Preside colpito da un pugno, il ministro dell'Istruzione: "Non sarà lasciato solo, ci costituiremo parte civile"
L'escalation di aggressioni con genitori e parenti violenti nei confronti del personale della scuola inizia a preoccupare, e arriva anche la presa di posizione del Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara
Rimbalza sulla cronaca nazionale il grave fatto accaduto giovedì alla scuola media di via Pascoli a Cesena. Il preside è stato aggredito con un pugno in faccia da un parente di una alunna, andato su tutte le furie dopo il rifiuto alla richiesta di ritirare la studentessa, perché sprovvisto di delega come richiesto in queste situazioni. Nella giornata di venerdì è arrivata la ferma condanna del sindaco Lattuca che ha parlato di "fatto gravissimo e inaccettabile". Il preside è finito in ospedale. L'escalation di aggressioni con genitori e parenti violenti nei confronti del personale della scuola inizia a preoccupare, e arriva anche la presa di posizione del Ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. L'episodio cesenate tra l'altro fa il paio con un altro accaduto a Castellamare di Stabia, nel Napoletano, dove una insegnante è stata aggredita a schiaffi dalla mamma di una alunna, pare per i voti ritenuti troppo bassi.
Queste le parole del ministro Valditara in una nota: “Dopo la professoressa picchiata a Castellammare di Stabia, ora anche un preside aggredito a Cesena. Di fronte a questo preoccupante susseguirsi di aggressioni ai danni del personale della scuola, il ministero dell’Istruzione e del Merito valuterà i presupposti per proporre una costituzione di parte civile, eventualmente lamentando anche un danno d’immagine all’amministrazione. Docenti e presidi non saranno lasciati soli”.
Solidarietà dei sindacati al Preside
La nota dei sindacati: "Le organizzazioni sindacali Cisl Scuola Romagna, Flc Cgil Forlì Cesena, Snals, Uil Scuola Rua esprimono totale solidarietà e vicinanza al Dirigente scolastico della Scuola Media di Via Pascoli di Cesena per l’aggressione subita all’interno dell’istituzione scolastica il 23 marzo scorso, da parte di un parente, agendo nel pieno rispetto delle norme che attengono al ritiro di uno studente dalla scuola e condannano fermamente quanto è accaduto. L’atto di violenza, si rende ancora più esecrabile perché colpisce l’istituzione scuola, il cui compito fondamentale è quello di preparare il cittadino di domani attraverso il rispetto delle regole della convivenza civile e democratica. Al raggiungimento di tale obiettivo concorrono tutti i soggetti della Comunità Educante, a partire dal contributo determinante delle famiglie. Alla nostra condanna, siamo convinti, si uniranno tutti coloro che, come noi, ritengono la scuola un luogo di vita dove la violenza, in tutte le sue forme, non debba trovare cittadinanza".