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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Il nevone "compie" 10 anni, indelebili nella memoria i giorni dell'emergenza e della solidarietà

Iniziò tutto il 31 gennaio 2012, una data difficile da dimenticare, sono passati dieci anni dal 'nevone' che travolse Cesena, sepolta da una montagna di neve

Iniziò tutto il 31 gennaio 2012, una data difficile da dimenticare, sono passati dieci anni dal 'nevone' che travolse Cesena, sepolta da una montagna di neve, a ricordarlo i tanti video che restano indelebili sul web e che mostrano la città in un 'lockdown bianco'. Ne cadde davvero tanta, in città quasi 2 metri, nell'entroterra si sfiorarono i 3 metri. Ci fu una mobilitazione senza precedenti, arrivarono persino Vigili del Fuoco dal nord Italia e l'Esercito per liberare la città e i paesi. Quello della prima parte del febbraio 2012 fu gelo vero e proprio, con picchi negativi fino a -10°C e massime che solo nelle giornate di sole superavano di poco lo zero. Quasi due settimane di nevicate continue intervallate da brevi pause.

Roncofreddo fu sommersa dalla neve, e nella comunità montana il 7 febbraio 2012 dovette arrivare l'esercito per mettere in sicurezza tante famiglie. La cronaca di quei giorni a Cesena parla di una città tappezzata di segnaletica per avvisare i cittadini di non camminare sotto alberi e cornicioni, perché il pericolo veniva dall'alto. Il 5 febbraio arrivò in città un reparto operativo dei Vigili del fuoco di Bolzano che ammise candidamente di "non aver mai visto tanta neve in una città".

Una delle 'vittime' illustri del nevone del 2012 fu senza dubbio il Carisport, la copertura del Palazzetto dello sport cittadino cedette sotto il peso di un maxi carico di neve. La struttura rimase inagibile per lungo tempo, e a distanza di un anno e mezzo, la riapertura nell'ottobre 2013 fu festeggiata quasi come una inaugurazione. Tra paura, disagi, freddo siberiano, milioni di euro di danni, non mancò un po' di goliardia e voglia di sdrammatizzare tipica dei romagnoli. "A Bagno di Romagna la neve la sbadiliamo in ciabatte". si rilanciò con un video l'ormai celebre frase di un cittadino cesenate intervistato in quei concitati giorni dalle tv nazionali. 

SPECIALE NEVONE 2012

Il ricordo dell'allora sindaco Paolo Lucchi

Vivaio distrutto dal nevone "Chiudo tutto, neanche un euro di risarcimento"

Il pianto liberatorio di Massimo Bulbi

L'evento meteo

Fu l'ultimo dei tre giorni della merla, il 31 gennaio, a vedere i primi timidi fiocchi di neve. La Protezione Civile dell'Emilia Romagna aveva annunciato nevicate importanti in arrivo, ma il viaggio del "nevone" era partito alcuni giorni prima dalla Mongolia, innescato da una congiunzione atmosferica molto particolare, tipica delle ondate di freddo molto severe in Europa e sul bacino del Mediterraneo: la congiunzione dell'alta pressione delle Azzorre con l'anticiclone russo, che ha favorito così la discesa dell'aria fredda nelle nostre latitudini. Quella che comunemente è conosciuta come 'Buriana'. 

La prima nevicata, ricorda Pierluigi Randi, tecnico meteorologo certificato e meteorologo Ampro (Associazione meteo professionisti), "fu causata dall’arrivo, dal nord atlantico, di un’onda depressionaria a tutte le quote che fu inglobata nella più ampia circolazione “siberiana” prima della completa chiusura della porta atlantica. Essa si portò sul Mediterraneo centrale, ma ebbe un’evoluzione più lenta del previsto per il blocco operato dalle gelide masse d’aria già presenti sui Balcani con pressione al suolo assai elevata. Questa lentezza provocò una maggiore insistenza sulla regione sia del fronte perturbato vero e proprio, sia dell’effetto stau appenninico, ed ecco quindi che le nevicate furono assai più copiose, specie in prossimità dei rilievi". Da li in avanti la neve imperversò anche nei giorni successivi, in particolare nelle giornate del 4 e 5 febbraio e quelle dal 10 al 12.

Le foto dello storico 'nevone' del 2012

I giorni dell'emergenza

In un video dell'epoca, datato 9 febbraio 2012, l'allora sindaco Paolo Lucchi appariva davanti ad una montagna di sale per rassicurare la cittadinanza. "Per rendere l'idea - disse Lucchi - in una sola giornata abbiamo distribuito 1500 quintali di sale". Nel ringraziare anche i cittadini per il grande impegno il sindaco quasi scusandosi affermava che "dopo 10 giorni passerò la serata a casa con la mia famiglia, cercherò di rilassarmi e prepararmi ai prossimi giorni che saranno difficili. Per qualche ora il mio profilo e quello del Comune non saranno aggiornati". Le immagini dell'epoca ci riportano ad una città ovattata dove sembrava che la neve non smettesse mai di cadere, con le scuole chiuse tanti i volontari (anche giovani) che non esitarono ad entrare in azione, in centro storico come nei quartieri, furono decine gli spalatori.

 "Cesena è sommersa dalla neve - riportava un giornalista della Rai - con l'emergenza che diventa sempre più acuta col passare delle ore". Ma in quei giorni c'era anche chi la prendeva con filosofia "in casa abbiamo legna e gas, sopravviveremo, stiamo in casa e mangiamo delle tagliatelle". C'è da dire che non mancò di sicuro l'apprensione e la tensione in quei giorni di inizio febbraio, il presidente della Regione Errani sottolineò come la priorità fosse "l'incolumità delle persone", con le notizie di gente soccorsa ed evacuata che erano la normalità.  Dal 13 febbraio si iniziò a vedere la luce in fondo al tunnel di un 'inferno bianco' che per almeno 10 dieci giorni non diede tregua e che fece scattare una grande gara di solidarietà per affrontare una emergenza che resta senza precedenti. A cento giorni esatti dall'inizio della nevicata record, il Comune presentò anche un libro “il Nevone del '12”. Nero su bianco la cronistoria delle esperienze di quei giorni anche attraverso la valanga di messaggi Facebook arrivati all'indirizzo del Comune e del sindaco. 

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