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Cronaca

Preside aggredito a scuola: "Condannare non basta, siamo sempre più esposti a minacce e contestazioni"

Si torna a parlare dell'aggressione subita dal preside della scuola media Pascoli di Cesena, un fatto violento che ha scosso la comunità

Si torna a parlare dell'aggressione subita dal preside della scuola media Pascoli di Cesena, un pugno in faccia, un fatto violento che ha scosso la comunità e ha avuto una risonanza nazionale. Arriva una riflessione dell'Associazione Scuole Autonome di Forlì Cesena attraverso il presidente Francesco Postiglione che è anche preside del Pascal Comandini. Nei giorni scorsi era arrivata la condanna del sindaco Lattuca, e anche la presa di posizione del ministro dell'Istuzione Valditara. L'unica 'colpa' del preside aggredito quella di non aver consentito il ritiro di una alunna ad un parente sprovvisto di delega.

"Questo gesto di inaudita violenza - afferma Postiglione - si unisce ad altri compiuti nel corso della scorsa settimana: una docente a Castellammare di Stabia, provincia di Napoli, è stata aggredita e picchiata davanti alla sua classe da una vera e propria squadra d’assalto costituita da padre madre e sorella di un’alunna. Di casi simili potremmo citarne diversi, in tutto il territorio nazionale, accaduti negli scorsi anni. E’ ora di dire basta, ma condannare non è ormai più sufficiente: è anche il momento di aprire una profonda riflessione fra le istituzioni, le comunità scolastiche, la rete delle famiglie e tutte le altre rappresentanze di utenti della scuola", afferma Postiglione.

"Al di là dei gesti violenti - la riflessione - che per fortuna sono ancora casi rari anche se sempre più frequenti nelle cronache, ci sono sempre più spesso gesti di tracotanza verbale, di intimidazioni, minacce, diffide, ricorsi, contestazioni che rivelano una richiesta di approfondimento a tutto campo, da fare con gli operatori della scuola.  Viviamo negli ultimi anni in un paese dove l’analfabetismo funzionale cresce, gli italiani leggono in media un libro all’anno, e vi sono quadri sempre più preoccupanti sulla condizione sociale e formativa dei nostri alunni e sul loro futuro". 

L'obiettivo è "aprire una riflessione e porre delle domande: può esserci un collegamento fra questi dati preoccupanti che certamente interessano e investono il mondo della scuola e il suo compito, e  un sostrato sociale e culturale, un sottofondo di disagio, scollamento e perdita di valori, che talvolta portano a estremi violenti? Tutti i lavoratori della scuola della nostra provincia, come il collega aggredito, continueranno certamente a non esitare mai un istante di fronte al proprio dovere educativo e di rispetto delle regole, nella consapevolezza di svolgere così proprio quel ruolo e di avere quella autorevolezza che la stragrande maggioranza delle famiglie e degli utenti, nostri alleati, chiedono alla scuola pubblica. Ma è necessario anche rafforzare la collaborazione con le associazioni delle famiglie, le istituzioni locali, i professionisti esterni (educatori, psicologi, mediatori) che operano nel mondo della scuola ogni giorno, alla ricerca di una ripresa forte del senso collettivo del fare scuola e al miglioramento educativo", conclude Postiglione.

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