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Cronaca

Per non dimenticare donne uccise o misteriosamente scomparse, sono 12 le panchine rosse in città

Interessano il territorio comunale nella sua interezza e ciascuna ricorda una donna cesenate scomparsa all’improvviso o che ha subito violenza

Interessano il territorio comunale nella sua interezza e ciascuna ricorda una donna cesenate scomparsa all’improvviso o che ha subito violenza. Si è conclusa in questi giorni l’operazione di memoria avviata il 23 novembre 2019 dall’Amministrazione comunale di Cesena, insieme al Forum delle donne, con l’adesione al percorso di sensibilizzazione nazionale e informazione “La Panchina Rossa”, quale segno tangibile e chiaro  di disapprovazione e rifiuto di ogni forma di  violenza sulle donne da parte degli uomini. Le panchine rosse, simbolo di una  campagna  contro la violenza di genere proposta dal movimento femminile nazionale, sono arrivate in diverse città italiane trovando spazio nei luoghi dove le persone si incontrano. Nelle ultime settimane, dopo che il 6 aprile, presso il parco Fornace Marzocchi delle Vigne è stata collocata una panchina in memoria di Manuela Teverini, la giovane mamma scomparsa improvvisamente nel 2000 dalla sua casa di Capannaguzzo, sono state posizionate in città altre 5 sedute rosse: Giardinetto di Borello, Parco 2 agosto nel quartiere Fiorenzuola, Piazzola di Calisese nel quartiere Rubicone, Parco per Fabio nel quartiere Oltresavio e Parco Cesuola.

“La panchina rossa – commenta l’Assessore all’Inclusione Carlo Verona – è un simbolo importante che porta con sé il messaggio del no alla violenza. Chiaramente non possiamo limitarci al collocamento delle singole sedute, per questo a ciascuna di queste iniziative segue una serie di azioni di sensibilizzazione coordinate dall’Ufficio comunale Politiche delle differenze, in collaborazione con le Associazioni del territorio, e grazie al sostegno della Regione Emilia-Romagna. Come ribadito nel corso di questi mesi, di violenza sulle donne non si può e non si deve parlare solo una volta nel corso dell’anno ma tutte le occasioni sono a noi necessarie per tenere alta l’attenzione su un fenomeno che purtroppo non smette di essere un’emergenza pubblica. La violenza di genere non è da ricondurre unicamente all’aggressione fisica, ma include le vessazioni psicologiche, i ricatti di varia natura, le minacce, e tutte le altre forme di violenza che spesso finiscono nel femminicidio. Le panchine rosse presenti in città sono un semaforo rosso davanti al quale tutti noi dobbiamo fermarci per riflettere e per ricordare, in molti di questi casi, le vittime della violenza. In questi mesi, tramite l’Associazione Penelope, è stato importante incontrare le famiglie delle giovani donne cesenati scomparse, Milena Pirini Casadei, Cristina Golinucci, Manuela Teverini, vittime di gesti brutali che non ammettono giustificazioni”.

Sul territorio sono 12 le donne uccise o misteriosamente scomparse, per questa ragione sono state posizionate 12 panchine rosse. Grazie a una targa opportunamente  installata, ogni seduta reca le informazioni necessarie per chiedere aiuto in caso di rischio. Sulla targa infatti è inciso il numero verde di pubblica utilità 1522, con risposta  multilingue, attivo su tutto il territorio nazionale 24 ore al giorno, a sostegno delle vittime di violenza di genere e stalking, con i numeri del Centro antiviolenza e del Centro Donna del Comune di appartenenza. 

A Cesena le prime panchine rosse sono state posizionate in Piazza della Libertà, a Villa Silvia-Carducci, in Piazza del Popolo, alla Stazione ferroviaria, a Ronta, a Sant’Egidio.

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