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Cronaca Bagno di Romagna

Operaio incensurato e "grossista" della droga, riforniva i pusher: arrestato dai Carabinieri

Nella rete degli uomini dell'Arma è finito un 22enne operaio di Bagno di Romagna, fino a sabato scorso incensurato

Dall'arresto a fine luglio di uno spacciatore di 21 anni, canale di rifornimento dei giovani del posto per marijuana e hashish, è partita un'ulteriore attività investigativa dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Meldola, diretti dal tenente Gino Lifrieri e dal capitano Rossella Capuano, che ha consentito di individuare il "grossista" dal quale il 21enne trovava la droga. E così nella rete degli uomini dell'Arma è finito un 22enne operaio di Bagno di Romagna, fino a sabato scorso incensurato.

Gli uomini dell'Arma, analizzando i dati memorizzati nel telefonino del 21enne bidentino, sono riusciti ad identificare il fornitore, ottenendo un decreto di perquisizione dal sostituto procuratore Sara Posa. Nell'auto del cesenate è stata trovata una dose di "maria" pronta per essere spacciata ed un bilancino di precisione. La perquisizione si è estesa nell'abitazione, dove il giovane abita con i genitori (allo oscuro di tutto): in particolare nella camera da letto è spuntata una busta contenente 51 grammi di marijuana, bustine in cellophane per il confezionamento delle dosi ed un bilancino di precisione con i piatti per la pesatura intrisi di sostanza stupefacente.

Non è sfuggito all'occhio degli inquirenti anche un bigliettino dove era stata annotata la contabilità dell'attività illecita, con nomi e cifre. Il 22enne si è mostrato collaborativo, non ostacolando l'attività dei detective. Anche nel telefonino si trovavano ancora memorizzati messaggi che dimostravano l'attività di spaccio. E il giovane stesso ha ammesso di esser stato lui a fornire al 21enne bidentino la droga da spacciare.

All'attività investigativa hanno preso parte anche i Carabinieri di Bagno di Romagna. E il comandante di stazione ha subito ricollegato alla perquisizione il ritrovamento di un borsone, avvenuto nell'estate del 2018, nel giardino del condominio dove abita il giovane operaio. Nell'occasione vennero trovati circa 10-15 grammi di marijuana e barattoli intrisi di marijuana. E a distanza di anni lo spacciatore ha ammesso che quel borsone era suo e che lo aveva nascosto nel giardino di casa per non farsi scoprire dai genitori.

L'attività dei Carabinieri meldolesi si è conclusa con l'arresto in flagrante per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Lunedì mattina si è svolta l'udienza di convalida dell'arresto, col giudice Marco De Leva ha condannato il 22enne a sei mesi di reclusione (pubblico ministero di turno Federica Messina). Essendo incensurato è tornato in libertà, riprendendo la vita normale.

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