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Cronaca

Visita a Palazzo Oir come è ora. "In futuro sede anche di mostre temporanee di richiamo nazionale"

L'operazione che riguarda il restauro di Palazzo Oir, in piazza della Libertà, rappresenta un bel balzo che porta una zona di Cesena dal passato al futuro

L'operazione che riguarda il restauro di Palazzo Oir, in piazza della Libertà, rappresenta un bel balzo che porta una zona di Cesena dal passato al futuro, frutto di un sapiente gioco di squadra tra pubblico e privato. E' quello che si chiama buon esempio di ciò che si può ottenere quando tutti i protagonisti coinvolti hanno in testa un unico obiettivo: il bene collettivo e la valorizzazione della propria città. Questo è ciò che è accaduto nel passaggio di proprietà di Palazzo Oir donato formalmente alcuni giorni fa dalla Fondazione Cassa di Risparmio al Comune di Cesena. Un palazzo che vale oltre due milioni di euro e che è stato donato non perché la Fondazione se ne voleva disfare ma perché nell'obiettivo dell'ente, dopo averne parlato per anni col Comune e aver immaginato un'altra Cesena, c'era quello di farne un punto attrattivo per tutta la città: un museo che potesse raccogliere le pregiate opere d'arte, proprietà della Fondazione e del Crèdite Agricole, ma soprattutto diventare produttore di eventi artistici e mostre di richiamo nazionale.

Palazzo OIR come è oggi (Foto Dalmo)

"Come amministrazione siamo molto soddisfatti di com'è stato gestito tutto il progetto, dall'inizio del percorso fino ad ora - spiega l'assessore ai Lavori Pubblici e vicesindaco Christian Castorri - E' stato un gioco di squadra ben fatto e vincente. Ora bisogna andare avanti coi progetti per il restauro e poi, nel 2023, si inizieranno a vedere i primi frutti. Nel frattempo - specifica l'assessore - bisogna sottolineare che i soldi sono già stati stanziati dal Ministero dei Beni Culturali e quindi siamo già un passo molto avanti".

Per quanto riguarda il palazzo, visto che è un edificio di fine '700 (costruito su un ospedale del Quattrocento), andrà rimesso a nuovo sia riprogettando gli spazi interni che la concezione dell'accessibilità. Come ogni edificio pubblico, infatti, dovrà essere accessibile ai disabili e visto che si dovrà arrivare a piani superiori, se non alla terrazza, dalla quale si gode di una vista unica (si vede l'unica torre bizantina della città che molti non conoscono perché impossibile scorgerla restando coi piedi a terra), sarà necessario realizzare un ascensore o un elevatore. "Se tutto andrà come deve andare - ha concluso Castorri - e non ci sono motivi perché vada diversamente, nel 2023 dovremmo avere un nuovo Palazzo Oir, nel contesto rimetteremo mano anche alla galleria Oir rinnovandola e dandole un aspetto più moderno. Verrà nominato un direttore scientifico e la Pinacoteca potrà iniziare a lavorare".

In linea teorica il primo piano sarà utilizzato a ospitare le opere della Fondazione e del Crèdit Agricole, mentre il piano superiore, da rifare completamente perché è stato tutto smantellato, ospiterà mostre temporanee che potranno essere anche di richiamo nazionale. Il portone di Gregorio Razzani, ripulito pochi anni fa, invece, quello resterà lì dov'è. E' un antico portone di legno intarsiato dove ogni bugna presenta decorazioni con stemmi e iscrizioni relativi ai maggiori benefattori del pio istituto dal 1424 al 1630, anno di fabbricazione del portone.

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