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Cronaca

Patrignani: "Territorio sempre più in affanno, per fortuna siamo romagnoli"

"Vedo le imprese turistiche pronte alla nuova sfida dell'estate imminente che come sempre si sono rimboccate le maniche dopo l'alluvione di febbraio e e sono pronte a tenere alto il nome della Romagna turistica"

“Siamo tutti italiani,ma solo noi romagnoli. Grande gente. Mi vengono in mente queste parole del nostro arguto architetto e letterato cesenate Savelli riflettendo sulla situazione dello sviluppo nel nostro territorio. Vedo le imprese turistiche pronte alla nuova sfida dell’estate imminente che come sempre si sono rimboccate le maniche dopo l’alluvione di febbraio e contando unicamente sulle loro forze hanno rimesso a posto le attività e sono pronte a tenere alto il nome della Romagna turistica”: Corrado Augusto Patrignani, presidente Confcommercio cesenate inizia così la sua riflessione sullo “stato della Ramagna”.

Continua Patrignani: “Il gap infrastrutturale è pesante: ma è mai possibile che un territorio come il nostro non possa contare su un aeroporto di Romagna degno di questo nome e su una moderna, efficiente, servita stazione ferroviaria? Le stesse linee guida di Apt mettono in luce che la destinazione e la sua fruibilità soverchiano ormai l’appeal del prodotto turistico, ma la nostra dotazione resta scarsa e farraginosa, inadeguata all’offerta che grazie alle imprese si mantiene su livelli molto alti. I russi scelgono di investire nell’aeroporto di Ancona, mentre Cesena ha regalato Macfrut a Rimini. Macfrut di cui si decanta un successo tutto da costruire e se anche arriverà a Rimini, che cosa ne guadagneranno le imprese dell’indotto cesenate che col Macfrut lavoravano? Il territorio, intanto, si depaupera, il riordino istituzionale procede a rilento, le province sono ridimensionate ma non abolite e restano un forte centro di costi, mentre la nostra rappresentanza romagnola e cesenate negli ambiti che contano non produce risultati per una carenza di livello sotto gli occhi di tutti. Non portiamo a casa nulla, o quasi”.

Ed ancora: “In Regione non siamo stati capaci di produrre un assessore e nei tavoli che contano che potere contrattuale possiamo esibire? Il depennamento della E55 e l’impasse sulla disastrata E45 ne sono una ulteriore prova. La sanità, d’altro canto, non è un motivo di consolazione. L’Ausl Romagna è partita col piede sbagliato e il timore è che i servizi sanitari territoriali rischino di depauperarsi, invece di migliorare, che i presidi territoriali si sguarniscano piuttosto che elevare la loro capacità di copertura delle esigenze. Tutto ciò significa che lo scenario è quello di un territorio dove la qualità della vita si abbassa sempre di più. Già la crisi economica ci ha messo molto del suo, ma il sistema territorio ci aggiunge altro, purtroppo, per peggiorare la situazione. Non parliamo del fisco locale: il sindaco Lucchi in una recente lettera indirizzata al mondo associativo decanta il Comune di Cesena dipinto come tra i più virtuosi a livello regionale per la bassa pressione fiscale, una bella favola già propinataci altre volte. Queste statistiche e questi raffronti molto lacunosi ci hanno sempre convinti poco”.

“Noi siamo gente pragmatica, che guarda ai fatti: e a Cesena i fatti parlano di un’Imu al massimo per le attività produttive, di un addizionale Irpef anch’essa caricata al massimo sia pure attraverso il sistema degli scaglioni, una tariffa rifiuti ogni anno più cara con costi inimmaginabili e iniqui per le attività produttive che pagano più di quello che smaltiscono; una tassa di occupazione di suolo pubblico tra le più alte nel Paese, anche raffrontata a quella delle città a grande attrazione turistica; l’imposta di soggiorno che abbiamo da subito contestato perché si ripercuote anche sull’immagine stessa di una città ospitale per i turisti”.

“Debbo continuare? Cosa ci salva? Ci salva quel tratto così peculiare della romagnolità che consiste nel dare il meglio di noi anche in situazioni avverse, quell’innato senso di responsabilità e propensione al sacrificio, conditi col dinamismo e la creatività, che fa dei nostri imprenditori, piccoli e grandi, la vera risorsa di questo territorio. Il sistema territoriale, però, arranca, e la politica non tiene il passo. Si marcia ad andature differenti ed è difficile, oltreché spesso avvilente, fare impresa in questa situazione. Come navigare nella secca”, conclude Patrignani.

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