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Cronaca

Pinacoteca della Città, avanti tutta: la Fondazione mette a disposizione Palazzo Oir

Mercoledì mattina, nella Sala degli Specchi, il sindaco Paolo Lucchi e il presidente della Fondazione Carisp Guido Pedrelli hanno sottoscritto l’accordo che segna l’avvio del percorso

Pinacoteca della Città: avanti tutta. Comune di Cesena e Fondazione Cassa di Risparmio uniscono forze e risorse per concretizzare l’ambizioso progetto, che lo scorso 30 ottobre era stato illustrato al Ministro dei beni e delle attività culturali Dario Franceschini in occasione della sua visita in città. Mercoledì mattina, nella Sala degli Specchi, il sindaco Paolo Lucchi e il presidente della Fondazione Carisp Guido Pedrelli hanno sottoscritto l’accordo che segna l’avvio del percorso.

Con questo atto la Fondazione mette nero su bianco la volontà di donare al Comune il Palazzo Oir e di concedere a titolo di comodato gratuito i dipinti antichi di sua proprietà, che attualmente fanno parte della Collezione Cassa di Risparmio di Cesena. Contestualmente si impegna ad operare affinché anche la Cassa di Risparmio metta i dipinti antichi di sua proprietà a disposizione della futura Pinacoteca.

Dal canto suo, il Comune si farà carico di ristrutturare Palazzo Oir per metterlo nelle condizioni di ospitare adeguatamente le varie collezioni d’arte (comprese, naturalmente, le opere ora conservate nella Pinacoteca comunale). Il costo per dell’intervento – sulla base di un progetto già elaborato dalla Fondazione Carisp - è stimato  intorno ai 6 milioni e 600mila euro. In capo a Palazzo Albornoz, inoltre, ci sarà il compito di curare la manutenzione e la gestione della struttura, valutando anche la possibilità di ricorrere a uno specifico organismo partecipato dal Comune ed, eventualmente, dalla stessa Fondazione (se lo riterrà opportuno) e da altri soggetti.

Da tempo si parlava di dar vita a una grande Pinacoteca cittadina dove raccogliere sia le collezioni comunali che quelle esposte nella sede della Cassa di Risparmio. Anzi, si era già avviato un percorso di confronto fin dai tempi in cui la Fondazione era presieduta da Davide Trevisani e, poi, da Bruno Piraccini. La visita del Ministro Franceschini a fine ottobre ha contribuito a dare a dare un’accelerazione, lasciando intravvedere la possibilità di attingere a contributi del Mibact. E sono proprio i contributi ministeriali l’obiettivo fondamentale di Comune e Fondazione, senza il quale il progetto non potrà andare avanti: non a caso, nella convenzione viene specificato che la formalizzazione della donazione è subordinata all’ottenimento, entro il 31 dicembre 2019, da parte del Comune del contributo ministeriale..

Per questo, subito dopo la firma di mercoledì è partita una lettera indirizzata al Ministro Franceschini (avvertito già ieri dal Sindaco, che lo ha incontrato in occasione della presentazione di Destinazione Romagna). Scopo della comunicazione è di informarlo dell’iniziativa intrapresa e di proporgli la sottoscrizione di un Accordo di Valorizzazione tra MiBact e Comune di Cesena, che preveda anche la concessione di un finanziamento funzionale alla realizzazione dei lavori di adeguamento dello storico fabbricato.

"Con l’accordo - sottolineano il sindaco Lucchi, l’assessore alla Cultura Christian Castorri e l’assessore ai Lavori Pubblici Maura Miserocchi- si apre il cammino verso la concretizzazione di un progetto a lungo accarezzato, e per il quale oggi, finalmente, paiono esserci condizioni propizie. Ringraziamo la Fondazione Cassa di Risparmio per aver creduto fortemente a questa possibilità, esattamene come noi. Per quanto ci riguarda, il Comune è pronto a fare la sua parte, con tutta la determinazione necessaria, per creare finalmente quella  grande Pinacoteca cittadina in grado di valorizzare il patrimonio artistico  antico e moderno di Cesena”.

"La firma di questa convenzione – commenta con soddisfazione il presidente della Fondazione Pedrelli - segna l’apertura della fase finale per realizzare questo progetto, che darà a Cesena una sede prestigiosa e funzionale dove ospitare la Pinacoteca della Città auspicata da anni. L’attività della Fondazione si contraddistingue per lo spirito di servizio verso la città, e la promozione dell’arte e della cultura sono fra le sue finalità; per questo, pur nelle difficoltà contingenti, siamo orgogliosi di costruire insieme alla Pubblica Amministrazione questo progetto".

