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Cronaca

Povertà, Comune e associazioni al lavoro per un centro diurno per i senza dimora

"La città - dichiarano il sindaco Paolo Lucchi e l'assessore ai servizi per le persone Simona Benedetti - ha reagito e sta reagendo, forte dei valori di solidarietà che ne permeano le fondamenta. Tanti sono i progetti attivi messi in piedi"

Tanti sono gli indicatori che confermano l’avvento in città della crisi economica e sociale più profonda dal dopoguerra ad oggi: migliaia di disoccupati giovani e meno giovani (quasi una novità per Cesena) e un numero significativo di persone senza fissa dimora.

“La città – dichiarano il sindaco Paolo Lucchi e l’assessore ai servizi per le persone Simona Benedetti - ha reagito e sta reagendo, forte dei valori di solidarietà che ne permeano le fondamenta. Tanti sono i progetti attivi messi in piedi dal “tavolo povertà”, costituito dal Comune e dalle associazioni, e tanta l’attività di cittadini volonterosi e sensibili che aiutano chi versa in condizioni difficili. Così è stato possibile creare le condizioni per aprire un centro di accoglienza notturna, ma anche, più recentemente, per avviare l’unità di strada “Via delle stelle”, composta da oltre 40 persone, fra operatori e volontari, che portano sostegno e conforto a chi vive in strada. Così, ancora, ci è stato possibile sostenere le centinaia di famiglie sfrattate, riuscendo a fare in modo che nessuno, in particolare i bambini, rimanesse in strada. Nello specifico, nel 2014 il Comune ha impiegato per l’emergenza abitativa 530.430,00 euro, aiutando 527 famiglie”.

“A contrasto delle situazioni di povertà – continuano gli amministratori – va annoverata anche la spesa comunale per gli intervento socio-occupazionali, ovvero le varie forme di sostegno al reddito, i tirocini formativi, i progetti di impegno civico, i voucher, indirizzati alle persone disoccupate ed  inoccupate di ogni età. Nel 2014 sono stati attivati complessivamente 212 progetti di inserimento lavorativo, costati al Comune 563.800,00 euro. Si tratti di interventi che principalmente mirano a sostituire la mera erogazione di contributi con la richiesta, a fronte riconoscimento economico, di una prestazione lavorativa, seppur limitata nel tempo e nelle sue modalità organizzative”.

Gli incontri recenti con volontariato e sindacati hanno messo in luce la necessità di avviare progetti nuovi, che prenderanno il via nei prossimi mesi attraverso la consolidata collaborazione fra comune e associazionismo. Si tratta, in particolare, dell’apertura di un “centro diurno dedicato alle persone senza fissa dimora”, anche al fine di evitare, soprattutto nei mesi più rigidi, l’utilizzo improprio di servizi pubblici con finalità per lo più culturali; una maggior razionalizzazione degli interventi attraverso la  progettazione di strumenti per fare “rete “ tra le associazioni e i servizi sociali e uno scambio delle informazioni essenziali, con l’obiettivo di  meglio  gestire le risorse, ad esempio per le utenze di nuclei  morosi; infine, come richiesto molti volontari congiuntamente, la promozione di corsi di formazione di base sul modello dei corsi per Operatori Sociali, al fine di acquisire maggiori competenze.

“Per quanto riguarda gli strumenti il lavoro – concludono Lucchi e Benedetti – nei prossimi mesi sarà fondamentale proseguire la proficua collaborazione già avviata fra servizi sociali e mondo della formazione al lavoro, per continuare a perfezionare le modalità di attivazione degli strumenti di inserimento socio-occupazionale e per programmare al meglio i fondi europei per la formazione, su cui ancora possiamo contare, a beneficio in particolare dei disoccupati cronici”.

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