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Cronaca

Omelia sulla famiglia, gli atei al vescovo: "Definire cosa è 'naturale' è intollerante"

Ancora polemiche dopo l'omelia di San Giovanni del vescovo di Cesena Douglas Regattieri sulla famiglia. A intervenire, dopo l'Arcigay, è Paolo Cortesi dello Uaar di Forlì-Cesena, l'Unione atei e agnostici

Ancora polemiche dopo l'omelia di San Giovanni del vescovo di Cesena Douglas Regattieri sulla famiglia. A intervenire, dopo l'Arcigay, è Paolo Cortesi dello Uaar di Forlì-Cesena, l'Unione atei e agnostici: “Apprendiamo che, durante la messa solenne della festa di San Giovanni a Cesena, il vescovo Douglas Regattieri ha elogiato la "famiglia naturale", quella "bella uscita dalle sue (di Dio) mani". Nel contempo, il vescovo ha messo in guardia contro una famiglia costruita "su schemi ideologici che rispondono sostanzialmente a una visione dove l'io fa da padrone", e inoltre "l'uomo pretende di salvaguardare presunti diritti ma in realtà non fa altro che cedere a pressioni volte a salvaguardare interessi spesso economici e di parte non rispettosi della dignità umana”.

Lo Uaar precisa: “Mentre riconosciamo che il vescovo faccia il suo mestiere, e dunque parli da vescovo, chiediamo che anche un'opinione laica e non credente possa avere spazio, pur non avendo la certezza, o la pretesa, che tale opinione rappresenti la volontà di un essere supremo, ma molto modestamente sia solo dettata dalla ragione e dal profondo rispetto di tutti e tutte. Francamente, un po' ci stupisce che i preti, che non devono avere una famiglia, si presentino come i più autorevoli esperti in materia”.

“Più inquietante è il fatto che la Chiesa cattolica, nonostante le infatuazioni massmediatiche verso l'attuale papa, sostenga come unica possibile la famiglia tradizionale, fondata sulla coppia eterosessuale, e tema ogni altra formula come attentato gravissimo all'ordine morale (e sociale?). Parlare di "famiglia naturale" presuppone evidentemente che si creda esista anche una "famiglia innaturale". Sappiamo cosa intendano con ciò i cattolici: tutte quelle famiglie in cui non vi sono un uomo e una donna legati dal vincolo del matrimonio in chiesa, ma coppie omosessuali. Indicando che una ed una sola è la "famiglia naturale", tutte le altre formule sono "innaturali", e dunque non sane, e se non sono sane, vanno "curate": questo è il pensiero dei cattolici”.

“Noi laici crediamo invece che la famiglia sia un organismo che è sano solo se è ricco di amore, accoglienza, condivisione e rispetto, indipendentemente dal sesso di chi lo compone. Sono esistite per secoli comunità monosessuali che hanno allevato generazioni di bambini e bambine: sono i monasteri e i conventi che si sono occupati degli orfani e dei trovatelli, ma che non hanno mai destato le ire dei cattolici intransigenti. Quando si comincia a selezionare cosa è "naturale", e dunque "giusto", e cosa no, ci si avvicina pericolosamente ad un pensiero intollerante che ha creato, nei secoli, atroci sofferenze”.

“Identificare l'ateismo (come è avvenuto in un musical ultracattolico recitato dai ragazzi alla fine dell'anno scolastico in una scuola pubblica di Cesenatico) con l'arbitrio più sfrenato e la selvaggia demolizione di valori etici è rozzo, falso e denigratorio. Come ci appare umiliante e grottesca l'immagine dell'uomo che può comportarsi bene solo se ha sulla testa un fantomatico giudice che lo guida tramite promesse e minacce”: è quanto conclude lo Uaar di Forlì-Cesena.

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