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Cronaca

Nuova Pinacoteca comunale a Palazzo Oir: un progetto da oltre 4 milioni di euro

"La Pinacoteca cittadina - commenta il sindaco Enzo Lattuca - darà un nuovo volto alla nostra città garantendo una piena promozione del patrimonio artistico e culturale locale e rendendo la cultura protagonista nella Cesena di domani"

Dopo la sottoscrizione dell'atto di donazione di Palazzo Oir da parte dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena al Comune, il disegno della Pinacoteca cittadina raggiunge una tappa altrettanto importante che vede, da parte della Giunta, l'approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica corrispondente a un investimento complessivo di 4.400.000 euro. L'intervento di restauro proposto per il recupero e il consolidamento dei locali dello storico fabbricato riguarderà essenzialmente le stanze interne destinate alla nuova pinacoteca che ospiterà, oltre al patrimonio artistico comunale, anche i dipinti antichi della Fondazione e delle Collezioni d’arte Crédit Agricole Italia.

"La Pinacoteca cittadina - commenta il sindaco Enzo Lattuca - darà un nuovo volto alla nostra città garantendo una piena promozione del patrimonio artistico e culturale locale e rendendo la cultura protagonista nella Cesena di domani. Il progetto, che può contare su un finanziamento di 3 milioni di euro da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e che ricopre una posizione centrale nel piano investimenti 2020-2022, andrà a riqualificare l’intero stabile che, entro i primi mesi del 2024, aprirà le porte alla città e all’arte".

Il progetto

Nello specifico, le opere in progetto interessano l'attuale sala-corridoio del primo piano che ospiterà la reception, una sala conferenze/convegni di una capienza di 50 persone e un vero e proprio percorso espositivo. Lungo la galleria principale si dispongono a pettine alcune stanze che saranno destinate a servizi di varia natura e agli spazi che ospiteranno l'esposizione. Tra queste emergono due stanze di notevole interesse contraddistinte da cornici, colonne, decori e volte dipinte. Essendo su due livelli, l'edificio sarà dotato di un nuovo blocco scale con piattaforma elevatrice, tali da abbattere le barriere architettoniche e da consentire a tutti l’accesso. Dalla nuova “scalinata” si potrà accedere al piano sottotetto dove avrà inizio il secondo percorso espositivo. Tra gli spazi esterni invece figurano due terrazzi, da uno di questi è possibile godere della vista di Piazza della Libertà.

I lavori prevedono anche la demolizione e il rifacimento degli intonaci ammalorati. Inoltre, le volte del primo e del secondo piano dovranno essere rinforzate per garantire le portate necessarie alle nuove funzioni. Tra gli altri interventi in programma: sostituzione degli attuali architravi, recupero dei pavimenti e ricostruzione di quelli mancanti, tinteggiature, sostituzione degli infissi, restauro specifico del portone monumentale di ingresso al piano terra. Energie per la Città si occuperà del rifacimento completo degli impianti meccanici ed elettrici.

Le tappe precedenti. Il 20 dicembre 2017 era stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa con cui la Fondazione Cassa di Risparmio aveva dichiarato la volontà di trasferire, a titolo di donazione, il Palazzo Oir, del valore patrimoniale di 2 milioni di euro, al Comune e di concedere in comodato allo stesso i dipinti antichi di sua proprietà. A seguito di questa firma, l’Amministrazione si era  impegnata a coprire tutti i costi di ristrutturazione dell’immobile di Corso Garibaldi 12 e di gestione della Pinacoteca cittadina, facendosi carico di ogni aspetto relativo alla manutenzione e degli oneri di allestimento e di gestione della Pinacoteca aperta al pubblico e delle opere d’arte che nello stesso saranno conservate.

Il progetto di una grande Pinacoteca cittadina dove raccogliere sia i dipinti antichi delle collezioni comunali sia quelli della collezione congiunta di Fondazione e Crédit Agricole Italia, la cui stima ammonta a circa 10 milioni di euro, risale ai tempi in cui la Fondazione era presieduta da Davide Trevisani e, poi, da Bruno Piraccini. Certamente, particolare peso ha assunto la visita del Ministro Dario Franceschini a fine ottobre 2017 con la messa a disposizione di 3 milioni di euro da destinare al finanziamento del progetto di restauro. Inoltre, il 10 luglio 2019 è stato stipulato un ulteriore accordo tra il Comune e Crédit Agricole Italia per il trasferimento, in comodato, dei dipinti e delle opere di proprietà dell’Istituto bancario, così da riunire nell’unica sede di Corso Garibaldi 12 le collezioni cittadine di dipinti antichi di proprietà del Comune, della Fondazione e di Crédit Agricole Italia.

Palazzo Oir

Il Palazzo dell’Ospedale e Istituzioni Riunite (O.I.R.) fu edificato tra il 1776 e il 1795 sulla base di un progetto dell’architetto milanese Agostino Azzolini eseguito con la collaborazione del tecnico cesenate Sebastiano Sassi, nel luogo dove sorgeva il quattrocentesco ospedale del Crocefisso di cui mantenne la funzione di accoglienza, cura e assistenza. La parte posteriore dell’edificio, adibita ad ospedale fino al periodo napoleonico e a brefotrofio fino alla fine dell’Ottocento, è stata demolita alla fine degli anni ’50 del secolo scorso per lasciare posto ad un condominio con sottostante Galleria di transito. Il Palazzo è stato acquistato dalla Fondazione nel 2007.


Il Portone di Gregorio Razzani

La facciata del Palazzo si fregia ancora dell’antico portone di legno intarsiato, un’opera d’arte rara nel suo genere, anche per i numerosi dati storici e documentari che riporta. Tutte le bugne, infatti, presentano decorazioni con stemmi e iscrizioni relativi ai maggiori benefattori del pio istituto, dal 1424 agli anni di fabbricazione del portone attorno al 1630. L’originale manufatto fu messo in opera da Gregorio Razzani nell’ambito di una serie di lavori di ampliamento dell’antico Ospedale del SS.mo Crocefisso voluti da Malatesta Novello. Successivamente, nel 1776, a seguito della costruzione del nuovo edificio su progetto dell’architetto milanese Agostino Azzolini, il portone fu adattato nel sottoportico del palazzo a chiusura dello scalone di ingresso.

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