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Cronaca

Nuovo ospedale, nero su bianco il progetto: "Sarà innovativo e a prova di Covid". Le ipotesi sui tempi

"Sarà un ospedale innovativo in tutto - spiega Aldo Mancurti direttore tecnico di Studio Altieri - ma quello che sarà importante è che l'innovazione si estenda anche alla società, al modo di pensare la sanità"

Procede, nonostante le complicanze del periodo, il cammino che darà vita al nuovo ospedale di Cesena. Questa mattina, presso la sala convegni del “Bufalini”, è stato infatti sottoscritto il contratto che sancisce l’avvio delle successive fasi di sperimentazione della struttura che sorgerà nel quartiere Villachiaviche, su una superficie di 22 ettari, in prossimità del casello autostradale di Cesena e sull’asse della Gronda-Bretella. Dopo l’approvazione della procedura da parte di ANAC, hanno firmato il contratto l’AUSL della Romagna e lo Studio Altieri S.p.A., società di ingegneria con base a Thiene di Vicenza, capogruppo del raggruppamento temporaneo di imprese che si è aggiudicato la gara per la progettazione del nuovo ospedale.

L’accordo, nel dettaglio, prevede l’affidamento da parte dell’azienda USL della Romagna dei servizi di architettura, ingegneria e geologia, con relative indagini, per la redazione della progettazione di fattibilità tecnica ed economica, definitiva ed esecutiva e il coordinamento della sicurezza in fase di progettazione, con riserva di affidamento della direzione lavori e del coordinamento alla sicurezza in fase di esecuzione inerente ai lavori di realizzazione del nuovo ospedale di Cesena, al raggruppamento temporaneo di professionisti costituito da Studio Altieri S.p.A. (capogruppo), F&M Ingegneria S.p.A., Cooprogetti Società Cooperativa, ingegnere Luca Sani, Roberto Ravegnani Morosini e Gpa Srl.

 Lo Studio Altieri del gruppo Italconsult non è la prima volta che si confronta con la progettazione di un ospedale. "Abbiamo progettato i 4 ospedali toscani - spiega l'ingegnere Stefano Zordan, direttore tecnico dello studio altieri - stiamo lavorando al nuovo ospedale di Salerno e ad  alcuni interventi legati al covid". Ma non solo. La società di ingegneria con base a Thiene di Vicenza, capogruppo del raggruppamento temporaneo di imprese che si è aggiudicato la gara per Lea progettazione del nuovo ospedale, ha un respiro internazionale. Negli ultimi 10 anni ha realizzato oltre 6mila posti letto tra la Turchia e l'area del Medio Oriente. 

"Sarà un ospedale innovativo in tutto - spiega Aldo Mancurti direttore tecnico di Studio Altieri - Ma quello che sarà importante è che l'innovazione si estenda anche alla società, al modo di pensare la sanità. Un esempio? Dobbiamo progettare bene il dopo ospedalizzazione, dirottando alcune categorie di pazienti in strutture pensate ad hoc. E in questo ci darà un grande aiuto la tecnologia". 

Sarà un ospedale a misura di Covid? "Beh ovviamente terremo conto anche delle nuove indicazioni che sono arrivate dal confronto con una pandemia come il Covid. Dobbiamo immaginare la sanità tra vent'anni e progettare tutto ciò che sarà necessario, che significa anche progettare moduli adattabili a situazioni che ancora non conosciamo".

La struttura, dal costo complessivo di poco superiore ai 156 milioni di euro, sarà all’avanguardia, con tecnologie di massimo livello. Per rispondere alle esigenze future, il modello organizzativo iniziale si basava sullo schema a “piastra con blocchi laterali” composto da una piastra, parallela a via Moneta, nella quale venivano localizzati i servizi di diagnosi e cura, e da quattro corpi di fabbrica lineari, che si innestavano perpendicolarmente su un lato di tale piastra, è stato reinterpretato con una soluzione architettonica più compatta, sempre rispettosa del modello originalmente previsto. Il sistema prevede corpi edilizi di modesta altezza, con piani interrati, per consentire l’integrazione nel contesto urbano circostante.

La limitata altezza degli edifici, l’articolazione dei volumi, la diffusa presenza del paesaggio e del verde consentono il corretto inserimento dell’ospedale nell’ambiente circostante.

Il modello consente un’organizzazione delle attività sanitarie strutturata secondo uno schema per intensità assistenziale, garantendo la salvaguardia delle reciproche identità e specificità. I principi seguiti privilegiano: individuazione delle aree funzionali omogenee attraverso la costruzione di una matrice delle relazioni funzionali e dei percorsi che consentano la massima sinergia delle attività del personale e massima velocità nell’assistenza al paziente; modello di assistenza per intensità di cura sia in modalità orizzontale con l’accorpamento dei pazienti in base al bisogno assistenziale, sia un secondo criterio verticale facilitando e minimizzando i percorsi; accorpamento, in un unico livello, di tutte le unità funzionali che rappresentano il “core” dell’ospedale per creare un sistema altamente efficiente, in grado di affrontare con risposta immediata, multidisciplinare, coordinata e sicura tutte le criticità del paziente.

Per quanto riguarda invece i tempi di realizzazione del progetto, interviene il sindaco Enzo Lattuca: “Il 2021 sarà l’anno della progettazione, il 2022 quello della gara per l’affidamento dei lavori e il 2023 mi auguro possa essere l’anno della partenza dei lavori. Questa è la migliore della ipotesi, l’obiettivo che dobbiamo perseguire”. Il primo cittadino cesenate svela cosa ne sarà del “Bufalini”: “Rimarrà necessariamente punto di riferimento del sistema di servizi socio-sanitari del nostro territorio. Potrà essere utilizzato per esigenze legate alla cura della persona ma con manifestazioni diverse, dall’utilizzo ai fini di ricerca al potenziamento dei servizi territoriali per i cittadini, al tema della necessità di dare cura, ricovero e assistenza agli anziani non autosufficienti. Non più quindi una vocazione esclusivamente sanitaria”.

L’assessore regionale alle Politiche per la salute Raffaele Donini illustra i tre obiettivi legati al progetto: “L’integrazione tra ospedale e territorio: l’idea è di arrivare, attraverso i luoghi fisici, a favorire il gioco di squadra, perché i luoghi e le tecnologie, a supporto delle competenze, possono raggiungere questo obiettivo”. “Prima della pandemia – continua - ascoltavamo le giovani generazioni che ci raccomandavano un atteggiamenti rispettoso nei confronti dell’ambiente, con risparmio energetico e rispetto della natura. Il nuovo ospedale avrà tutte le caratteristiche di compatibilità e sostenibilità ambientale, risparmio energetico, pieno inserimento nell’ambiente circostante”. “Intensità di cura dal lato del cittadino – chiude Donini – vuol dire che conta la persona. In questo caso come elemento di concentrazione di varie patologie. Al centro la persona, che dovrà trovare un ospedale più fluido e organico anche attraverso la configurazione della struttura, i muri servono per facilitare questo ulteriore obiettivo. Non faremo mancare le più moderne tecnologie. Il triangolo perfetto infatti sta nell’adeguatezza della struttura, nella concentrazione di competenze e nell’uso di nuove tecnologie di natura diagnostica o terapeutica”.

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