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Cronaca Cervese Nord / Piazza della Libertà

Piazza della Libertà pedonale, Confcommercio: "Mobilitazione generale dei contrari"

"La pedonalizzazione di piazza della Libertà avrebbe avuto e avrebbe un senso (ma con costi nettamente inferiori) sopra un parcheggio interrato come prevedeva il primo progetto realizzato nel 2003 per il concorso internazionale"

“Lottare fino all'ultimo per evitare che venga chiuso il parcheggio di piazza della Libertà, quello storicamente più frequentato dai cesenati il quale verrebbe cancellato senza avere in cambio alcun parcheggio di simile rilevanza al suo posto. Per farlo occorre una mobilitazione generale e unitaria di tutti coloro, tantissimi, contrastano il progetto di pedonalizzare la piazza al costo proibitivo, tutto pagato con i soldi dei cittadini, di tre milioni e 100mila euro”: contro il progetto di rifacimento della piazza scende in campo Corrado Augusto Patrignani, presidente di Confcommercio cesenate

Confcommercio si dice favorevole “a un sistema di pedonalizzazione del centro ragionato ed equilibrato, simile a quello in vigore nelle principali città europee e italiane che consiste nelle cosiddette micropedonalizzazioni di aree particolarmente vocate, particolarmente centrali e ricche di attrazioni monumentali, culturali e commerciali, attorno alle quali sono disponibili parcheggi, per lo più interrati, che consentono la sosta ravvicinata. Chiunque viaggia un po' in Europa, sa bene che questo è l'impianto più ricorrente e che quando si approda in centro un ampio parcheggio è sempre disponibile a due passi dal tragitto pedonale”.

Invece, per Patrignani, “la pedonalizzazione generalizzata ed estesa dei centri storici, a detta degli stessi urbanisti più accreditati, è un retaggio di una visione dominante negli anni Settanta e che poggiava su capisaldi ideologici che oggi non hanno più ragione di esistere . L'approccio al problema deve essere laico e l'obiettivo deve essere quello di avere un centro e una città fruibile. Alla Confcommercio, ai commercianti e ai cittadini interessa lo sviluppo della città e del suo centro, non i posti auto in sé”.

“Il centro deve avere pienamente sviluppate le due funzioni commerciale e culturale, ma perché ciò si verifichi deve essere massimamente raggiungibile, altrimenti diventa un museo, un posto da visitare e non da vivere. Qui si innesca il discorso sui parcheggi, non prima. Non è una fissazione ma un ragionamento, un sillogismo, altro che pancia. Questa la nostra vision. La pedonalizzazione di piazza della Libertà avrebbe avuto e avrebbe un senso (ma con costi nettamente inferiori) sopra un parcheggio interrato come prevedeva il primo progetto realizzato nel 2003 per il concorso internazionale indetto dal Comune di Cesena. A firmarlo fu lo stesso architetto al quale nella scorsa legislatura la giunta Lucchi chiese di firmare un altro progetto contrapposto al primo senza parcheggio interrato. Quel parcheggio interrato che aveva raccolto consensi generalizzati ed era stato caldeggiato dalla giunta di Giordano Conti”.

Infine per Patrignani "la politica, se ne desume, ha rinunciato a interloquire con la Sovrintendenza dando per persa la partita e sostenendo che mai al mondo l'ente avrebbe dato parere favorevole agli scavi in una zona presumibilmente ricca di reperti. Ma allora a cosa serve la politica? Dove non ci sono reperti nel sottosuolo del centro storico? In piazza Fabbri forse che non si scavò per fare il parcheggio interrato meccanizzato davanti alla biblioteca? La domanda dunque sorge spontanea: le città le governa la Sovrintendenza o gli amministratori pubblici? Conta più quello che c'è sotto al terreno o quello si muove sopra? Ed ecco la risposta: la politica deve trovare il modo di prevalere su vincoli antistorici, altrimenti che politica è? Ciò significa che in una città come Cesena piazza della Libertà deve avere un parcheggio, meglio interrato o comunque in superficie. E quindi bisogna lottare fino all'ultimo per cercare di convincere l'amministrazione che sta commettendo un errore epocale, di cui si pentirà presto, ma quando sarà troppo tardi, se procederà. Fare marcia indietro è invece l'atto di buona politica che richiediamo, perché finché c'è ancora tempo c'è speranza”.

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