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Cronaca

Omicidio Matei, 30 anni a Castaldo: "La 'tempesta emotiva' non ha inciso sul delitto"

Nelle motivazioni della sentenza la Corte di assise di appello di Bologna smonta la tesi della 'tempesta emotiva' che aveva portato alla concessione delle attenuanti generiche

Nelle motivazioni della sentenza che ha condannato a 30 anni Michele Castaldo, residente a Cesena, la Corte di assise di appello di Bologna smonta la tesi della 'tempesta emotiva' che aveva portato alla concessione di un'attenuati all'uomo, che il 5 ottobre 2016 uccise a Riccione, strangolandola, Olga Matei, la donna che lo aveva lasciato dopo una breve relazione.

Si deve escludere che "il moto passionale che ha pervaso l'imputato al momento del fatto" possa aver inciso in modo "necessariamente significativo" nella consumazione del delitto. E' la conclusione, esposta nelle motivazioni della Corte di assise di appello di Bologna che a luglio ha confermato i 30 anni inflitti a Michele Castaldo.

L'appello bis era stato disposto dopo l'annullamento della Cassazione della discussa sentenza che citava la "soverchiante tempesta emotiva" per concedere le attenuanti generiche e, di conseguenza, ridurre a 16 anni la pena.

Nelle motivazioni si spiega, tra l'altro, che il timore di abbandono che l'uomo diceva di avere, sentimento che "avrebbe concorso a scatenare la 'tempesta emotiva'", espressione presa da una perizia psichiatrica, in realtà, secondo i giudici, "confligge con la sequenza di indicatori di segno opposto provenienti da Castaldo il quale, più volte, si era mostrato pronto a interrompere la relazione". Dopo aver smontato come elementi significativi nella concessione delle attenuanti la confessione e il tentativo di risarcimento, i giudici sottolineano anche un "ulteriore fattore di segno negativo": il fatto che Castaldo agì in preda all'alcol.

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