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Cronaca

Nuovo Cesena, si è già messa in moto una cordata di imprenditori

Si è messa in moto la possibile cordata di imprenditori locali interessati a perpetuare i quasi otto decenni di storia dei bianconeri

Si è messa in moto la possibile cordata di imprenditori locali interessati a perpetuare i quasi otto decenni di storia dei bianconeri. Già lunedì sera - a poche ore dall'annuncio dell'AC Cesena di aderire al fallimento chiesto dalla Procura della Repubblica, il “game over” – diversi di questi imprenditori si sono incontrati e ne hanno discusso in modo approfondito.  Le bocce fino a lunedì mattina erano in movimento e gli occhi erano tutti puntati ancora sull'estremo tentativo di Giorgio Lugaresi di salvare la sua società oberata da un debito superiore ai 70 milioni di euro. Nessuno, a quanto pare, voleva fare un passo che potesse essere additato come ostile alla vecchia società ed essere inteso, o strumentalizzato, come una sorta di spallata finale.

Poi, dalle 15,30 di lunedì pomeriggio le bocce si sono fermate, tutto è cambiato con due righe di comunicato dell'AC Cesena Spa che di fatto ha dato il via libera alla soluzione alternativa, quella che guarda al bando emanato dal sindaco Paolo Lucchi e lo individua come la via maestra per far tornare il Cesena agli antichi fasti. In queste ore a fare da collante tra circa una ventina di imprenditori della provincia di Forlì-Cesena sarebbe Pubblisole, la società di marketing e comunicazione cesenate editrice di Tele Romagna. PubbliSole aggrega 34 aziende del territorio romagnolo di diverse dimensioni, compresi dei big del Cesenate, come Orogel, Amadori, Techonogym, Trevi. Ed è proprio all'interno della compagine dei soci di Pubblisole che si sarebbe originata la volontà di formare una società finalizzata alla partecipazione del bando. Soci, ma anche con possibili contributi e aperture ad aziende esterne al gruppo. Quante? Sarebbero una ventina, tutte locali, quelle che avrebbero partecipato ai colloqui informali, ma il numero esatto lo si saprà mercoledì, quando dovranno pervenire delle lettere di intenti formali, nero su bianco. 

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Secondo il disegno che vede in Pubblisole un fluidificante, ma in nessun modo l'azienda capocordata – è quanto filtra – gli imprenditori coinvolti andrebbero ad aderire ad un progetto triennale finalizzato ad una transizione, senza cioè la necessità di impegnarsi obbligatoriamente in un progetto di durata più lunga. Diversi di questi imprenditori, infatti, vorrebbero impegnarsi solo per ridare la possibilità a Cesena di rientrare nel grande calcio. Nessuna condizione viene posta in merito al punto di partenza: che sia la serie D o l'Eccellenza il progetto prenderebbe comunque corpo, ma è evidente che le aspettative sono per il gradino più alto, quella serie D che è stata più volte prospettata in modo palese dal sindaco Paolo Lucchi, che in questa fase è in contatto con le alte sfere del calcio italiano. Uno degli scogli ancora da superare a quanto pare è chi ci dovrebbe “mettere la faccia”: se, infatti, tutti sono disposti ad aprire il portafoglio, più difficile è individuare chi andrebbe ad assumere il ruolo di capocordata, impegnativo anche perché più degli altri sotto i riflettori. Nodi da risolvere comunque nel giro di 48 ore, in quanto venerdì sarà il giorno dei documenti da formalizzare e depositare entro la scadenza imposta dal bando del municipio. Il costo della nuova avventura bianconera? Giorgio Lugaresi, come suo ultimo atto di  “addio”, ha stimato in 10-15 milioni di euro su un triennio il costo della risalita in serie B. Per ora nella cordata si guarda al primo anno - in una serie D in cui non necessariamente forti investimenti sono garanzia di promozione – e qualcuno sussurra un impegno certamente non inferiore al milione di euro.  

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