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Cronaca

Palazzo Oir, Fondazione e Comune firmano l’atto di donazione: ospiterà la futura Pinacoteca

Il 20 dicembre 2017 era stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa con cui la Fondazione Cassa di Risparmio aveva dichiarato la volontà di trasferire, a titolo di donazione, il Palazzo Oir, del valore patrimoniale di 2 milioni di euro, al Comune di Cesena

Il progetto di una Pinacoteca della città da realizzare nel Palazzo dell’Ospedale e Istituzioni Riunite (Oir) diventa sempre più concreto con la sottoscrizione dell’atto di donazione del fabbricato da parte dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena al Comune di Cesena. È una ulteriore indispensabile tappa del percorso di costituzione della futura Pinacoteca della città, che ospiterà anche i dipinti antichi della Fondazione e delle Collezioni d’arte Crédit Agricole Italia dopo il provvedimento ministeriale di tutela, che ha scongiurato il rischio di trasferimenti o dispersioni di uno dei patrimoni artistici più importanti della città, e l’ottenimento di un rilevante contributo statale per la ristrutturazione del Palazzo.
 
Il 20 dicembre 2017 era stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa con cui la Fondazione Cassa di Risparmio aveva dichiarato la volontà di trasferire, a titolo di donazione, il Palazzo Oir, del valore patrimoniale di 2 milioni di euro, al Comune di Cesena e di concedere in comodato allo stesso i dipinti antichi di sua proprietà. A seguito di questa firma, dal canto suo l’amministrazione si era impegnata a coprire tutti i costi di ristrutturazione dell’immobile di Corso Garibaldi 12 e di gestione della Pinacoteca cittadina, facendosi carico di ogni aspetto relativo alla manutenzione e degli oneri di allestimento e di gestione della Pinacoteca aperta al pubblico e delle opere d’arte che nello stesso saranno conservate.
 
Il progetto di una grande Pinacoteca cittadina dove raccogliere sia i dipinti antichi delle collezioni comunali sia quelli della collezione congiunta di Fondazione e Crédit Agricole Italia, la cui stima ammonta a circa 10 milioni di euro, risale ai tempi in cui la Fondazione era presieduta da Davide Trevisani e, poi, da Bruno Piraccini. Certamente, particolare peso ha assunto la visita del Ministro Dario Franceschini a fine ottobre 2017 con la messa a disposizione di 3 milioni di euro da destinare al finanziamento del progetto di restauro. Inoltre, il 10 luglio 2019 è stato stipulato un ulteriore accordo tra il Comune e Crédit Agricole Italia per il trasferimento, in comodato, dei dipinti e delle opere di proprietà dell’Istituto bancario, così da riunire nell’unica sede di Corso Garibaldi 12 le collezioni cittadine di dipinti antichi di proprietà del Comune, della Fondazione e di Crédit Agricole Italia.

Palazzo Oir

Il Palazzo dell’Ospedale e Istituzioni Riunite (Oir) fu edificato tra il 1776 e il 1795 sulla base di un progetto dell’architetto milanese Agostino Azzolini eseguito con la collaborazione del tecnico cesenate Sebastiano Sassi, nel luogo dove sorgeva il quattrocentesco ospedale del Crocefisso di cui mantenne la funzione di accoglienza, cura e assistenza. La parte posteriore dell’edificio, adibita ad ospedale fino al periodo napoleonico e a brefotrofio fino alla fine dell’Ottocento, è stata demolita alla fine degli anni ’50 del secolo scorso per lasciare posto ad un condominio con sottostante Galleria di transito. Il Palazzo è stato acquistato dalla Fondazione nel 2007.

Il Portone di Gregorio Razzani

La facciata del Palazzo si fregia ancora dell’antico portone di legno intarsiato, un’opera d’arte rara nel suo genere, anche per i numerosi dati storici e documentari che riporta. Tutte le bugne, infatti, presentano decorazioni con stemmi e iscrizioni relativi ai maggiori benefattori del pio istituto, dal 1424 agli anni di fabbricazione del portone attorno al 1630. L’originale manufatto fu messo in opera da Gregorio Razzani nell’ambito di una serie di lavori di ampliamento dell’antico Ospedale del SS.mo Crocefisso voluti da Malatesta Novello. Successivamente, nel 1776, a seguito della costruzione del nuovo edificio su progetto dell’architetto milanese Agostino Azzolini, il portone fu adattato nel sottoportico del palazzo a chiusura dello scalone di ingresso.

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