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Cronaca

Omicidio Urbini, il mistero delle chiavi. Conosceva il killer?

Wally Urbini, l'anziana cesenate di 89 anni assassinata atrocemente nella nottata tra mercoledì e giovedì nella sua abitazione nel cuore del centro storico di Cesena, probabilmente conosceva il suo killer

Wally Urbini, l'anziana cesenate di 89 anni assassinata atrocemente nella nottata tra mercoledì e giovedì nella sua abitazione al civico 15 di via Sostegni, nel cuore del centro storico di Cesena, probabilmente conosceva il suo killer. E' su questo aspetto che stanno indagando gli agenti della Squadra Mobile di Forlì-Cesena, diretti dal dirigente Claudio Cagnini, che venerdì hanno ascoltato amici e familiari della vittima, una cerchia più larga di persone dopo le poche sentite a caldo nella giornata di giovedì.

omicidio Urbini

IL MOVENTE. Gli inquirenti stanno cercando di dar un movente all'omicidio, anche se dalle testimonianze finora raccolte non emergerebbe niente di particolarmente decisivo tale da giustificare una morte così cruenta. Come si dice in gergo, in questi casi, “si indaga a tutto tondo”.

Perchè uccidere Wally? Una persona a detta di tutti bravissima persona e molto giovanile, che dimostrava meno anni rispetto la sua età, disponibile a scambiare qualche chiacchiera con i conoscenti. Nessun ombra. Nell'ultimo mese e mezzo la donna ha trovato ospitalità alla casa di riposo Don Baronio. Non perché stava male, ma perché il figlio era andato oltre un mese in Australia. Wally Urbini era tornata nel suo appartamento di via Sostegni 5 o 6 giorni fa, quando il figlio è rientrato a Cesena dopo esser stato con la moglie in Australia in visita ad una nipote di Wally.

LE CHIAVI. Si occupava della signora una badante, l'ultima ad aver visto l'anziana prima del delitto. Erano circa le 18 quando ha lasciato l'abitazione. Wally aveva bisogno di assistenza, ma non continuativa. Spesso – secondo quanto raccolto dagli inquirenti - smarriva effetti personali, come le chiavi di casa. Sarebbe successo varie volte negli ultimi tempi, tanto che non è ben chiaro quanti mazzi ci fossero in giro. Comunque diversi. Una volta poco tempo fa per esempio l'anziana aveva smarrito la borsa con le chiavi dentro, salvo poi ritrovarla da un'amica. Proprio sul mazzo di chiavi ruota in parte l'omicidio. Quando è stato scoperto il cadavere disteso sul pavimento dello studio, imbavagliato con una sciarpa e con il volto tumefatto, la porta d'ingresso era chiusa senza mandate ma con le chiavi inserite dall'interno.

LE IPOTESI. Ma forse quello delle chiavi nella toppa interna della porta è un falso indizio. La polizia non esclude che sia stata una messa in scena del killer per depistare le indagini. Oppure, più semplicemente, il fatto che l'89enne aveva aperto la porta ad una persona di cui si poteva fidare e ha richiuso con le chiavi inserite nella toppa, ma senza girarle perché tanto l'ospite sarebbe poi dovuto uscire.

ARMA NON RITROVATA. L'anziana è stata colpita violentemente a mani nude sul volto, all'altezza dello zigomo e di un orecchio (tra gli altri colpi), ma anche con un corpo contundente, ancora non individuato. Avrebbe cercato inutilmente di opporsi alla violenza. L'autopsia, effettuata venerdì pomeriggio su disposizione del pm Alessandro Mancini, sarà utile per definire le cause della morte della signora.

SOLDI SPARITI. La donna non aveva soldi nel borsellino, nonostante il figlio le avesse dato una somma nella stessa mattinata. Ma anche questo, per la polizia, è un dettaglio non particolarmente indiziante: l'anziana a quanto pare aveva l'abitudine di nasconderli i soldi, oppure anche quelli sarebbero stati smarriti per casa. Di sicuro c'è che per ora non ci sono e questo tiene aperta anche la pista, però poco probabile, della rapina in casa finita male.

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