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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Omicidio alle Vigne, fissato l'appello: la difesa proverà a smontare le 4 aggravanti che pesano come un macigno

Il 13 giugno la Corte d'assise d'appello di Bologna farà da cornice al secondo round del processo per l'omicidio delle 'Vigne'

Il 13 giugno la Corte d'assise d'appello di Bologna farà da cornice al secondo round del processo per l'omicidio delle 'Vigne'. Giuseppe Di Giacomo, 69 anni, ha rimediato in primo grado una condanna all'ergastolo per l'uccisione del vicino di casa Davide Calbucci, che ha perso la vita a 49 anni.

L'avvocato Antonino Lanza, che difende l'imputato, proverà a smontare in appello l'impianto accusatorio che ha portato alla pena massima per Di Giacomo. Le 4 aggravanti (crudeltà, futili motivi, stalking, premeditazione) pesano come un macigno sulla testa del 69enne. Calbucci fu raggiunto al culmine di una lite da una raffica di coltellate all'interno del parco "Fornace Mazzocchi", nel quartiere popolare Vigne. Era la mattina del 19 dicembre del 2020, un giorno che scosse profondamente i residenti del quartiere, e tutta la città.

"Secondi di appannamento per l'omicida", sottolinea la difesa rimarcando che le tante coltellate non integrano automaticamente la crudeltà. La difesa ha sempre insistito sulla non premeditazione del fatto da ricondursi piuttosto nell'ambito di un "eccesso di legittima difesa".  Anche per quanto riguarda lo stalking, l'avvocato Lanza sottolinea come non ci fosse un Calbucci intimorito da Di Giacomo, ma ci fossere piuttosto tensioni reciproche. A Di Giacomo non è stata riconosciuta nessuna attenuante nonostante un comportamento collaborativo, sottolinea la difesa, a partire dal fatto che si è costituito ed ha agevolato le indagini. L'omicida si trova attualmente rinchiuso nel carcere di Forlì.

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