapartita il Cesena con l'euforia del ritorno in A organizzò una sorta di 'villaggio' per due settimane, per consentire ai tifosi di incontrare i calciatori: "Si investì puntando su un ritiro moderno e organizzato a mezzora di macchina da Cesena".

"'Nevone', cento persone al lavoro per ripulire il Manuzzi"

Un altro tema caldo affrontato in udienza è stato quello dei lavori per la pulizia del Manuzzi in occasione del 'nevone' del 2012. Una straordinaria nevicata che tutti ricordano e che portò al rinvio di Cesena-Catania. "Due settimane dopo arrivava il Milan campione d'Italia - ha ricordato Semprini - ci fu un'altra grossa nevicata in mezzo alla settimana. C'era una forte pressione anche esterna affinché la partita si giocasse. Rinviarla e giocarla in un giorno infrasettimanale avrebbe portato una perdita in termini di incasso, oltre che un danno di immagine. Per finire i lavori in tempo e consentire di giocare Cesena-Milan al Manuzzi lavorarono non meno di cento persone", ha chiosato Semprini nel processo che ripartirà il 4 aprile con l'escussione di altri testimoni.

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