Palazzo Oir (o della Congregazione della Carità)

Costruito in stile neoclassico, perfettamente proporzionato nei volumi, alla fine del XVIII secolo su progetto dell’architetto milanese Agostino Azzolini in collaborazione con il tecnico cesenate Sebastiano Sassi, il Palazzo dell’Ospedale e delle Istituzioni Riunite sorge sul sito del quattrocentesco Ospedale del SS. Crocifisso (una delle opere architettoniche più pregevoli volute da Malatesta Novello). L'odierno palazzo è a tutt'oggi fra gli edifici più ragguardevoli della città: la facciata su corso Garibaldi, mantiene intatte le forme neoclassiche di lineare chiarezza, e si fregia di un antico portone d'ingresso in legno intarsiato, opera di Giorgio Razzani (1631). La parte posteriore, adibita ad ospedale fino al periodo napoleonico e a brefotrofio fino alla fine dell'Ottocento, è stata demolita negli anni Cinquanta per lasciare posto ad un condominio  con sottostante galleria. Il palazzo O.I.R. conserva, oltre ai nomi e agli stemmi dei Benefattori delle istituzioni caritative della Città, pregevoli tele, per lo più ritratti di Benefattori.

La Pinacoteca Comunale

La Pinacoteca comunale di Cesena è stata aperta nel 1984 all'interno dell'antico complesso monastico di San Biagio. Ma la sua istituzione risale addirittura al 1883, ad opera di Adriano Lolli Piccolomini, che in alcune sale della Biblioteca Malatestiana riunì l'intero patrimonio civico formatosi a seguito delle soppressioni napoleoniche degli edifici di culto cesenatie. Nella attuale sede, la pinacoteca propone parte considerevole di un patrimonio consistente in oltre trecento esemplari pittorici dal Quattrocento al secolo scorso. E' divisa sostanzialmente in due sezioni: l'antica e la moderna-contemporanea,. Si va da una serie di affreschi frammentari di scuola romagnola del XV secolo, provenienti da vari luoghi sacri della città e dallo stesso convento di San Biagio, ad alcune tavole quattro-cinquecentesche (fra le altre, Madonna col Bambino e Santi, dell'argentano Antonio Aleotti, 1510; il cosidetto Cristo di Casa Lancetti, del cesenate Scipione Sacco, 1545; Ritratto di Filasio Roverella, attribuito a Baldassarre Carrari). Per il Sei-Settecento si ricordano alcune Madonne di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato, opere di Cignani, Todeschini, Batoni, Piazzetta, oltre alle pitture di alcuni tra i maggiori artisti locali come il Serra, il Razzani, il Milani. La sezione riservata all'Ottocento e al Novecento, espone opere per lo più d'interesse locale ed un'importante raccolta grafica di Gino Barbieri. Nella parte dedicata all'arte contemporanea si propongono alcuni esemplari della Collezione Morellini, comprendente tra l'altro opere di Cagli, Guttuso, Fazzini, Mazzacurati, Mirko, Melli, Turcato, Vangelli, Purificato.

La Galleria dei dipinti antichi della Fondazione e della Cassa di Risparmio di Cesena

Creata nel 1991 per volontà della Fondazione della Cassa di Risparmio di Cesena, ha incrementato la sua collezione permanente con nuovi capolavori, e offre così una testimonianza significativa dell’arte emiliana e romagnola, ma anche della produzione di artisti non autoctoni che tuttavia hanno segnato l’arte del territorio.  È costituita da oltre ottanta opere, che dal Rinascimento romagnolo, rappresentato dalle tavole di Marco Palmezzano, giungono al barocchetto bolognese di Nicola Bertuzzi, passando attraverso l'età raffaellesca dei Bagnacavallo, di Girolamo Marchesi da Cotignola e Luca Longhi, il manierismo emiliano di Prospero Fontana, della figlia Lavinia e di Bastianino, il Seicento di Lionello Spada, Lanfranco, Guercino e Cagnacci fino all'età barocca di Canuti, Viani, Creti e Crespi. Altri dipinti documentano le relazioni della pittura emiliana con altre aree geografiche, quali la Toscana e il Veneto. Fin dalla sua istituzione, è stata pensata come un autentico museo pubblico, di libero accesso a tutte le persone interessate. Dal 1991 è infatti aperto al pubblico un percorso museale al primo piano della sede centrale della Cassa di Risparmio di Cesena.

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