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Cronaca

Omicidio alle Vigne, niente perizia psichiatrica per Di Giacomo: "Ma resta un elemento da chiarire"

Il gip del tribunale di Forlì ha infatti respinto la richiesta di perizia psichiatrica sul 65enne accusato di omicidio volontario

Secondo il gip del tribunale di Forlì Giuseppe di Giacomo era capace di intendere e di volere al momento del cruento omicidio di Davide Calbucci, avvenuto lo scorso 19 dicembre alle Vigne. Il gip Giorgio Di Giorgio ha infatti respinto la richiesta di perizia psichiatrica sul 65enne accusato di omicidio volontario, richiesta che era stata avanzata dal legale, l'avvocato Filippo Raffaelli.

Non ci sarà quindi l'incidente probatorio, per il gip Di Giacomo è pienamente capace di stare a processo, un processo in cui rischia l'ergastolo, al 65enne sono state contestate le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione, e rischia anche l'ulteriore addebito della crudeltà. Dall'autopsia sul corpo della vittima sono emerse ben 34 diversi lesioni, frutto della furia cieca di Di Giacomo. I fendenti sono stati scagliati con un coltellaccio da cucina con una lama di oltre 14 centimetri. Un coltello che il 65enne ha dichiarato  essere solito portare con se per tagliare erbette selvatiche. 

Secondo il gip quindi Di Giacomo non presenta patologie psichiche tali da minarne la capacità di intendere e di volere al momento del cruento fatto. Ad incidere anche quanto dichiarato dal 65enne negli interrogatori dopo l'omicidio, parole da cui è emerso l'odio e il rancore covati per anni nei confronti del vicino di casa. Tante le beghe condominiali tra i due, l'accusa di essere un molestatore di donne sarebbe stata la miccia finale che ha portato all'aggressione mortale la mattina del 19 dicembre al parco delle Vigne.

Ma l'avvocato Filippo Raffaelli, legale di Di Giacomo, resta convinto "che quello della capacità di intendere e di volere sia un elemento da chiarire nel processo". E' tutt'altro che da escludere che la difesa si avvalga di una perizia di parte che non ha però ovviamente la stessa forza processuale di un incidente probatorio. Dall'autopsia sul corpo di Calbucci sono emerse 34 ferite, uno scenario che cozzerebbe con la tesi di una reazione del 65enne ad una prima aggressione della vittima. Ma al di là dell'accertamento presuntivo del medico legale, l'esatta  dinamica del cruento fatto resta uno degli aspetti da chiarire anche con l'ausilio dei testimoni oculari.

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