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Cronaca

Meteo, continua il "non inverno". L'esperto: "Possibili cambiamenti a febbraio"

Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, annuncia per martedì il transito di una perturbazione atlantica per martedì ed altre piogge attese tra venerdì e domenica, più intense nella giornata di sabato

Torna il maltempo sull'Emilia Romagna dopo una settimana all'insegna della stabilità atmosferica e delle foschie dense per effetto di un possente campo anticiclonico. Pierluigi Randi, meteorologo-previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, annuncia per martedì il transito di una perturbazione atlantica per martedì ed altre piogge attese tra venerdì e domenica, più intense nella giornata di sabato. Il tutto in un contesto mite, con temperature ancora oltre la media.

Continua insomma il "non inverno", simile alla stagione 2006-2007. "Le correnti atlantiche sembrano destinate a dominare al scena ancora per diverso tempo, almeno fino alla fine mese o quasi Qualche segnale di possibili cambi di scenario per il mese prossimo esiste, non è ancora particolarmente forte ma occorre comunque tenerne conto", annuncia l'esperto meteo.

Randi, siamo a metà gennaio. Ma sembra di esser più a novembre. Cosa sta accadendo?
Da diverse settimane continuano a governare correnti alquanto miti o di origine atlantica o di origine mediterranea/nordafricana che determinano prevalentemente tempo mite ed umido, ma essenzialmente per la presenza di nebbie, giacchè le precipitazioni in questa prima fase invernale sono state molto scarse su tutta la regione. Ciò è dipeso dalla provenienza dominante delle correnti miti (dai quadranti meridionali) che ci pongono sottovento alla catena appenninica; in tal modo nonostante diversi passaggi perturbati la regione è rimasta, come si dice in gergo, in “ombra pluviometrica”.

Come già accennato in una precedente occasione, la disposizione e l’assetto del vortice polare penalizzano in questa fase stagionale il nordamerica e l’asia orientale, mentre il comparto europeo è sottoposto a continui afflussi di aria subtropicale che respingono sul continente russo le irruzioni di aria artica. Infatti su quasi tutto il continente proseguono temperature assai miti per il periodo. In merito alla nostra regione negli ultimi giorni sono state registrate temperature minime di circa 6/7°C, che sarebbero tipiche della seconda-terza decade di aprile, mentre le massime sono costantemente oltre i 10°C anche sui nostri rilievi, con zero termico che nella scorsa settimana è stato collocato anche oltre i 3000 metri; ciò è a stridente contrasto con quello che dovrebbe essere il periodo più freddo dell’anno (seconda decade di gennaio). In tal senso, almeno fino ad ora, si sta ripetendo un “non inverno” simile alla stagione 2006-2007. Infatti a livello di temperatura media regionale, tra i due inverni ci sono solo 0.2°C di differenza. il che significa due scorci di stagione del tutto sovrapponibili e tra i più miti mai registrati.

Il freddo dove è finito?
Per ora il freddo vero imperversa negli Stati Uniti, anche se in questo caso le irruzioni sono alquanto potenti ma di breve durata; e sul comparto asiatico orientale, ovvero laddove il particolare assetto del vortice polare favorisce rapide ed intense discese fredde dalle regioni artiche. Per quanto concerne l’Europa le uniche aree attualmente sottoposte all’arrivo della gelida aria artica sono quelle della Scandinavia centrosettentrionale e della Russia, ma anche in queste zone fino a pochi giorni fa insistevano temperature di stampo primaverile. Peraltro, anche dalle corse dei principali modelli fisico-matematici di lunedì, sembra proprio che questa massa di aria molto fredda non riuscirà a guadagnare altro terreno verso sud, ed anzi c’è la possibilità che essa venga respinta verso levante dal flusso occidentale atlantico, sempre molto vivace.

Nei prossimi giorni cosa possiamo attenderci?
Il tipo di circolazione prevalente subirà una parziale modificazione, nel senso che le correnti atlantiche osserveranno presumibilmente una traiettoria che le porterà dall’oceano a Francia e Mediterraneo centroccidentale. Torneranno quindi a transitare le perturbazioni atlantiche, una delle quali, peraltro debole, passerà martedì portando piogge sparse, più probabili nel pomeriggio-sera, ma con temperature sempre miti per il periodo ed eventuali nevicate confinate non al di sotto del 1500 metri e quindi solo sulle cime. Seguirà un temporaneo miglioramento ma verso il fine settimana una nuova e più intensa saccatura atlantica in quota affonderà probabilmente verso penisola iberica e Mediterraneo occidentale attivando correnti umide ed a tratti perturbate da Sud Ovest in quota e prevalentemente sciroccali al suolo. Ovviamente il campo termico rimarrà su valori che di invernale hanno ben poco, ed anzi nella prima fase dell’ipotetico peggioramento sul finire della settimana esse potrebbero aumentare ulteriormente, specie in caso di sostenute correnti di libeccio o scirocco.

Pioverà abbondantemente?
Come sempre accade in questi casi, a causa della prevalenza di correnti meridionali, è difficile attendersi precipitazioni consistenti sulla nostra regione, tuttavia piogge sparse deboli-moderate potranno aversi martedì e tra venerdì e domenica prossimi, forse più consistenti nella giornata di sabato. Quota neve ancora molto elevata in rapporto al periodo stagionale, ancora per almeno 7 giorni in caso di precipitazioni non si scenderà sotto i 1500 metri.
 
Ribadendo i complimenti per aver annunciato ad inizio novembre che sarebbe stata una stagione invernale prevalentemente mite e anticiclonica, l'inverno riuscirà a conquistare l'Italia a febbraio o è scettico su questa ipotesi?
Al momento attuale i segnali sul lungo termine non sono molto incoraggianti per chi apprezza il vero inverno; infatti sembra che le correnti atlantiche siano destinate a dominare al scena ancora per diverso tempo, almeno fino a fine mese o quasi. Tuttavia il mese di febbraio negli ultimi anni (2004-2005-2010-2012-2013) ci ha spesso riservato sorprese (sgradite o meno) con abbondanti nevicate e qualche importante irruzione fredda (specie febbraio 2012), per cui volendo trattare statisticamente il tema sembra che nell’ultimo decennio sia diventato proprio febbraio il mese invernale per eccellenza. Dunque cambi di rotta non sono da escludere, anche perchè relativamente spesso è proprio nella seconda parte dell’inverno che le correnti atlantiche, anche in inverni nei quali si sono mostrate molto vivaci, subiscono un fisiologico rallentamento. In ogni caso qualche segnale di possibili cambi di scenario per il mese prossimo esiste, non è ancora particolarmente forte ma occorre comunque tenerne conto".

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