Omicidio alle Vigne, l'addio a Davide: "La giustizia faccia il suo corso, una vita è stata soppressa"
"La giustizia - esclama don Claudio - deve fare il suo corso, perché una vita è stata soppressa”. Il parroco cha chiuso l’omelia funebre con una speranza rivolta a chi aveva e continua ad avere Calbucci nel cuore
È stata la chiesa parrocchiale “San Pio X” il teatro dell’ultimo e triste saluto a Davide Calbucci, la vittima dell’omicidio consumatosi lo scorso 19 dicembre nel parco del quartiere “Vigne”, noto come “La buca”. Il 49enne è stato ucciso con un coltello da Giuseppe Di Giacomo, suo condomino, con il quale le liti erano frequenti. L'assassino si è poi costituito al carcere di Forlì. Dopo l'autopsia e il rilascio del corpo da parte della Procura della Repubblica e il passaggio del periodo festivo, in cui le chiese sono state impegnate a pieno regime con le celebrazioni natalizie, è stato quindi celebrato il funerale di Calbucci.
Di fronte a un centinaio di persone, tra parenti e molti residenti del quartiere, il parroco don Claudio Turci ha espresso non solo il dolore per la morte di Davide, ma anche il rammarico per la mancanza di interventi che potrebbero aver alimentato il degenerare delle tensioni: “Fatti come questi ci lasciano storditi, confusi. La morte di Davide è un forte lutto per tutta la nostra comunità, credenti e non credenti. Tragedie del genere non dovrebbero mai succedere, dobbiamo essere più responsabili di fronte e situazioni di disagio e difficoltà. Non possiamo essere indifferenti come se nulla fosse accaduto. Dobbiamo chiedere perdono a Davide se non abbiamo fatto il possibile perché ciò non accadesse”. E quindi conclude: "La giustizia - esclama don Claudio - deve fare il suo corso, perché una vita è stata soppressa”. Il parroco cha chiuso l’omelia funebre con una speranza rivolta a chi aveva e continua ad avere Calbucci nel cuore: “Il nostro fratello Davide deve vivere nella beatitudine del regno di Dio. Coloro che sono stati colpiti dalla morte di questa persona devono ritrovare serenità”.